“Salvini alimenta la paura e inventa nemici”

Alcuni esponenti del Partito Democratico hanno consegnato una lettera al Prefetto per condannare l'attuale politica del Governo sul tema dei migranti

“La vita vale più dei voti”. Alcuni esponenti del Partito Democratico, tra cui il senatore Alessandro Alfieri e due assessori del Comune di Varese, Rossella Dimaggio e Roberto Molinari, hanno consegnato nelle mani del Prefetto una lettera in cui si condanna la politica del Governo sul tema dell’immigrazione alla luce dei recenti risultati ottenuti dal Presidente Conte, il Pd parla di : « continua campagna elettorale, prima le politiche, poi le amministrative ed i ballottaggi, adesso addirittura in preparazione delle europee del 2019, sempre che non si torni al voto politico prima, una continua campagna elettorale dove l’attuale Ministro Salvini continua a muoversi come capo partito e non come esponente del governo del Paese.
Un capo partito che gioca la sua partita politica alimentando paura ed inventando nemici. Ovviamente, come tutti gli imprenditori della paura, si sceglie dei nemici facili: persone in fuga da povertà economica e povertà di diritti, da guerre e dittature, dietro le quali si vede sempre un interesse economico che fa capo a qualcuna delle imprese e delle nostre economie. Facile vincere contro persone abbandonate in mezzo al Mediterraneo con due uniche possibili alternative: sbarcare, ove possibile, o morire.
E l’attuale Ministro dell’Interno della Repubblica Italiana sceglie d’impedirne lo sbarco, rimettendo ad altri paesi la scelta se farli morire. E dice di farlo in nome del popolo italiano, che pare apprezzare, condizionato da mesi di campagna basata sulla paura, non si sa di chi o cosa, sulla denuncia di potenziali invasori che ci ruberebbero il benessere, sulla diffusione di “cattive notizie” che puntano solo su ciò che parrebbe funzionare “male” additando un “colpevole”».

Alessandro Alfieri ha richiamato i risultati ottenuti dall’ex Ministro Minniti e dalla politica di accoglienza che ha permesso all’Italia di non vivere stagioni drammatiche che, viceversa, hanno insanguinato altri Stati.

« Fermare gli sbarchi non dà lavoro ai nostri giovani – prosegue la lettera del PD –  non aumenta le pensioni e non migliora la sanità, nemmeno riduce il tasso di delinquenza che è in calo da anni, nonostante il continuo allarme che viene gonfiato. La paura è un sentimento che dobbiamo rispettare e dobbiamo capire come faccia più presa quando minori sono le speranze nel futuro e la sicurezza del presente, ma la paura non va coltivata come fanno Salvini ed i suoi alleati per loro interesse politico, va invece contrastata ricostruendo un clima di attenzione “civica e democratica” alla realtà che ci circonda, reati in calo, anche se non come vorremmo, economia in crescita, anche se non quanto necessario e soprattutto va combattuta, combattendo le ragioni della paura e non le vittime di altre paure, come tanti migranti».

Tra le soluzioni suggerite il PD ricorda quello degli aiuti: « Sappiamo che l’Africa è in gran parte un continente disperato e depredato, disperato perché depredato dovremmo dire, e che dalla disperazione si esce o con la violenza, decine di migliaia di morti negli ultimi anni, o con la fuga, come fecero negli anni passati tanti nostri connazionali, o costruendo sviluppo, come dovrebbe essere e come in parte sta avvenendo attraverso progetti di riforestazione e sviluppo agricolo o di costruzione di un mercato aperto, come 44 Stati africani stanno progettando. È comunque un dovere degli Stati occidentali contribuire a questo sviluppo, fornendo aiuti e non armi, collaborando e non spogliando delle risorse. Sappiamo anche che questo è un processo lungo, che non fermerà le migrazioni nel breve periodo: le persone hanno bisogno di una speranza di futuro in un arco di tempo accettabile in base alla loro speranza di vita.

Nel frattempo occorrono politiche nazionali che impediscano ogni tipo di concorrenza sleale nel mercato del lavoro, colpendo davvero e non a parole, il lavoro nero e l’evasione contributiva, legalizzando e contrattualizzando il lavoro in ogni settore economico, cancellando i ghetti e combattendo le mafie, in modo tale che i migranti non siano sfruttati e non costituiscano un ricatto nei confronti dei lavoratori italiani, ma siano, come accade in altri paesi, contributori della crescita economica e dei conti dello Stato».

«Quanto ai richiedenti asilo, sappiamo che la “nostra” Europa è chiamata, da tempo, a scegliere come operare e a come rivedere il trattato di Dublino, firmato nel 2003 dal governo di centrodestra sostenuto dalla Lega, ricordiamolo!! Sentiamo dire da Salvini e dai suoi alleati del M5S che questo trattato va rivisto, ma dobbiamo ricordare che una proposta di cambiamento è già stata presentata, fra gli altri dal PD, al Parlamento Europeo e da questo approvata a novembre 2017, ma col VOTO CONTRARIO dei cinquestelle e la ASTENSIONE dei leghisti.

Cosa prevedeva questa risoluzione? Che la presa in carico del richiedente asilo da parte del paese in cui era sbarcato era sostituita da un meccanismo permanente ed automatico di ricollocamento secondo un sistema di quote, cui sarebbero obbligati a partecipare tutti gli Stati della UE e che si introduceva un principio che tenesse conto dei legami familiari tra il richiedente asilo e suoi familiari già ospitati in un paese per la collocazione del migrante. Una proposta fattibile che Salvini non ha condiviso, quando risultava essere europarlamentare!

Chiediamo che il Parlamento apra una seria riflessione su questi temi e richiami il Ministro degli Interni, nel rispetto delle prerogative degli altri Ministri, ad un comportamento
a) più consono all’essere Ministro di uno degli stati fondatori della Unione Europea,
b) più rispettoso dei valori della Costituzione Repubblicana, che all’art. 10 recita “L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero é regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.”
c) più consapevole dei valori di democrazia e tolleranza che albergano in gran parte della cittadinanza,
d) impegnato a combattere anziché promuovere gli atteggiamenti e la propaganda di chiusura razzista.

Trasmettiamo questo appello ai Presidenti di Camera e Senato e, per conoscenza, al Presidente della Repubblica Italiana».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Giugno 2018
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