Da studenti a docenti, raccontano la loro Africa

Quattro rifugiati da Camerun, Somalia e Nigeria hanno raccontato la loro realtà nelle scuole di Gallarate e alla Feltrinelli di Varese

da studenti a docenti

Riceviamo e pubblichiamo

 

Grazie alla collaborazione tra Agrisol, braccio operativo della Caritas comasca, cooperativa d’accoglienza in cui i ragazzi sono ospiti e l’Istituto Comprensivo De Amicis di Gallarate (scuole P.Lega, Ponti, Majno, Cardano), per una mattina Sarcel MgBabie, Abdifatah Ahmad Farah, Oyas Anas e Abraham Osarenmwinda, si sono sperimentati nel ruolo di insegnanti, ribaltando totalmente la prospettiva.
Quattro ragazzi africani…quattro differenti storie di vita…quattro temperamenti ben delineati…in comune, una grande voglia di raccontare e raccontarsi.
All’appello Camerun, Somalia e Nigeria, a rappresentanza di alcune delle tante nazioni africane da cui provengono i richiedenti asilo che giungono sul suolo italiano.

Nato come sperimentazione, in collaborazione con l’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia, sezione di Varese, il progetto sta ora continuando, in risposta all’interesse di alcune realtà varesine.
Da studenti a docenti…per un giorno, le fatiche legate al percorso di riconoscimento, all’assimilare una nuova cultura, all’apprendere differenti abitudini…hanno ceduto il passo alla passione nel raccontare i propri paesi, condividerne i codici culturali e definire gli aspetti più profondi della propria appartenenza.
L’accoglienza di docenti ed allievi è stata calda, rispettosa, contornata da attenzione e domande spontanee, via via sempre più incalzanti e profonde. Gli sguardi sui volti dei ragazzi a fronte di risposte inaspettate, hanno fatto trasparire in modo evidente una metabolizzazione intensa di quanto ascoltato ed un’apertura intelligente alle vicende di altri, che sì, all’apparenza sono un po’ diversi da loro, ma che altresì sono sembrati così profondamente simili.
Il lavoro di preparazione fatto dalle insegnanti ha molto facilitato il poter traghettare contenuti e storie delicate in modo spontaneo e avulso da giudizio e ha consentito ai rifugiati di mettersi in una posizione di genuino desiderio di dono e condivisione.
Gli inciampi con la sintassi italiana, l’emozione bloccante, l’ansia di misurarsi con il compito, hanno creato un’alchimia speciale che si è riverberata nelle aule e ha creato un amalgama interessante. Progettazioni come queste, nate dall’impegno di insegnanti che credono nella sfida di una reale e profonda integrazione, hanno un’elevata valenza etica e sociale. Ci ricordano che nessuno è univocamente bisognoso e svantaggiato e che chi è costretto ad adattarsi ad una nuova cultura a causa delle vicissitudini della vita, è prima di tutto un Uomo, consapevole e competente, forte delle proprie profonde radici e che prima di aver bisogno di ricevere, ha sempre tanto, tanto da donare e condividere.

Nella giornata di venerdì 1 giugno, presso uno spazio gentilmente offerto dalla libreria Feltrinelli di Varese, questa collaborazione ha assunto un respiro più ampio : Abraham e Oyas hanno avuto modo di portare le loro lezioni di geografia a tutti coloro che volessero conoscere qualcosa in più sul loro paese di origine, la Nigeria.
Le incertezze iniziali dell’indossare la veste di insegnante, hanno in pochi istanti lasciato spazio alla passione del raccontare un paese fisicamente lontano, ma sempre vivo nel ricordo dei due ragazzi.
Gli argomenti trattati sono stati molteplici : da informazioni più tecniche come dimensioni e popolosità, si è passati ad analizzare l’economia del paese, l’organizzazione politica, senza trascurare le meraviglie paesaggistiche e tradizionali.
E’ proprio descrivendo cultura e tradizioni che Abraham e Oyas hanno condiviso la parte a loro più cara della Nigeria, dando una sfumatura intima e appassionante alla lezione, capace di coinvolgere gli spettatori presenti e abbattere le distanze che le barriere linguistiche ed emotive avrebbero altrimenti generato.
Alcune domande dei più curiosi hanno preceduto i ringraziamenti da parte degli “insegnanti”: a Feltrinelli, per aver dato loro la possibilità di raccontare e condividere, premiando gli sforzi fatti in fase di ideazione e realizzazione del progetto; alla sezione di Varese dell’associazione italiana Insegnanti di Geografia; alla cooperativa Agrisol, per aver promosso quest’iniziativa e averli accompagnati nella creazione delle lezioni; ai presenti, per l’attenzione e la curiosità con cui hanno deciso di indossare la veste di alunni .
Giunti ai saluti, in un clima ormai informale, accanto all’evidente soddisfazione di Abraham e Oyas, si poteva respirare la consapevolezza, da parte di tutti, di quanto le opportunità di condivisione siano necessarie, perchè accoglienza e integrazione passano in egual misura dall’insegnare e dall’apprendere.

Jacopo Angrisano

Pubblicato il 25 Giugno 2018
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