Heysel, la tragedia allo stadio che nessuno dimenticherà

A distanza di 33 anni, è ancora viva la memoria, tra i tifosi presenti allo stadio e non solo. Quel giorno alla finale Juventus-Liverpool c'erano anche alcuni varesini

Italia Mondo generiche

A distanza di 33 anni, ancora viva è la memoria della strage dell’Heysel.
Un dramma che coinvolse semplici tifosi, che toccò ogni parte d’Italia, che ha segnato le famiglie di trentanove persone ma anche la vita di centinaia di sopravvissuti.

«29 maggio 1985 ore 19,00: un giorno come un altro per un bambino di 10 anni» racconta ad esempio il nostro lettore Andrea, a cui la tragedia è rimasta impressa nella memoria e che questa mattina ci ha inviato la foto della lapide commemorativa presente allo stadio dell’omonimo quartiere di Bruxelles. «Ero in cortile con i miei amici a giocare con il pallone sognando la finale di Coppa Campioni, Juventus-Liverpool che si stava per disputare a Bruxelles. Finito il nostro sogno, con i miei amici di infanzia ci prepariamo per andare a vivere la realtà di quella partita, che purtroppo in un breve momento diventa un terribile incubo».

«Alle 19.20 alcuni Hooligans si spinsero con forza nella curva Z occupata da alcuni italiani. Impauriti gli italiani cercarono di fuggire e il muro di cinta crollò per il troppo peso. Stavamo assistendo non ad una serata di gioia e sport, ma ad una tragedia con immagini di disperazione, gente sperduta e dolore, in cui morirono 39 persone di cui 32 italiane, e ne rimasero ferite oltre 600. La pagina più brutta nella storia del calcio. Per non dimenticare». La strage fu l’apice, in termini di violenza, del fenomeno degli hooligan inglesi, tra anni Ottanta e Novanta. La strage nello stadio di Bruxelles viene spesso erroneamente associata alla più grave strage in ambito sportivo mai avvenuta in Europa, quella di Hillsborough a Sheffield (inizialmente attribuita agli hooligan, si dimostrò poi causata da imperizia della polizia)

More’ anche un tifoso originario di Varese, Giancarlo Bruschera, 34enne di Taino, a cui è stato dedicato il campo sportivo del paese.
Nel 2010 VareseNews ha curato uno speciale, in occasione del 25° anniversario, con due storie di tifosi presenti quel giorno:

Gigi: «Heysel, la notte prima del massacro»

Claudio: «Una bottiglia frantumata e tanto sangue: la strage iniziò così»

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 29 Maggio 2018
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