Progetto Concittadino: “Il segreto dell’unità? ritrovarsi su progetti comuni”

Parla la lista civica di maggioranza nata a sostegno di Dino de Simone, che ha costruito un solido gruppo lontano dalle polemiche

Generico 2018

(nella foto, da sinistra: Francesca Cuffaro, Dino De Simone, Natalino Bianchi, Enzo Laforgia)
Quando si parla di “componente civica” della maggioranza di Varese troppo spesso si parla di due sole liste: quella del vicesindaco Zanzi, Varese 2.0, e quella del sindaco Galimberti, che porta il suo nome.

Ma, lontana dalle polemiche e con una buona dose di determinazione, un’altra lista civica sta lavorando nella maggioranza con una invidiabile dose di unità al suo interno. Si tratta di Progetto Concittadino, la lista che si è costituita per sostenere alle primarie Dino de Simone e che ora esprime l’assessore all’ambiente e sport.

La lista, che si è costituita in associazione, il cui presidente è Natalino Bianchi e vicepresidente Francesca Coffano, prevede 20 soci formalmente iscritti, a cui si aggiunge circa una dozzina di simpatizzanti attivi. Progetto Concittadino ha al lavoro 9 delegati, su altrettante commissioni consiliari: le uniche commissioni che il loro consigliere eletto, Enzo Laforgia, segue direttamente sono infatti la commissione Cultura e Turismo, di cui è presidente e la commissione Urbanistica.

Oltre alla assemblea annuale, che è dovuta nelle associazioni ed è di norma, con cadenza mensile si svolgono anche  riunioni “plenarie” che coinvolgono iscritti e simpatizzanti: una attività per nulla scontata nelle formazioni varesine.

«Il tema della partecipazione e della condivisione continuiamo a sostenerlo anche nell’ambito della maggioranza che governa la città, con una presenza plurale nei vari ambiti e la sollecitazione continua affinché su ogni tema siano mantenuti spazi di confronto e di elaborazione comune delle proposte. Non sempre è facile, ma noi ci proviamo lo stesso. Ad esempio, delle riunioni di maggioranza periodiche, che abbiamo fortemente caldeggiato fin da subito. sono una bella impresa da ottenere» spiega Francesca Coffano.

“LA NOSTRA IDEA DI CIVISMO: LA COSTRUZIONE DI UNA COMUNITA’”

«La nostra idea di civismo è quella di avvicinare i cittadini al governo della città (e viceversa) coinvolgendo energie e competenze, che sono diffuse ma che faticano ad emergere tramite i partiti tradizionali. È la costruzione di una Comunità, dove i cittadini non si limitano a chiedere l’erogazione di servizi all’Amministrazione ma provano ad assumere un ruolo attivo». Continua Natalino Bianchi.

L’idea di fondo del gruppo è: «Creare un ponte tra l’amministrazione e i cittadini, far trovare un modo diretto e spontaneo, senza la rigidità di un partito, per far intervenire il cittadino. voglia di partecipare e dire la propria e competenza in giro ce n’è: si tratta di canalizzarla».

DAL “FUORINATURE” ALLE CONVERSAZIONI DI QUARTIERE: PROSSIMI IMPEGNI

«Dopo l’iniziativa 10×9  (10 incontri ognuno con un assessore, concluso con l’incontro don il sindaco, ndr) abbiamo deciso di rinnovare i momenti d’incontro portandoli nei quartieri. Così dopo l’estate andremo a dialogare “da vicino” con i cittadini insieme agli Assessori, per favorire l’ascolto e la risoluzione dei problemi quotidiani – spiega Coffano – Poi abbiamo in mente una iniziativa “alternativa” in occasione del festival di Nature Urbane per aprire una dimensione più “popolare”, con micro eventi che si svolgeranno nella case di cittadini, che si presteranno ad aprirle anche in assenza di giardini o parchi».

UNA VERA “FISSA”: IL REGOLAMENTO DEI BENI COMUNI

Un argomento su cui l’assessore De Simone insiste e la lista sta continuando a lavorare da mesi è arrivare all’approvazione – che sembra ormai imminente – del regolamento comunale per l’amministrazione condivisa dei beni comuni, «Il che rappresenterà un salto culturale netto nella costruzione di una collaborazione paritaria tra Comune e cittadini – spiega Coffaro – Il “bene comune” è tutto ciò che è città. Una delle prime cose è stato adottare via Como: io per esempio partivo 20 minuti prima per andare in stazione e “adottavo via Como” cioè la sistemavo, me ne prendevo cura, buttavo via le cartacce. E’ vero che sono cose che “deve fare il comune”, ma lo devono fara anche di tutti i cittadini».

Il primo comune a disciplinare il rapporto tra cittadino e comune, in un rapporto paritario, è stato Bologna. «parte dal presupposto che i cittadini o gruppi di cittadini si prendono cura di un pezzo di città, e il regolamento da vita a patti di collaborazione – aggiunge Bianchi – al momento hanno aderito quasi 160 città tra le quali oltre a Bologna anche Milano e Bergamo. Per capirci di più abbiamo intercettato l’associazione Lapsus, che promuove la cosa, e ora stiamo per arrivare al lancio effettivo: per fine settembre dovrebbe esserci pagina web dedicata, e sarà aperto uno sportello. L’idea è scatenare un po’ di cittadinanza attiva, anche se ci aspettiamo resistenze. La verità però è che ci sono già tante persone che lo fanno senza darsi un nome: basta pensare ai genitori che puliscono le aule, o i gruppi di quartiere che si occupano dei parchi periferici».

I CAPISALDI DI PROGETTO CONCITTADINO

«I temi su cui “ci siamo trovati” e continuiamo a lavorare sono l’ambiente, inteso come elemento decisivo per uno sviluppo sia sociale che economico della città, declinato in tante forme, dalla tutela del verde pubblico alla mobilità sostenibile, fino allo sport per tutti e dappertutto – elencano insieme presidente e vicepresidente – la cultura, intesa come diritto e motore della qualità della vita urbana (un esempio è il della Piramide alle Bustecche, ora spazio Yak grazie anche al contributo decisivo di Enzo Laforgia); le politiche di uguaglianza, con l’attenzione per esempio ai diritti civili (l’adesione convinta e da subito al Varese Pride) o all’accoglienza dei migranti (la partecipazione alla manifestazione “Milano senza muri” lo scorso anno); l’impegno a difesa della democrazia, con l’impegno a mantenere attuale la sua matrice antifascista con la promozione di iniziative come le passeggiate attraverso i luoghi della memoria varesina».

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 13 Giugno 2018
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