Roberto Plano insegnerà in una delle scuole musicali più prestigiose al mondo

Il pianista di Induno Olona ha vinto il concorso per la cattedra di pianoforte all'Indiana University Jacobs School of Music di Bloomington, negli Stati Uniti

Induno Olona - Roberto Plano

Nuovo grande successo professionale per Roberto Plano, il pianista di Induno Olona ormai lanciato nel panorama musicale internazionale.

Plano, alla fine di un concorso internazionale suddiviso in diverse prove, è risultato vincitore della cattedra di pianoforte presso una delle istituzioni musicali più prestigiose al mondo, l’Indiana University Jacobs School of Music di Bloomington, Indiana, negli Stati Uniti.

Nata nei primi del Novecento, la Jacobs School of Music ha più di 1600 studenti e deve il suo nome odierno all’ incredibile donazione di 40 milioni di dollari che Barbara e David Jacobs fecero alla Scuola nel 2005. Molti i grandi musicisti celebri del passato che vi hanno insegnato, da Jorge Bolet a Iannis Xenakis, da John Ogdon a János Starker, senza dimenticare l’italiano Franco Gulli.

Nel 1982 Bernstein soggiornò lungamente presso la Scuola scrivendo lì la sua ultima opera, A Quiet Place; il legame con il nome di Bernstein non si è mai affievolito, tanto che la famiglia ha deciso recentemente di donare alla Jacobs School tutti gli oggetti dello studio del grande musicista americano, incluso lo sgabello da direttore che Bernstein usava quando dirigeva la Filarmonica di Vienna (appartenuto in passato a Johannes Brahms).

Attualmente la Jacobs School ha più di 170 docenti, tra i quali spiccano grandi nomi del concertismo internazionale come il violinista Joshua Bell, il direttore d’orchestra Leonard Slatkin e i pianisti André Watts, Menahem Pressler (Trio Beaux Arts) e Arnaldo Cohen (vincitore Busoni 1972), ed ora anche il musicista indunese.

Vincitore del Cleveland International Piano Competition e premiato ai Concorsi Van Cliburn, Honens, Geza Anda, Dublino, Valencia e Sendai, da alcuni anni Roberto Plano ha intrapreso una carriera internazionale che lo ha portato ad esibirsi in sale quali Lincoln Center e Steinway Hall (New York), Herculessaal e Gasteig (Monaco), Wigmore Hall e St. John’s Smith Square (Londra), Salle Cortot (Parigi), National Concert Hall (Dublino), Sala Verdi, Teatro Dal Verme e Auditorium di Milano, Teatro Donizetti (Bergamo), Teatro Manzoni (Bologna), Parco della Musica (Roma), per prestigiosi festival quali tra gli altri il Festival Michelangeli di Brescia e Bergamo, MusicaRivaFestival, Chopin Festival di Duszniki (Polonia), Ravinia Festival, Gilmore International Keyboard Festival, Portland International Piano Festival (Usa), lo Stellenbosch Piano Symposium (Sudafrica) e il Bologna Festival – Grandi Interpreti.

Ha suonato come solista con prestigiose orchestre tra cui Houston Symphony, archi dei Berliner Philarmoniker, Kremerata Baltica, RTE National Symphony Orchestra, Konzertverein Orchestra, Festival Strings Luzern, Orchestra Sinfonica Verdi, con celebri direttori d’Orchestra quali Sir Neville Marriner, Pinchas Zuckerman, James Conlon, Miguel Harth-Bedoya, Gianluigi Gelmetti, Donato Renzetti.

Nel luglio 2013 e nel febbraio 2015 il mensile Amadeus gli ha dedicato la copertina allegando un Cd in cui interpreta le Sonate op. 1 di Luchesi in prima registrazione mondiale e un’antologia di musiche Scriabiniane.

Roberto Plano ha inciso per Sipario, Azica, Arktos, Concerto, Suonare Festival e Brilliant Classics, ed è di recentissima pubblicazione il suo disco di debutto per Decca con l’incisione integrale delle Harmonies Poetiques et Religieuses di Liszt, opera che mancava nel catalogo della grande casa discografica inglese da più di 50 anni. Ha collaborato con celebri quartetti d’archi (Cremona, Takacs, Fine Arts, St. Petersburg, Vogler, Henschel, Jupiter) e con solisti quali Enrico Bronzi, Ilya Grubert, Gabriele Cassone, Giovanni Scaglione, Paola Del Negro – con cui suona in duo pianistico da diversi anni – e il pianista jazz Paolo Paliaga, con il quale ha inciso un disco – Inspiration – dedicato alla fusione tra musica classica e jazz. Ha tenuto Masterclasses nelle maggiori Università americane, in Giappone, a Taiwan e a Singapore.

Per i suoi meriti artistici è stato invitato dal Senatore Thad Cochran presso lo U.S. Capitol a Washington e nominato Socio Onorario dal Lions Club Varese Prealpi, che già gli aveva assegnato il Premio Lumen Claro. E’ stato definito dal Chronicle il “Pavarotti del pianoforte” per il suo liricismo, definito l’erede di Rubinstein e Horowitz dal commentatore radiofonico di Chicago P. Harvey e additato come uno tra i più grandi interpreti di Scriabin dal critico americano John Bell Young.

Il New York Times ha scritto di lui: “Questo pianista italiano ha mostrato una maturità artistica che va ben oltre la sua età anagrafica; una meravigliosa purezza e una padronanza delle suggestioni più profonde hanno caratterizzato le sue interpretazioni. Plano ha dato dimostrazione di virtuosismo levigato a livelli di competizione tanto quanto di profondità musicale”.

Titolare della cattedra di pianoforte alla Boston University dal 2016, è diventato nel gennaio del 2018 il primo pianista italiano a vincere l’American Prize nella sezione solisti professionisti.

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Pubblicato il 17 Maggio 2018
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