Chicco Colombo, primo dei non eletti: «Ma Crugnola non doveva dimettersi dopo il primo Consiglio?”

Conversazione con Chicco Colombo, primo dei non eletti in Varese 2.0. Se Valerio Crugnola si fosse dimesso dal consiglio, sarebbe stato lui a sostituirlo

galleria ghiggini chicco colombo febbraio 2011

Conversazione con Chicco Colombo, artista, primo dei non eletti in Varese 2.0. Se Valerio Crugnola si fosse dimesso dal consiglio, sarebbe stato lui a sostituirlo.

«Premetto: io stimo Valerio, è un intellettuale raffinato, una persona in gamba. Quello che però gli contesto è innanzitutto il fatto che, una volta eletto, aveva stretto un accordo: che avrebbe partecipato al primo consiglio e poi si sarebbe dimesso per motivi di salute, visto che aveva recentemente avuto un grave malore. E invece siamo ancora qui. Inoltre, è ormai da un anno e mezzo che non lavora più con il movimento. La terza cosa che gli contesto è di non aver saputo reagire a Zanzi: lui è una persona particolare, un leader forte ma anche accentratore, e non nascondo che ci sono stati problemi nel movimento. Ma chi lo ha affrontato ha potuto discutere, spiegarsi e dialogare con lui e alla fine ha dato nuova linfa al movimento. Avrebbe dovuto farlo anche lui. Non è vero però che “non cambia niente”, nella maggioranza, con il suo uscire da Varese 2.0: non è una “faccenda burocratica” ma un momento in cui il civismo perde un pezzo importante».

Se ora sedesse in Consiglio, su cosa lavorerebbe?
«Faccio un’altra premessa: io sono il primo dei non eletti, ma ho sempre ringraziato Valerio per il suo impegno che mi ha impedito di entrare in consiglio, perché il rovescio della medaglia per me sarebbe stato il fatto che avrebbe bloccato molte convenzioni del comune con i miei lavori. Detto questo, ciò che farei riguarda la mia competenza: in campagna elettorale ragionai su “prima i bambini” , perché penso che sia argomento da sempre sottovalutato. E’ invece un tema importante, dal punto di vista culturale e pedagogico: un esempio su tutti è che la biblioteca dei ragazzi, che è ancora là, in un posto non centrale. Io lavorerei per renderla di nuovo centrale. La seconda cosa che farei è sul teatro: che attualmente per carità ha una sua funzione e un suo ruolo, ma è fondato sul nulla, e niente ha intorno: se non piccole attività che andrebbero sostenute maggiormente. Infine sosterrei chi lavora con l’arte, in particolare WG Art e realtà simili, che lavorano sulla città. E lavorerei in particolare su natura e arte, ma non come si sta facendo ora: adesso stiamo usando la natura per fare una programmazione culturale. Raffinata, ma non a tema».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Maggio 2018
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