Rumore e sicurezza, il Pd chiede informazioni sullo scalo Hupac

L'impianto intermodale della società svizzera, dove si trasbordano container dai treni ai camion,

Il lavoro di Hupac

Quale sarà l’impatto dell’aumento del traffico ferroviario sul grande scalo intermodale Hupac e sui quartieri adiacenti? Se lo chiede – e lo chiede soprattutto all’amministrazione comunale – il Pd di Gallarate, con una interrogazione.

Lo scalo Hupac Busto-Gallarate, attivo dagli anni Novanta e ingrandito significativamente nel 2005 su territorio di Gallarate, è uno dei principali punti d’ingresso e d’interscambio merci su ferrovia in Italia e nel sistema europeo (per dire: se aprite il tag “Gallarate” sul social network fotografico Flickr ci sono foto di treni in movimento da tutto il continente).

Il Pd parte da due questioni recenti: da un lato l’aumento del traffico ferroviario con l’apertura del super tunnel Alptransit del Gottardo (e – aggiungiamo – la prevista messa a regime con il completamento del tunnel del Ceneri, 2020), dall’altro l’attivazione di nuove relazioni ferroviarie internazionali, vale a dire il treno diretto per la Cina presentato a marzo.

Per questo il Pd chiede una serie di informazioni sullo scalo, in particolare «quale sia esattamente ad oggi la mole del traffico in transito e il numero dei container stoccati nel sito»,  «quale sia la natura del materiale trasportato e stoccato nei container presenti» (che a dire il vero sono sempre diversi: partono e arrivano in continuazione), «quali siano le misure di sicurezza ad oggi attuate nel sito, e volte a prevenire incidenti o conseguenze per la popolazione» (una volta è successo, in un’azienda del comprensorio logistico, anche se l’impatto è stato su Busto). Sempre su questo fronte viene chiesto «quali controlli il Comune effettua sulle procedure di sicurezza poste in essere da Hupac e quali sono gli esiti dei suddetti controlli».

Poi c’è l’aspetto dell’impatto quotidiano. E su questo il Pd chiede «se siano previste ad oggi barriere fonoassorbenti o strumenti per attenuare l’inquinamento acustico determinato dai macchinari presenti nel sito» e se l’amministrazione «non abbia avanzato richieste in tal senso e, qualora ciò non sia avvenuto, se non ritenga opportuno provvedervi, anche in virtù dell’aumento del traffico merci a seguito dell’apertura delle nuove tratte». Va ricordato che, al di fuori dello scalo, i treni viaggiano sui binari di RFI, la società Fs che gestisce le infrastrutture: Rfi ha un piano generale d’intervento con barriere fonoassorbenti, previste a Gallarate in particolare sulla linea del Sempione (in alcuni punti con altezza addirittura di sette metri).

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 26 Giugno 2018
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