Confapi cambia pelle: le imprese vogliono più collegialità e nuovi strumenti

Il nuovo corso rappresentato dal presidente Marco Tenaglia e dal direttore Piero Baggi ha rivoluzionato l'associazione, risanato i conti, riorganizzato i territori e il personale. Tenaglia: «Le aziende chiedono un maggiore coinvolgimento e soprattutto decisioni e servizi coerenti con il nuovo tempo»

Confapi

La festa per i 70 anni è stato il primo segnale che in Confapi il clima è completamente cambiato. Il confronto non è con la passata gestione – sarebbe ingeneroso  – quanto piuttosto con il nuovo tempo che avanza. L’uscita dalla crisi economica è infatti solo il prologo di un cambiamento che sarà ben più profondo nei rapporti tra imprese e associazioni datoriali. Il tema della rappresentanza è così centrale in questa fase di riorganizzazione che il presidente Marco Tenaglia e il direttore Piero Baggi lo hanno collocato tra le voci principali del loro primo anno di bilancio associativo. «Le modifiche allo statuto fatte nel 2016 – spiega Tenaglia – ci hanno consentito di operare in modo più collegiale e meno piramidale, tanto che il consiglio è diventato una vera esperienza per gli associati. Nessuna sovrapposizione di ruoli e più coinvolgimento degli imprenditori».

La filosofia di Tenaglia e Baggi si basa sulla condivisione delle responsabilità che deve rimodellare tutti i ruoli. «Stimolando la collegialità – continua il presidente di Confapi – abbiamo ottenuto una costante presenza degli associati e una grande partecipazione nelle riunioni della giunta e del consiglio direttivo. L’associazione oggi è un luogo vivo e attivo».
(nella foto da destra: Marco Tenaglia e Piero Baggi)

IL RISANAMENTO FINANZIARIO

Il cambio dei vertici è coinciso anche con il risanamento finanziario di Confapi che aveva un deficit di circa 200mila euro. Compito piuttosto gravoso in una società dove la voce di costo più consistente è il personale. Tenaglia e Baggi non hanno licenziato nessuno procedendo invece a un migliore utilizzo delle risorse umane. «È stata recuperata efficienza sia per la parte associativa che per quella dei servizi (Apiservizi srl) – spiegano i vertici dell’associazione –  grazie al contributo determinante di Roberto Difrancesco che ha dato una nuova visione. È stata chiusa la sede di Gallarate, le cui attività sono state trasferite a Varese, mentre è stata ulteriormente potenziata la sede di Saronno dove sono raddoppiati gli spazi per fare formazione».

Confapi negli ultimi due anni ha dato grande attenzione al tema del lavoro, sposando una visione più “interventista”. La difficoltà che hanno le imprese, soprattutto quelle piccole, nel trovare personale specializzato è uno dei punti di debolezza del sistema paese. In compartecipazione con Upel (Unione provinciale enti locali), l’associazione ha aperto lo sportello unico lavoro in sei comuni della provincia per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e facilitare la formazione e la riqualificazione professionale. Lo sportello lavoro ha avuto 386 accessi con un tasso di ricollocazione pari al 5% . Un risultato importante considerato che si trattava di  disoccupati  con pochissime competenze e appartenenti alle due fasce d’età più a rischio: fino a 25 anni e oltre i 45 anni. Il servizio di intermediazione ha avuto invece 153 richieste, il 20% delle quali si è concluso con un inserimento lavorativo.

I CORPI INTERMEDI HANNO ANCORA SENSO

«Abbiamo valorizzato le competenze – sottolinea Baggi – determinando con chiarezza ruoli e e obiettivi comuni che vengono focalizzati poi nelle varie aree. In questo modo la struttura è stata resa più efficiente, primo passo per riportare a posto i conti che erano il risultato di una situazione critica dell’intero contesto economico degli ultimi anni. E poi ci siamo ridati un ruolo, meno autoreferenziale e più rivolto alle esigenze delle imprese».

La questione del risanamento del bilancio di Confapi è importante, certo, ma Tenaglia e Baggi sanno bene che è solo un piccola tessera all’interno del complesso mosaico disegnato dalla crisi economica e  dalla digitalizzazione che ha ridefinito ruoli e rapporti di forza nell’economia . Il vero tema al centro di questo cambiamento è dunque il ruolo delle associazioni di categoria nel nuovo ordine mondiale. «Il nuovo paradigma ha cambiato totalmente il nostro rapporto con le imprese – conclude Tenaglia. Perciò Confapi ha dovuto trovare nuovi strumenti per ridare senso al suo essere corpo intermedio, e l’unico modo per farlo era andare incontro ai nuovi bisogni delle imprese. Il cambiamento è stato un percorso obbligato perché a un certo punto ci siamo resi conto che le aziende si aspettavano qualcosa di diverso da noi, a partire da un maggiore coinvolgimento e soprattutto decisioni e servizi coerenti con il nuovo tempo. Il risultato immediato è stato il ritorno massiccio alla vita associativa, compreso quello dei giovani imprenditori».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 12 Giugno 2018
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