Comerio: “Un nuovo patto tra generazioni unirà il Paese”

Il presidente di Univa durante l'assemblea generale ha dedicato ai giovani la parte più importante del suo intervento. «Non tanto di redistribuzione vorremmo sentir parlare, ma di politiche per la scuola, per la formazione, per i giovani, per il lavoro»

Lo hanno detto i sociologi, gli economisti e oggi lo dicono anche gli industriali: per salvare l’Italia c’è bisogno di un nuovo patto generazionale. Ai giovani Riccardo Comerio, presidente di Univa, ha dedicato la parte più importante della relazione dell’assemblea generale, quella conclusiva, quella che tira le fila di un discorso molto articolato. Una chiusura che si ricollega all’incipit, dove Comerio ha invitato gli oltre mille industriali presenti nell’assise di Malpensafiere a vedersi come «una collettività».

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«Il nostro impegno – ha detto Comerio – è focalizzato sui giovani. I collaboratori del domani. Coloro che avranno il compito di mantenere vivo questo nostro sistema manifatturiero insieme ai suoi primati. Con loro dobbiamo siglare un patto generazionale. I giovani sono la sfida che deve unire questo Paese».

Il presidente degli industriali va dritto dritto al cuore del problema. Un richiamo indirizzato non solo agli oltre mille imprenditori presenti a Malpensafiere, ma alle istituzioni e alla politica facendo un paragone interessante tra deficit di bilancio e deficit generazionale. «È una questione di numeri – ha detto Comerio – di equilibri tra nuove e vecchie generazioni, ma è anche una questione di qualità delle scelte politiche. Di interventi affinché i giovani possano trovare lavoro, formarsi una famiglia, avere dei figli e allevarli in un Paese accogliente».

La soluzione però secondo il presidente degli industriali non può essere il reddito di cittadinanza «ma la possibilità di dare ai giovani gli strumenti per guadagnarsi un reddito. In futuro. In questo Paese. In questo territorio». Passaggio segnato da un lungo applauso della platea. La notizia del fallimento del governo targato Lega e 5Stelle ha già fatto il giro del mondo, ma Comerio, aprendo il suo intervento, si è limitato a invitare la politica a usare «toni pacati e misurati, con meno polemiche e con più senso di responsabilità per un Paese che merita rispetto».

UNA FILIERA EDUCATIVA LUNGA
«Non tanto di redistribuzione vorremmo sentir parlare, ma di politiche per la scuola, per la formazione, per i giovani, per il lavoro». Secondo il presidente di Univa le imprese, nel nuovo patto generazionale, devono fare la loro parte «spendendo energie e risorse, contatti e tempo per curare ed aiutare lo sviluppo di una filiera educativa lunga non solo formativa». Una precisazione importante perché è fondamentale educare alla cultura d’impresa «c’è uno spread troppo grande tra il valore delle imprese percepito dal Paese e quello che definisce “il valore reale”». L’impresa in questa visione, diventa il luogo ideale per «lo sviluppo delle competenze, per rilanciare la coesione sociale, per mettere alla prova lo spirito competitivo con un sano riconoscimento del merito e della passione nel lavoro. Le imprese di oggi, aperte necessariamente alla globalità, sono un’occasione per conoscere a fondo il mondo e per offrire valide esperienze sia professionali che di vita». E ancora, l’impresa come «medicina sociale», in grado di creare condizioni ideali per lo sviluppo economico e di allargare l’area del benessere e quindi far diminuire le diseguaglianze e le condizioni di disagio sociale. L’impresa, secondo Comerio, deve includere.

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CONTINUITA’ DELLA POLITICA INDUSTRIALE
L’Italia è la seconda piattaforma produttiva a livello europeo e Varese è la sesta provincia manifatturiera italiana iper-specializzata, la quattordicesima in Europa. Per mantenere e incrementare queste posizioni Comerio chiede alla politica di «non sospendere le “cure” che hanno dimostrato di funzionare e hanno dato, dopo anni, un poco di fiato all’economia».

A questo il presidente di Univa aggiunge: la facilità nell’applicazione degli strumenti (iperammortamento, credito d’imposta ecc.ecc), certezza dei tempi e delle regole, efficienza e modernizzazione della pubblica amministrazione, la centralità dell’Europa che va intesa come opportunità e sede naturale per avere un ruolo adeguato in relazioni internazionali sempre più complesse, continuare a investire nelle infrastrutture «prima che sia troppo tardi» e a sostenere le buone idee, promuovendo il DIH (Digital Innovation Hub).

SI PUO’ FARE DI PIU’
I numeri dell’industria italiana sono lusinghieri ma per il presidente Univa non basta. Si poteva fare meglio e di più se le imprese italiane e varesine non fossero state lasciate sole. È per questo che dalla platea di Malpensafiere Comerio lancia una sfida alla politica: «Riprendere le redini della nostra crescita». C’è uno scarto importante tra ciò che si vuole costruire e ciò che offre il sistema Paese. «Non siamo, e non vogliamo essere, gli imprenditori che rivendicano – ha precisato Comerio -. Siamo gli imprenditori che chiedono di poter fare il loro lavoro in un contesto più semplice. E, nel farlo, vogliono dare una mano a ricostruire unitarietà, equilibri, orgoglio, visioni e prospettive. In un’Italia più efficiente. Ma anche meno conflittuale e più generosa».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 28 Maggio 2018
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