Se non giocano all’aperto i bimbi faticano a muoversi

2 o 3 ore a settimana di attività sportiva non garantiscono da sole lo sviluppo fisico globale che si ha naturalmente con la pratica quotidiana del gioco libero in cortile o sui prati

capriola

La comunità scientifica è compatta: se i bambini non sanno più muoversi non è per la scarsa attività sportiva, ma per la mancanza di gioco libero quotidiano sui prati e nei cortili, quello quello che permetteva lo sviluppo armonico involontario del corpo.
Troppo spesso chiusi in appartamento tra tablet, tv e videogiochi, i bambini hanno smesso di passare i loro pomeriggi a correre, saltare, arrampicarsi, cercare l’equilibrio su un muretto. E lo sviluppo fisico e psicomotorio ne risente.

Secondo Sergio Duniani, docente di Scienze del Movimento all’Università di Milano, due ragazzi su tre non sanno eseguire una capovolta in avanti. Un movimento che un tempo si imparava spontaneamente rotolando e strisciando sui prati attorno ai 6 anni, diventa un’abilità da dover insegnare a scuola: “Ma doverlo fare su ragazzi di 11 o 12 anni che magari pesano già 40 chili significa recuperare un ritardo”.
E spostandosi verso su il panorama non migliora: “La scomparsa del gioco di strada ha provocato danni incalcolabili – afferma Annalisa Zapelloni, portavoce dei docenti di educazione fisica romani – Chi non si è mai arrampicato su un albero non ha forza nelle braccia e nelle gambe ed è privo del senso dell’equilibrio”.
Le osservazioni empiriche quotidiane di pediatri e docenti di educazione fisica sulla scarsa capacità di coordinamento visuo-spaziale si aggiungono ai pochi dati delle ricerche sul campo, come lo studio dell’Istituto regionale ricerca educativa del Lazio che stima un calo del 1% l’anno della resistenza fisica degli adolescenti a partire dal 2005. «Tanti quindicenni non sanno andare in bici – spiega Mario Bellucci, tra gli autori dello studio – il camminare è ridotto a pochi metri al giorno e il livello di mineralizzazione delle ossa si abbassa”. Anche per questo aumentano gli infortuni: la muscolatura è poco tonica, al punto da creare anche problemi di postura.

Il problema è sempre più diffuso e riguarda anche i bambini iscritti a corsi di attività sportive: 2 o 3 ore a settimana di attività sportiva non garantiscono da sole quell’armonia dei movimenti e lo sviluppo fisico globale che si ha naturalmente con la pratica quotidiana del gioco libero in cortile o sui prati. Rincorrersi, saltare, arrampicarsi permettono non solo lo sviluppo del fisico, ma favorisce la logica. Attraverso gli schemi motori e la relazione fisica i bambini apprendono i concetti di prima a dopo, di spazio, di concatenazione causa-effetto. Il movimento migliora lo sviluppo cognitivo dei bambini.

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Pubblicato il 28 Giugno 2018
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