Chi vuole male al vigile del paese?
Ciro Monzillo, commissario di polizia locale è l’unico agente del borgo. In una lettera la denuncia: scritte anonime e auto presa di mira. «Applichiamo solo la legge e non siamo agenti di serie B»
Andare al lavoro in un posto dove tutti ti conoscono e sapere che qualcuno ti vuole male.
Fare il vigile in un paesino può diventare un problema se qualcuno comincia a prenderti di mira con gesti che vanno al di là del dispetto.
Prima, a Natale 2016, fuori dal cimitero della frazione di Bosco. Poi, due anni dopo – qualche giorno fa in occasione della Pasqua – , sui muri del cimitero di Montegrino: stessa mano, probabilmente, scritte simili, offensive, vergate con la bomboletta spray nera e sempre in un italiano da semi analfabeti: “Vigile Ciro figlio di…”, “Vigile Ciro la m…”.
Ora Ciro Monzillo ha preso carta e penna per scrivere una lettera a Varesenews non tanto per lamentarsi, ma per esporre ai cittadini la situazione che vive un servitore dello Stato ogni giorno, chiamato a risolvere i problemi dei cittadini.
«Dico subito che parlo e scrivo a titolo personale, ma voglio specificare ai cittadini che il mio lavoro è quello di Commissario di Polizia locale, il vigile, insomma», spiega Ciro, che lavora a Montegrino Valtravaglia dal 2001.
«Nel 2002 qualcuno tagliò le gomme della mia auto personale, riempiendola di rifiuti – spiega il Commissario – . Negli anni successivi telefonate e lettere minacciose. Poi queste due scritte. Ora basta: il Comune ha sporto denuncia per imbrattamento. Io valuterò cosa fare».
La questione è finita sul tavolo dei militari e da qui il desiderio di esplicitare il problema con una lettera aperta.
«E’ importante che si sappia che la Polizia Locale non fa solo verbali, non è l’ago della bilancia delle casse comunali, non può essere sempre accondiscendente, non può sempre tollerare alcuni comportamenti, non si diverte a ricevere frequenti insulti, danneggiamenti ai propri beni, lettere e telefonate anonime minacciose, scritti a caratteri cubitali in luoghi esposti a grande vista, neppure se talvolta l’errore è dell’agente».
«Purtroppo in molti non sanno a quali rischi che anche con minor o maggiore frequenza, gli operatori vanno incontro: Tso, sinistri, malattie infettive, vandali, delinquenti, alcolizzati, tossici….. senza poi essere per niente tutelati o protetti o perlomeno ricevere sincera solidarietà anche per lo svolgimento di lavori che non fanno parte del mansionario, spesso anche senza retribuzione.
Purtroppo manca responsabilità, rispetto, trattamento equo, senso civico e si guarda il solo orticello personale e basta.
Purtroppo da molti è considerata una Polizia di serie B senza sapere delle innumerevoli funzioni che svolge e che deve assolvere a pena di provvedimenti disciplinari».
«Mi rivolgo anche a coloro che imbrattano beni comunali – continua Ciro , che scrivono frasi offensive, che pensano di essere dalla parte della ragione e che si sentono soddisfatti del loro operato nello scrivere frasi di cui sopra durante le ore notturne, di nascosto e di una estrema bassezza.
Concludo che come ogni lavoro, anche il mio deve essere svolto nel miglio modo possibile e con passione, ma spesso l’entusiasmo viene a mancare e non certo per colpa mia, ma fortunatamente quasi tutto scivola via e si ricomincia».
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Non ricordavo questa squallida storia che coinvolge una persona educata, sensibile e per nulla arrogante.
Per questo esprimo a Ciro Monzillo la mia personale solidarietà ed amicizia.
Giulio Moroni