Si è spento Maurizio Chiaranda primario di anestesia

È morto dopo una lunga malattia direttore dell'unità di anestesia d'urgenza e rianimazione e professore all'Insubria. Il ricordo dei colleghi

Maurizio Chiaranda

Si è spento oggi all’età di 68 anni, dopo una lunga malattia, il professor Maurizio Chiaranda, Direttore dell’Unità operativa in Anestesia e Rianimazione Cardiologica e ordinario di Anestesiologia e Rianimazione del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita, dell’Università degli Studi dell’Insubria.

Veneziano d’origine, ma Varesino di adozione, il professor Chiaranda era all’Università degli Studi dell’Insubria fin dalla sua istituzione nel 1998. Docente di Anestesiologia ed Emergenze Medico Chirurgiche e Infermieristica in area critica dei vari corsi di laurea in cui è stato docente, a partire dal corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia, il professor Chiaranda ha focalizzato le ricerche per tutta la sua carriera nell’ambito dell’anestesiologia, e in particolare delle tecniche di ventilazione artificiale, del monitoraggio emodinamico nel paziente critico, dell’informatica applicata alla medicina; delle emergenze medico-chirurgiche: queste ultime oggetto di un corso integrato svolto dal docente.

Era anche Direttore della Scuola di Specializzazione in Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva e del Dolore dell’Università degli Studi dell’Insubria.

Il Prof. Chiaranda aveva dedicato molto del suo intenso lavoro nell’opera di diffusione della cultura dell’emergenza. Moltissimi sono gli studenti ed allievi delle Scuole di Specialità che hanno appreso grazie a Lui le manovre salva-vita da applicare in condizioni di emergenza. Tra i principali esperti, aveva contribuito a redarre uno dei manuali di anestesia uscito nel 2005: “Guida illustrata delle emergenze”.

Il Magnifico Rettore, professor Alberto Coen Porisini, si è detto profondamene rattristato per la perdita del professor Chiaranda, che era «non soltanto un membro molto attivo della comunità accademica, ma anche un amico».

«Lo abbiamo conosciuto nel 1989, docente proveniente dalle Università di Padova e di Ferrara, nominato a soli 41 anni Professore Ordinario di Anestesia e Rianimazione presso l’Università di Pavia che aveva sede anche a Varese, e incaricato della responsabilità come Primario del Servizio B di Anestesia e Rianimazione presso l’Ospedale di Circolo di questa Città – ricordano Giulio Minoja Direttore del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione dell’Asst Sette Laghi e Paolo Severgnini Professore Associato di Anestesia e Rianimazione Università dell’Insubria – Ha mostrato da subito vivacissima intelligenza e vaste conoscenze, particolarmente avanzate nel campo della emodinamica e delle modalità di assistenza ventilatoria per le patologie polmonari più gravi. Ha concentrato grande interesse per ricerca e insegnamento, coniugando con queste le competenze di medico intensivista, riconosciute da tutti noi al letto del paziente.
Dopo i primi anni maggiormente dedicati alle attività di reparto, ha via via privilegiato i compiti di insegnamento, attraverso il quale ha formato e motivato decine di studenti e specializzandi, coinvolti fino all’ultimo dalle sue appassionate lezioni.
Ha sviluppato un interesse specifico per l’Emergenza, che gli ha fatto produrre importanti libri di testo utili a tutti i medici coinvolti nell’assistenza sul territorio, nelle strutture di Pronto Soccorso e all’interno degli Ospedali.
Ha percorso con passione e a grande velocità la vita di medico, di docente e anche quella di uomo.
Per questo ci troviamo a dover realizzare la sua scomparsa, sorpresi e rattristati.
Così lo ricorda una nostra Collega, sua allieva:
La nuvola di fumo …….., l’accento improbabile, le contraddizioni, le sparizioni, ………,
i colpi di puro genio, le date degli esami mobili, le battute fulminanti,
le lezioni che ti facevano scoprire che sei un rianimatore dentro.
E via che andiamo. Buon viaggio Prof, lei mi ha cambiato la vita.
Da una delle sue “tose”

Tra i primi a ricordarlo il dottor Guido Garzena, responsabile del 118 di Varese: « Mi sono specializzato con il prof. Chiaranda. È stato un onore  condividere alcuni progetti nell’arco degli ultimi 10 anni. Mi è sempre stato vicino anche perché lui aveva una visione proiettata al futuro per cui ha dato un forte appoggio al progetto di Areu.  Nel suo ultimo manuale ha dedicato spazio proprio alla medicina dell’emergenza e urgenza dove ha colto le peculiarità e le potenzialità del sistema. Gli devo molto sia umanamente sia professionalmente. Chiaranda è una di quelle persone che ha lasciato un segno profondo nella mia crescita».

«Ho conosciuto il professor Chiaranda più di venti anni fa prima da suo studente Universitario poi da specializzando e infine da suo collaboratore – ricorda Andrea Ambrosoli responsabile S.C. anestesia al Del Ponte – A lui mi lega il ricordo di un professore legato sempre più alla sostanza che alla forma, innamorato della sua materia, provvisto, da buon Veneto, d’una naturale bonomia e di una facilità di approccio alle persone. È stato un Docente che ha sempre stimolato la preparazione dei suoi allievi e dei suoi collaboratori».

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Pubblicato il 20 Giugno 2018
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