Il Tiglio centenario di Orino

Il comune di Orino è un piccolo borgo adagiato tra i monti prealpini dell’Alto Varesotto, e all’ingresso del paese, radicato accanto alla romanica chiesetta di San Lorenzo, si erge un maestoso e annoso esemplare di tiglio selvatico

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Gli alberi hanno rappresentato e rappresentano un simbolo di aggregazione e ritrovo speciale. Sotto molti alberi si amministrava la giustizia o si prendevano decisioni comunitarie.

Il comune di Orino è un piccolo borgo adagiato tra i monti prealpini dell’Alto Varesotto, luogo di riposo e di soggiorni estivi, lontano dalle calure e dagli affanni cittadini. Proprio all’ingresso del paese, radicato accanto alla romanica chiesetta di San Lorenzo, si erge un maestoso e annoso esemplare di tiglio selvatico.

La pianta ha misure da “campione”: un’altezza di circa 20 metri, la circonferenza del tronco di 360 cm, 400 mq circa la superficie del terreno coperta dalla chioma. L’albero si erge quasi a mo’ di custode del piccolo cimitero del paese. Attorno al tiglio sono fiorite parecchie leggende che ancora oggi vengono raccontate da qualche anziano di Orino.

La più singolare racconta che l’albero fu piantato nel centro del paese nel 1848 da alcuni patrioti filo piemontesi quale simbolo di indipendenza e libertà. Gli austriaci imposero la rimozione dell’albero che fu sì tolto, ma rimesso a dimora dagli abitanti del villaggio in posizione defilata, all’inizio del paese, nell’attuale sito. Sotto l’albero pare si riunissero i paesani per l’elezione diretta del parroco che veniva scelto a maggioranza di voti tra i diversi candidati proposti dall’autorità ecclesiastica.

A dispetto dell’età la pianta presenta ancora oggi un aspetto vegetativo molto rigoglioso. La chioma si presenta piena e ben formata. Possenti branche a sviluppo orizzontale e poi ascendente costituiscono uno scheletro possente e armonico. L’essere cresciuto praticamente isolato ha determinato per l’albero uno sviluppo uniforme in tutte le direzioni.

Alberi di questo tipo richiedono un’attività di manutenzione competente e tempestiva. Negli esemplari più vecchi il più delle volte si crea uno squilibrio tra biomassa crescente dell’albero ed energia necessaria per il sostentamento. In poche parole la pianta non ha abbastanza energia per sostenere la massa di ogni singola parte. Si può così arrivare a un punto critico in cui basta un evento esterno avverso per provocare rotture di grosse branche o danni di ingenti dimensioni nell’albero. Questo rappresenta l’inizio della fine per un albero. Sul tiglio di Orino, gli esperti di Fito-Consult  hanno eseguito una potatura di sfoltimento e di consolidamento. La potatura si è resa necessaria in quei punti della chioma dove era eccessivo il carico di vegetazione. Non ci sono stati tagli di raccorciamento ma si è preferito asportare completamente i rami sino all’inserzione sulle branche. Il consolidamento con cavi, mediante l’inserzione di viti passanti il legno e di cinghie, è stato attuato per rinforzare i grossi rami cresciuti con un portamento a rischio o con presenza di antecendenti difetti strutturali. Tutto il materiale di risulta è stato sminuzzato e disteso sotto la chioma dell’albero per creare una condizione più naturale e per non depauperare il bilancio naturale della sostanza organica.

Sono stati effettuati anche studi preliminari dello stato di salute del tiglio. È stato estratto un campione di legno che è stato sottoposto a rilievi attraverso i quali è stata analizzata la storia regressa della pianta, il cui anno di nascita è da far risalire al 1820. La vitalità delle cellule cambiali è risultata buona in ogni parte del tronco principale.

Siamo in presenza di un tiglio vetusto ma ancora vitale e vigoroso che sarà ancora a lungo testimone della vita e della storia del piccolo borgo di Orino.

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Pubblicato il 26 Aprile 2018
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