Astuti (Pd): «Disoccupazione frontalieri, dobbiamo fare fronte comune»
Il tema della disoccupazione per i frontalieri che lavorano in Svizzera è stato affrontato a Bruxelles. Astuti chiede una posizione univoca dell'Italia
Il consigliere regionale del Pd e componente della Commissione speciale rapporti tra Lombardia e Confederazione elvetica Samuele Astuti è intervenuto questa mattina sulla sulla questione della disoccupazione per i frontalieri che lavorano in Svizzera.
«La partita che si sta giocando in questi giorni a Bruxelles è molto importante per i nostri lavoratori frontalieri – dice Astuti – E tutti i rappresentanti politici italiani dovrebbero remare dalla stessa parte a proposito della possibilità di veder attribuita la disoccupazione ai frontalieri dallo Stato in cui lavorano. Quindi, nel caso specifico, dalla Svizzera».
I Ministri della Sicurezza sociale della Ue hanno affrontato il tema del coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale dei Paesi membri: «In particolare – spiega Astuti – verrebbe riscritto un articolo di un regolamento che intende introdurre nuove disposizioni per il versamento delle indennità di disoccupazione ai lavoratori frontalieri e altri lavoratori transfrontalieri che, durante il loro ultimo periodo di attività, risiedevano in uno Stato membro diverso dallo Stato membro competente. In pratica, queste persone devono essere trattate come se risiedessero nello Stato in cui lavorano. Nel caso dei frontalieri lombardi, è l’introduzione del diritto a ricevere la disoccupazione dalla Svizzera».
Tuttavia, sulla disoccupazione dei frontalieri non c’è al momento una posizione condivisa e in particolare il Lussemburgo è contrario. Posizione sposata anche dalla Svizzera che, pur non essendo membro della Ue, verrebbe interessata dalle modifiche in ragione dell’appartenenza al sistema della libera circolazione.
«La Svizzera ha riconosciuto recentemente il diritto alla disoccupazione parziale per i frontalieri – spiega il consigliere regionale – Osteggia, invece, l’allargamento a tutta la platea sostenendo che sarebbe un costo eccessivo per le sue casse. Chiediamo ai consiglieri, parlamentari nazionali ed europei lombardi di fare fronte comune per il bene dei nostri 60mila cittadini che lavorano oltre frontiera sostenendo la novità proposta dal Consiglio europeo».
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