30 anni di sviluppi incontrollati, il documentario sul Bloom al Circolone

Verrà proiettato nell'ambito del circuito Baff Off. La storia dello storico locale di Mezzago dove si è esibito il meglio della scena indipendente, celebrato da Filippo D'Angelo

filippo d'angelo

Dal 1987 dalla parte del palco, il Bloom continua essere fonte d’ispirazione e stimolo per generazioni. Non solo per la musica ma anche e soprattutto per le arti in generale. Dopo l’uscita del libro in occasione del 25° anno “Sviluppi Incontrollati – Bloom Crocevia Rock”  a cura di Volo Libero edizioni, per il 30° anno si è sentita l’esigenza di mettere su “pellicola” questa enorme esperienza.

Nasce Bloom Movie con alla regia il fagnanese Filippo D’Angelo e alle riprese Ezio Riboni che verrà trasmesso mercoledì alle 22 al Circolone di Legnano (altro storico locale della musica dal vivo situato in via San Bernardino a Legnano) nell’ambito delle iniziative del circuito Baff Off.

Come sempre nessuna autocelebrazione, il film si inquadra nel contesto storico degli ultimi 30anni della scena underground e indipendente, senza fronzoli o scorciatoie o sedute sugli allori. Un racconto incalzante che rispecchia quello che è successo dentro e fuori dal Bloom, a partire dal luogo di origine Mezzago, fino a scrutare nei contesti sociali e artistici dell’Italia di quel periodo, dalla ribellione giovanile, alla ricerca d’avanguardia, alla voglia di socialità. Voglia d’immaginario, emozioni personali, esperienze vere di gioia e rivoluzione si intrecciano  in un Film che si può già definire un documento storico che parte da metà anni ’80 fino ad oggi.

Ringraziamo tutti gli attori, gli artisti, gli scrittori, poeti e cittadini comuni ma soprattutto i Bloommers che hanno dato il cuore e cervello a questo sogno. “Perchè il Bloom è stata davvero la nostra casa per tanto tempo…”

Filippo D’Angelo, artista poliedrico (qui la sua storia) ed ex-membro dei Black Vomit, è il regista di questo documentario che contiene numerose testimonianze di musicisti che hanno calcato quel palco e vissuto la scena underground italiana in queste tre decadi.

Ecco come racconta la realizzazione di questo documentario lo stesso regista:

Quelli del Bloom li chiamano Sviluppi Incontrollati. Trent’anni e più, dal maggio ’87 all’odierno che “continua”. Una media di due concerti e mezzo alla settimana che moltiplicati nel corso del tempo diventano migliaia. Ma il Bloom non è solo un music-club. E’ un luogo multifunzionale in cui trovano spazio svariate produzioni ed espressioni artistiche e nel quale convivono varie generazioni, sia tra chi lo fa, sia tra il pubblico. Gestito da una cooperativa sociale ha visto l’incessante succedersi di live musicali, film e relative rassegne, rappresentazioni teatrali (da quello d’avanguardia e di ricerca al teatro per bambini), incontri con scrittori, registi e diverse figure ed esponenti che operano in svariati ambiti socio-culturali.

Spesso e volentieri e soprattutto nei mesi estivi il Bloom è “fuori”. Ovvero: è solito organizzare rassegne musicali senza nessuna barriera di “generi” e arene “visual” nelle quali vengono proiettati novità, cose poco viste, film indipendenti e classic-movies. Ho deciso di raccontare il Bloom (ci suonai con i Blak Vomit, la mia punk-band nell’92) con l’intento di farci stare il più possibile, sapendo, da subito, che è impossibile.

Perché i fatti, gli aneddoti, le storie che hanno visto come protagonista questa location sono innumerevoli. Dagli amori sbocciati alle band che “saranno famose” (Nirvana, Primal Scream, Green Day, Sharon Jones, persino gli Havana 3 A.M. la band post-Clash orchestrata da Paul Simonon, tanto per citare alcuni nomi). Tramite un lavoro di sintesi ho voluto immortalare tutti gli input di ieri, oggi (e domani), l’arte degli incontri, gli artisti non solo quando sono sul palco ma anche quando si confondono tra il pubblico, il tu per tu tra ospiti, organizzatori e platea. Con il proposito di riuscire a raccontare alle nuove e future generazioni cosa sta dietro le quinte ad una realtà come questa. Così, per incuriosire ulteriormente e per dimostrare che volendo si può fare. Perché Bloom (r)esiste ed ha saputo attraversare, in modo più o meno indolore e tra alti e bassi, più decenni. Quasi una rarità nel nostro Paese e in certi ambiti in cui sono le culture “altre” ad essere le vere protagoniste.

Ho voluto sottolineare contesti, rapporti con il territorio, percorsi paralleli che si sono sommate agli avvenimenti successi nel locale di Mezzago. Per fare ciò mi sono avvalso della collaborazione di Ezio Riboni, mio inseparabile compagno in questa esperienza e fine cesellatore di immagini, del regista Tino Franco, del fotografo Stefano Borghesi e di Massimo Pirotta che ha coordinato tutto ciò che andava coordinato.

Ho “scartabellato” tra il passato e il presente: dai resoconti dei soci fondatori (con tanto di “prequel” in quanto molti di loro provengono dall’esperienza di Radio Montevecchia, una delle prime radio libere sorte in Italia e che iniziò le sue trasmissioni il 25 dicembre del ’75, cioè nel giorno di Natale…) ai componenti dell’attuale staff. Un “filo rosso” che attraversa la Brianza ma con gli sguardi oltre la stessa.

La colonna sonora è stata affidata quasi interamente a band emergenti, salvo alcune eccezioni, perché questo è sempre stato uno dei punti saldi del Bloom: dare, tra i primi, una possibilità a chi ha avuto difficoltà nel trovarla (seppur meritevoli), cercare nel nuovo che avanza, scrutare dove in pochi lo fanno.

Dentro, anche le impressioni di musicisti, scrittori, performer, esponenti poetry-slam, operatori nel mondo delle cooperative e dell’associazionismo, promoter, giornalisti, critici musicali e cinematografici. Il tutto per fornire una panoramica più ampia possibile.

Tra questi: Aldo Castelli (presidente della cooperativa “Il Visconte di Mezzago che gestisce il Bloom), Andrea Castelli (Shandon, Firewater, Le Mine Vaganti), Andy (Fluon, Bluvertigo), Chiara Pederzoli, Claudio Agostoni, Cristina Donà, Daniela Giombini (Subway Production e tour manager dei Nirvana ’89-’91), Davide Passoni, Davide Sapienza, Diego “Dead Man” Potron, Enrico Molteni (Tre Allegri Ragazzi Morti), Giorgio Monti, Kissing Venus, Lorenzo Monguzzi (Zoo, Mercanti di Liquore, musicista di Marco Paolini), Marco Philopat, Mario Ruggeri, Massimiliano Rossin, Mauro Ermanno Giovanardi, Miko Cantù (The Backseat Boogie), Nando (Senza Benza), Mauro Gervasini, Paolo Agrati, Paolo Castelli, Punkreas, Rodrigo D’Erasmo (Afterhours), Vittoriano Ferioli, Vittorio Pozzati.

Colonna sonora a cura di: Carnival Of Fools, Usual, The Gaffas, Maledetta Dopamina, Jezoo, G. Testa, Melloncek, Psychovox, Diego “Dead Man” Potron, Pipsiranja Posse, Kissing Venus, Babylonish

Buona visione.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Maggio 2018
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