Vecchi ferri da stiro, forbici e ditali. Quando la sartoria è da museo

Sarà inaugurata sabato la collezione del sarto milanese Ferramini ospitata al Museo del tessile. La mostra permanente è la prima iniziativa sotto il nuovo logo dedicato alle Belle Arti

antonio ferramini mostra sarto logo bart

L’assessore alla cultura Manuela Maffioli lancia un nuovo logo che identifica le iniziative culturali dell’Amministrazione comunali dedicate alle Belle Arti. Si tratta di BArt, che come si può facilmente intuire, oltre all’ormai riconoscibile BA, presenta anche la parola Arte, o meglio la versione inglese della parola per indicare la vocazione internazionale che la Città ha in animo di continuare a perseguire.

Sotto l’egida di BArt saranno proposte dunque mostre di pittura, scultura e altre forme artistiche che si svolgeranno sia al Museo del Tessile che alle Civiche Raccolte d’Arte di palazzo Marliani Cicogna.
Il debutto del logo è accompagnato da un “sottotitolo”, “Quando il Tessile si fa Arte”, perché le prime tre mostre di BArt sono legate indissolubilmente da un filo rosso, quello del tessile, che è anche il filo che lega Busto alla sua storia e al suo sviluppo.

La prima è una mostra permentente della collezione di pezzi di un grande sarto milanese che verrà inaugurata domani, sabato 21 aprile, al Museo del tessile sarà inaugurata la collezione del sarto Antonio Ferramini che resterà esposta permanentemente al terzo piano del museo.

Il patrimonio del Museo del Tessile si arricchisce grazie alla donazione di Antonio Ferramini che ha voluto che parte della sua collezione di strumenti del mestiere (ferri da stiro, forbici, ditali, macchine da cucire) di varie epoche e fogge fosse custodita e valorizzata a Busto Arsizio, nel luogo in cui si celebra la memoria della storia tessile e industriale cittadina.

Sabato 21 aprile alle ore 17.30, l’inaugurazione della nuova area espositiva dedicata alla collezione.
Afferma l’assessore alla Cultura Manuela Maffioli: “È un onore per la nostra città avere ricevuto in donazione parte della preziosa collezione di Antonio Ferramini, celebre e abilissimo sarto che tanto ha dato alla città di Milano. Arnesi del mestiere, veri e propri reperti raccolti sull’onda di una passione, che trovano oggi collocazione permanente nel nostro Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto, arricchendone il già notevole patrimonio di strumenti dell’attività e della tradizione tessile. E’ un onore, inoltre, che l’altra parte di questa collezione Antonio Ferramini abbia deciso di destinarla al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano: un colosso del sapere, a cui ci onoriamo di affiancarci in questa operazione di memoria”.

L’assessore ha voluto ringraziare anche la collega Paola Magugliani che l’ha preceduta nell’incarico e ha iniziato l’iter che ha portato a Busto la collezione e lo staff dell’ufficio cultura con Claudia Giussani, responsabile dell’area museale, la conservatrice Valeria Ferrè, Maria Elena Filippi, Ornella Molteni, Valentina Zaro e Guendalina Cocuzza.

antonio ferramini mostra sarto logo bart

La storia di Antonio Ferramini

Nasce a Colonnella, in provincia di Teramo, nel 1932; sin da giovanissimo impara il mestiere di sarto. A sedici anni dall’Abruzzo si trasferisce a Milano dove lavora come apprendista in una sartoria e nel 1960 apre un negozio in via Sant’Agnese. I suoi clienti sono industriali, commercianti e professionisti dell’alta borghesia milanese. La creatività, unita all’alta professionalità, gli valgono numerosi riconoscimenti nel campo. Nel 1975, con il fratello Pietro, Ferramini brevetta il taglio Zeta per le giacche e i cappotti, sia maschili che femminili. L’importante innovazione permette il risparmio di cuciture nella realizzazione del capo, donando al contempo migliore vestibilità. Il taglio Zeta suscita un vastissimo interesse tra gli imprenditori, tanto che Ferramini è chiamato a presentarlo anche in Giappone. Nello stesso anno l’attività si sposta di qualche centinaio di metri in via Terraggio. La passione per la sua professione si accompagna a quella per il collezionismo, tanto che raccoglie tutto ciò che attiene al mestiere di sarto: ferri da stiro, forbici, ditali, ecc. di varie epoche e fogge. Nel luogo del suo lavoro, nel quale dà vita a creazioni di alta sartoria, gli strumenti che altri hanno utilizzato in anni lontani sono per “il sarto” Ferramini una muta ma intensa presenza, carica di storia.

La collezione Ferramini al Museo del tessile

La consistenza della collezione è notevole: circa 500 ferri da stiro, un centinaio di forbici, 300 ditali, diverse macchine da cucire, strumenti di misurazione, portaspilli, quadri con figurini di moda.

Il 26 settembre 2016, l’appello di Antonio Ferramini “Vediamo di accasare i miei ferri, anzi, le mie carabattole”, è affidato ad un articolo apparso sul Giorno di Milano. Il Museo del Tessile lo raccoglie e invita il sarto a Busto Arsizio. Egli trova nel museo, luogo della memoria dell’industria tessile, il contesto adatto a valorizzare gli strumenti della tradizione della sartoria artigianale, che trasforma il tessuto in abito su misura. Intanto Ferramini contatta il Museo della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, che si affianca al Museo del Tessile nella stesura di un progetto per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale del sarto.

I prossimi appuntamenti con BArt

Gli altri due appuntamenti nell’ambito del calendario di BArt sono dal 5 maggio al 3 giugno alle Civiche Raccolte d’Arte palazzo Marliani Cicogna dove sarà allestita la mostra di abiti “Illusioni di stoffa” di Alessandro Ubezio;
dal 13 maggio al 10 giugno al Museo del Tessile sarà la volta di “Miniartextil borderline al Museo del tessile”, a cura dell’Associazione culturale Arte&Arte di Como.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 20 Aprile 2018
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