Insubria e Liuc promosse a pieni voti da Almalaurea

Presentato il Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati. Tra i 74 atenei che aderiscono al consorzio, le due realtà locali brillano per i risultati

Laureati in festa alla Liuc

Laureati soddisfatti negli atenei del Varesotto. È la fotografia che emerge dall’ultimo rapporto di Almalaurea, il consorzio di 74 università italiane, che annualmente redige il Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati. I dati, presentati questa mattina a Torino, danno sicuramente una descrizione positiva dei percorsi offerti sia dall’Università dell’Insubria sia dalla Liuc Carlo Cattaneo.

Il Rapporto di AlmaLaurea sul Profilo dei laureati ha analizzato le performance formative di oltre 276 mila laureati nel 2017: in particolare, 157 mila laureati di primo livello, 81 mila laureati nei percorsi magistrali biennali e 36 mila laureati a ciclo unico; il Rapporto di AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale ha analizzato oltre 630 mila laureati di primo e secondo livello nel 2016, 2014 e 2012 contattati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.

UNIVERSITA’ DELL’INSUBRIA

I laureati nel 2017 dell’Università dell’Insubria coinvolti nel XX Rapporto sul Profilo dei laureati sono 1.628. Si tratta di 1.152 di primo livello, 180 magistrali biennali e 292 a ciclo unico; i restanti sono laureati dei corsi pre-riforma.

Gli iscritti all’Università dell’Insubria si laureano prima rispetto ai colleghi di altre università: l’età media alla laurea, infatti è pari a 25,5 anni per il complesso dei laureati, (24,8 anni per i laureati di primo livello e i 26,9 anni per i magistrali biennali) la media nazionale è 26. Ben 61,1 laureati su cento terminano l’università in corso, contro una media del 51,1 per cento a livello nazionale: in particolare, sono il 63% tra i triennali, il 45,9% tra i magistrali a ciclo unico e il 75% tra i magistrali biennali. 

Il voto medio di laurea all’Insubria è 100,9, a livello nazionale il voto medio è 102,7; in particolare, 99 per i laureati di primo livello e 107,6 per i magistrali biennali. 

Alla voce “Tirocini, studio all’estero e lavoro durante gli studi” i laureati Insubria sono nella media rispetto agli altri: il 56,7% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi, 57,9% a livello nazionale e le esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) riguardano il 11% dei laureati, stesso valore a livello nazionale 11,1%. Leggermente più alto rispetto alla media è invece il valore dei laureati che  ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 70,6% contro una media nazionale del 65,5%.

Per quanto riguarda la voce “cittadinanza, provenienza e background formativo” la quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 4,2% (dato nazionale 3,5%): il 4,0% tra i triennali (dato nazionale 3.1%) e il 5,0% tra i magistrali biennali (dato nazionale 4,6). Il 5,8% dei laureati proviene da fuori regione; in particolare è il 5,2% tra i triennali e il 6,7% tra i magistrali biennali.

È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico e linguistico) il 53,1% dei laureati: è il 47,7% per il primo livello e il 53,9% per i magistrali biennali. Possiede un diploma tecnico il 31,3% dei laureati: è il 35,9% per il primo livello e il 31,7% per i magistrali biennali. Residuale la quota dei laureati con diploma professionale.

I Laureati Insubria risultano anche soddisfatti dell’esperienza universitaria: l’91,5% dei laureati è soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso.  L’89,2% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’84,6% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, il 78,3% dei laureati considera le aule adeguate. E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Il 68,9% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 5,3% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso».

Il Rapporto sulla Condizione occupazionale dei laureati ha riguardato complessivamente 2.268 laureati dell’Università dell’Insubria.

Il 63,2% dei laureati triennali ha deciso di immettersi sul mercato del lavoro: a un anno dalla laurea il tasso di occupazione è dell’80,9%, molto più alto di quello nazionale che è del 71,1% e il guadagno medio è 1.276 euro contro 1.107 euro mensili netti.
Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato?« Si è presa in esame l’efficacia del titolo, che combina la richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e l’utilizzo, nel lavoro, delle competenze apprese all’università – si legge nel Rapporto -. Sono il 56,3% gli occupati che considerano il titolo molto efficace o efficace per il lavoro che svolgono» la media nazionale è del 52,8%.
Per i laureati magistrali a un anno dal titolo il tasso di occupazione è l’84,4% e a cinque anni dal titolo sale all’94,1%, e retribuzioni a 1659 euro mensili netti.

Ma dove vanno a lavorare? Il 78,5% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 20,0% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (0,8%). L’ambito dei servizi assorbe il 73,8%, mentre l’industria accoglie il 23,8% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.

LIUC – CARLO CATTANEO

Il 44% dei laureati della LIUC – Università Cattaneo ha svolto un periodo di studio all’estero (tramite Erasmus, Exchange, Doppio Titolo ecc): un risultato che pone la LIUC al primo posto (contro la media complessiva del 12,8%) a livello nazionale fra gli atenei iscritti ad Almalaurea.

«Un dato – commenta il Rettore della LIUC, prof. Federico Visconti – che ha un significato ben preciso: alla LIUC le opportunità per andare all’estero ci sono, ma soprattutto si parte davvero. I piccoli numeri ci permettono di garantire a tutti gli studenti che fanno richiesta e che sono in possesso delle competenze linguistiche, di poter completare la propria esperienza formativa con questo fondamentale tassello».

Una riflessione, quella del Rettore, che si estende anche agli stage: oltre il 70% dei laureati LIUC, infatti, ha effettuato uno stage durante il percorso di studi: «Anche la lettura di questo dato – continua Visconti – parte da un elemento concreto, ovvero lo stretto rapporto degli studenti con il Career Service dell’Università, che non si limita a seguirli dopo la laurea ma li supporta fin dal primo passo nel mondo del lavoro. Tutto questo grazie a un legame strettissimo tra l’Università e le impresebasti pensare che da quest’anno abbiamo istituito un Premio per la Migliore Esperienza di Tirocinio in Azienda della Scuola di Ingegneria Industriale, che verrà assegnato il prossimo 18 giugno».

I dati relativi alla condizione occupazionale dei laureati LIUC si confermano molto positivi rispetto alla media Almalaurea. A un anno dalla laurea, l’84,6% dei laureati in Economia (laurea magistrale) risulta occupato (contro un dato complessivo degli atenei del consorzio pari al 78,6%), per poi salire al 92,9% a 3 anni e al 98,9% a 5 anni (+7,8% rispetto allo scorso anno). Il tasso di disoccupazione ad un anno dalla laurea è pari al 9,9% e scende fino a zero a 5 anni.

Per Ingegneria, invece, il tasso di occupazione a un anno dalla laurea è pari all’89%. A 3 anni è del 93,8% e a 5 anni del 94,9%. Infine, a un anno dalla laurea il 66,7% dei laureati in Giurisprudenza si inserisce nel mondo del lavoro, contro una media Almalaurea pari al 57,8%.

Anche i tempi di attesa per l’inserimento nel mondo del lavoro diventano sempre più ridotti: 2,4 mesi per Economia, 2 per Ingegneria (inferiore di un mese rispetto allo scorso anno), 2,1 per Giurisprudenza.

La LIUC spicca anche nella riuscita degli studi universitari (a Economia il 95% conclude gli studi in corso, a Ingegneria l’88%, secondo dato migliore tra gli atenei del consorzio) e nei giudizi sull’esperienza universitaria (oltre il 90% esprime un giudizio positivo sul corso di laurea).

 Per conoscere tutti i dati: www.almalaurea.it.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Giugno 2018
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