Sala, XXV Aprile: “Milano c’è”

La democrazia non è un lusso o un’abitudine, ma una scelta che deve essere confermata, giorno per giorno. Partigiani monito della nostra memoria

Avarie

Di seguito il discorso del sindaco di Milano Beppe sala pronunciato in onore della festa della Liberazione

Care e cari milanesi,
care e cari amici di questa città, cuore della resistenza partigiana: oggi siamo qui, insieme, uniti, per il nostro 25 Aprile di libertà, di pace, di unità, di vera civiltà democratica.
Questa piazza allarga il cuore, anche perché viviamo una stagione per molti versi difficile nella quale sembrano passare di moda i valori che hanno guidato l’alba e lo
sviluppo della nostra democrazia: la solidarietà, la libertà, la voglia di costruire insieme.
Saluto e ringrazio tutte le partigiane e i partigiani presenti, di tutte le provenienze culturali, storiche e politiche: sono loro il fondamento della nostra memoria. Sono loro che ci consegnano il monito della testimonianza. Un monito che Milano ha raccolto da tempo e trasformato in energia civile in ogni suo quartiere.
Anche a Milano però, come in tutta Europa, emergono inquietanti segnali di un ritorno di movimenti che si richiamano ad ideologie totalitarie, xenofobe e razziste. Le
cause sono tante e non esistono naturalmente ricette risolutive, ma a mio parere due sono gli elementi su cui occorre concentrarsi: quello della memoria e quello di una
nuova prospettiva di riformismo sociale che restituisca fiducia nel ruolo della democrazia e delle sue istituzioni.
La memoria, innanzitutto.
La memoria è il primo naturale baluardo contro il ritorno del male rappresentato dal nazifascismo. È dovere di tutti – in primo luogo delle Istituzioni e della Scuola – lavorare con ancora più decisione per raccontare senza retorica e senza reticenze ciò che il fascismo e l’intolleranza hanno provocato non solo alle loro vittime, ma a tutta la nostra comunità nazionale. Le parole usate recentemente del nostro Presidente della Repubblica, in occasione del Giorno della Memoria, sono per me definitive: “Il fascismo fu disumano e tentare di attribuirgli alcuni meriti e due soli errori è
inaccettabile”.
Ma la memoria da sola può non bastare.
Le ragioni che portano tanti cittadini europei a guardare con simpatia a movimenti xenofobi o illiberali sono sotto gli occhi di tutti. La crisi economica è stata un acceleratore potente di queste dinamiche ed è illusorio pensare di fronteggiarle senza dare risposte tangibili alle persone che vedono erodere costantemente il loro tenore di vita, che vedono minacciata la loro sicurezza da un arretramento costante di diritti e di servizi universali; cittadini che vedono per i loro figli un futuro peggiore di quello di cui hanno potuto godere loro stessi. A questi problemi occorre dare nuove risposte, anche, soprattutto e sempre da sinistra.
I risultati delle elezioni hanno dimostrato che esiste un vento del “contro” che supera e sotterra ogni cosa e ogni ragionamento. Non so quanto durerà ma è certo che è compito delle forze democratiche non perdere il filo di un dialogo efficace e comprensibile anche sui temi che sottendono a giornate come questa. Non basta essere dalla parte della ragione. Occorre anche rinnovare il modo di proporre concetti, proposte e iniziative che sappiano muovere gli spiriti e le volontà, in particolare dei più giovani.
I valori che ci muovono, i ricordi che ci accomunano, le aspirazioni che ci uniscono: tutto quello che è sottostante a questa occasione sono i pilastri di una società equa,
contemporanea perché aperta alle diversità, al confronto, alla democrazia. Dio non voglia che, nella furia del “contro”, seppellissimo anche la testimonianza di chi “contro” lo è stato davvero, contro l’arroganza e la violenza assassina del nazismo e di ogni forma di dittatura.
Oggi occorre una nuova Resistenza, che deve trarre dalle radici di sempre la linfa per diffondere condivisione sui nostri valori e, in definitiva, di una nuova stagione
democratica. Una democrazia che non sia il retaggio del passato, ma che sia vissuta come una vera e nuova scelta da parte di tutti gli Italiani.
La democrazia non è un lusso o, peggio, un’abitudine. La democrazia è una scelta che deve essere confermata, giorno per giorno, ora per ora, da tutti noi. È una forma di lotta pacifica e concreta, da combattere in ogni momento della nostra vita, con chiunque, senza rinunciare a ogni opportunità. Dobbiamo avere il coraggio di convincere tanti che sembrano disillusi del fatto che senza i valori democratici non c’è futuro. Per niente e per nessuno. E non c’è modo migliore di dimostrarlo che con l’esempio, con la nostra quotidianità, pubblica e privata.
Ora, io ritengo che Milano continui ad essere il posto più giusto per dare vita a questa missione. Milano è la concreta dimostrazione di quanto apertura, accoglienza e democrazia siano gli elementi fondamentali per generare una società buona e fiorente che superi l’angustia di una chiusura che sarebbe una sconfitta per tutti. E il Comune di Milano farà la sua parte, al limite delle sue possibilità.
Quest’anno, tra l’altro, dopo la grande manifestazione dello scorso anno daremo vita dal 20 maggio al 23 giugno ad una fitta serie di iniziative nei quartieri milanesi a difesa dei valori dell’incontro tra le diverse culture e storie e contro ogni razzismo.
Da Milano, quindi, facciamo partire un messaggio chiaro: stop ai nuovi fascisti, stop ai nuovi razzismi striscianti, che speculano sulle paure. Il razzismo e il fascismo non sono opinioni: sono crimini contro l’Umanità. Lo dice Milano che ha pagato la Liberazione da quei crimini con il sangue dei partigiani. Lo afferma solennemente la nostra Costituzione.
Ma lo dice soprattutto la nostra coscienza di donne e uomini di questa città, di questo Paese e di questa Europa.
E nel nome dei nostri padri, nel nome di Gaetano Pesce, di Liliana Segre, di Giulia Lombardi, di Sandro Pertini, di Roberto Lepetit, delle vittime milanesi e lombarde della Shoah deportate dal binario 21, noi ci impegniamo in una  nuova Resistenza offrendo risposte, includendo chi non ce la fa, dando una prospettiva ai giovani, mostrando al Paese una politica diversa. Una politica che non si stanca mai di ascoltare la gente e di affrontare i problemi della gente, senza rischiare di essere compiacente ma sforzandosi, invece, di essere giusta. Di qui, e particolarmente da qui, l’Italia può ritrovare il cammino della sua democrazia.
Questa è l’Italia che volevano i partigiani, questa è l’Italia della Costituzione, questa è l’Italia per la quale insieme continueremo a combattere. Milano c’è!
Viva la Resistenza, viva il 25 Aprile, viva la libertà.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Aprile 2018
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