La polizia penitenziaria compie 201 anni

La ricorrenza ai Miogni, dove è stata ricordata l’attività operativa dell’anno passato

Avarie

«Quotidiano far fronte a situazioni complesse».
Fa piacere ascoltare le parole di Sergio Mattarella, Capo dello Stato lette oggi, mercoledì 23 maggio, “quel” mercoledì, anniversario della strage di Capaci, sotto lo sguardo dei giudici Falcone e Borsellino ritratti in un dipinto al pian terreno dei Miogni dove si è celebrato il 201° anniversario della fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria.

C’erano il direttore Gianfranco Mongelli, c’era il commissario coordinatore, il Comandante Alessandro Croci e una rappresentanza delle sessanta guardie carcerarie che lavorano nella casa circondariale varesina.

Una struttura datata, che ogni giorno presenta il conto dei suoi anni ma che si confronta con la sfida carceraria che è sì sorvegliare e punire, ma anche riabilitare.

E non solo. Per gli agenti di polizia penitenziaria il servizio non si traduce unicamente nell’attività all’interno del carcere, ma anche in quella esterna di conduzione dei detenuti a giudizio, e del controllo del perimetro esterno la struttura: un quadrivio dove più di un automobilista si è accorto che anche la Penitenziaria può fare le multe.

E poi, tutto sommato, sapere che qualche agente in più è sulle strade attorno al carcere, può essere importante per cittadini e residenti nell’infondere senso di sicurezza percepita. E garantita.

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I Miogni hanno 70 detenuti, nella media nazionale, in spazi che rispecchiano i contenuti delle ultime normative. Vi è alta mobilità in questa struttura: il dato più importante di tutti sono le 228 “traduzioni” annue. Vuol dire che ci sono spostamenti in media quasi tutti i giorni e ciò si palesa in un intenso sforzo logistico che deve garantire la sicurezza degli spostamenti, che avviene con almeno tre guardie carcerarie ogni detenuto.

Nell’anno passato ci sono state 185 immatricolazioni di detenuti per ingressi alla libertà o provenienti da altri istituti, dimissioni in libertà di 84 unità, trasferimenti in altri istituti per 41 unità e dimissioni per concessione di arresti domiciliari per 30 unità.

Non si sono verificati suicidi e neppure tentativi; sono stati 50 gli eventi critici trattati, vedi scioperi della fame, liti, autolesionismo, manifestazioni di protesta o altro.

Una curiosità: sono state erogate due sanzioni amministrative per acquisto di oggetto contraffatto e in un caso per una bestemmia.

Per i controlli stradali sono state elevate multe per 372 euro e fatti saltare 9 punti della patente

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 23 Maggio 2018
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