Burgos e la caciara degli italiani

L’arrivo nelle città è sempre difficile per i tanti chilometri in periferia e nelle zone commmerciali. La domenica poi è tutto surreale

cammino di santiago atapuerca marco giovannelli

Da Atapuerca a Burgos è la classica tappa di trasferimento, la meno bella percorsa finora. Sono 20 km e si cammina quasi interamente su asfalto costeggiando soltanto alcuni punti con panorami accettabili.
“Del resto il cammino è così – mi dice Marie Cristine che è partita da casa sua vicino a Lourdes e arriverà fino a Finisterre – bella natura, villaggi, ma anche periferie e zone industriali. Noi camminiamo lo stesso”.

Sarà anche vero, se il bus che hanno preso in diversi fosse passato poco dopo, invece di un’ora, quei 10 km magari me li sarei risparmiati. Invece tenace come sempre mi sono dato una mossa per arrivare in centro già per mezzogiorno.

Lungo la strada un altro punto ristoro originale alimentato da due bambine, Vanessa e Laura che subito dopo l’aeroporto hanno aperto il loro tavolino, messo un ombrellone e vendevano piccoli braccialetti fatti da loro, ma soprattutto lemonada. Di nuovo a donativo, la parola magica per aver interazione. Come non fermarsi e aprire così per primo il piccolo mercato con il pellegrino? La lemonada poi non era male.

In città, a parte i dieci chilometri non dei più piacevoli, scopri subito che il pellegrino è molto considerato, ma si perde come è normale che sia. Quello però che ha avuto un impatto notevole è stato mettermi in fila per l’ostello municipal proprio dietro la cattedrale. Una struttura nuova e funzionale ristrutturata nel 2008 che può ospitare 150 pellegrini. Costo 5 euro.

Tutti in fila come allocchi anche perché arrivati più o meno a ridosso dell’apertura. Lì ho cercato di non far scoprire la mia provenienza dopo aver ascoltato un italiano, al telefono tutto il tempo, impegnato in una conversazione da registrare: “Sono a Burgos e siamo in fila perché sono in due, ma per finta perché lavora solo uno. Si, si ho già fatto dodici tappe e mi sento già un po’ cambiato”. Chissà se intendeva la biancheria o altro. Altri due gruppetti di italianp invece sono partiti e procedono insieme. Due ragazzi si scambiano battute sulle americane che ci stanno, e uno ha pure rimandato la partenza ed ha cambiato ostello perché lì ci puoi stare solo una notte.

Insomma, Burgos deve esser un incrocio di mondi e anche di esperienze diverse e va presa così. Un po’ come diceva la francese rispetto al cammino, è tante cose diverse. La città esprime solo la faccia turistica perchè a differenza dall’Italia qui la domenica è tutto chiuso. Tutto che significa tutto.

Poco riposo e via a visitare la cattedrale. Un gioiello, o meglio una intera gioielleria perché contiene un immenso patrimonio artistico e religioso di epoche diverse. Una chiesa maestosa su più livelli e con più stili che merita addirittura un viaggio solo per visitarla.

Mi sono preso del tempo anche per andare a completare il giro di ieri ad Atapuerca e conoscere così da vicino i reperti originali nel museo dell’evoluzione umana. Due strutture che sono patrimonio dell’umanità e con ragione perché la cattedrale è un’opera maestosa e Atapuerca ci consente di conoscere qualcosa di più dei nostri antenati e quindi di noi stessi.

Il tempo è meraviglioso e per almeno i due prossimi giorni promette un gran caldo. Proprio quello che ci voleva per affrontare con serenità le mesetas. Si morirà sotto il sole e così domattina alle 6 sarà bene esser già in cammino.
Un paio di note dolenti: i piedi tornano a lamentarsi e io ad esser azionista della Conpeed. Solo una vera vescica ma alcuni punto molto doloranti. Con questi anche il ginocchio sinistro, ma lui ha proprio ragione e non dovrei affaticarlo troppo, ma allora invece del cammino dovevo fare abbonamenti a Netflix, Sky e disporre un’intensa attività sul divano.

La seconda pessima notizia è lo smarrimento del doccia schiuma. Pazienza, direte. E già. Trovalo ora a Burgos dove al di là di bocadillos, carne, cerveza non si vende altro. Pazienza. Domani per strada speriamo di trovare un piccolo market e fermarmi a far spese. Domani teoricamente sarebbero 31 chilometri. Vedremo.

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Pubblicato il 24 Giugno 2018
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