Valentina molla il lavoro e ricomincia per seguire la sua passione: cucinare

Un diploma ottenuto al liceo classico, la laurea triennale in Economia e un lavoro di consulenza. Dopo tre anni davanti al computer, però, capisce che non è la sua strada

valentina perani

Un amore, quello per i fornelli, cresciuto piano piano. Dietro le quinte di una vita che procedeva regolare tra liceo, università e poi un lavoro. Ma dietro a quel la vita “normale”, una spinta continuava a interferire nella sua serenità. Una vocina, dentro di sé, le diceva che non era quella la sua via.

Così, di punto in bianco, Valentina molla tutto. Segue quella voce che la riporta all’inizio di un nuovo percorso.

29 anni di Morazzone, un diploma in tasca ottenuto alla Scuola di cucina di Gualtiero Marchesi con la menzione di miglior studentessa del XXXIX Corso Superiore di Cucina Italiana. Chi è Valentina Perani?

«Non sono mai stata la prima della classe. Diciamo che mi sono sempre distinta per essere intraprendente, sorridente e con una buona predisposizione a guidare il gruppo. Ma la prima della classe non mi era mai capitato. Né al Liceo Classico Cairoli di Varese dove mi sono diplomata con un debito nel tanto temuto greco, né all’Università Cattolica del Sacro Cuore dove, con molta fatica, ho conseguito una laurea triennale in Economia e Gestione Aziendale.
Me la sono sempre cavata ma forse non ho mai fatto quello che mi piaceva veramente.
E così ho lavorato tre anni in una società di consulenza a Milano trascorrendo a fatica le mie dodici ore lavorative davanti ad un computer nella speranza di trovare ancora il supermercato aperto e poter tornare a casa e cucinare.
Era la mia distrazione e l’unica cosa che mi faceva stare davvero bene.
Per tre anni sono stata combattuta, mi sono informata su tutte le scuole di cucina in Italia ma avevo una gran paura.
Poi sono andata a Colorno a visitare ALMA, la scuola di Gualtiero Marchesi. Quando ho visto tutti quei ragazzi in divisa che seguivano le lezioni di cucina e potevano cucinare tutto il giorno non ho più avuto dubbi.
Era lì che volevo andare.
Mi sono licenziata, ho pianto e ho passato un paio di mesi a cercare di capire quello che stavo facendo.
Ero felice e terrorizzata allo stesso tempo, è stato un periodo complicato.
Poi il 24 Ottobre del 2016 ho iniziato ALMA e dal primo momento non ho più avuto dubbi, avevo fatto la scelta giusta.

Cosa ha di diverso ALMA?
Ho scelto la scuola di Marchesi perché, non avendo mai avuto esperienze in cucina, dovevo rischiare da subito con l’eccellenza e così è stato.
Sono stati due anni intensi ma bellissimi.
Ho iniziato con il Corso Tecniche di Base, ho fatto poi l’assistente per due mesi e ho concluso con il Corso Superiore di Cucina Italiana.
E ora sono qui, con un diploma in mano dal valore inestimabile.
Non tanto per il voto (che comunque mi rende molto orgogliosa), ma per la forza e il coraggio con cui ho rischiato e che alla fine mi hanno ripagata.
Non ho mai avuto ripensamenti sulla mia scelta.
Sono una persona caparbia e decisa, difficilmente mi faccio consigliare e, anche in questo caso nonostante i pareri non sempre concordi di chi mi stava accanto, ho seguito il mio sogno e ho cercato in tutti i modi di farlo al meglio.

Oggi, l’arte culinaria va molto di moda: quali sono le gioie e quali i dolori?
La vita in cucina non è semplice: le ore sono tante, sono libera quando gli altri lavorano e le feste per me non esistono. Tutto vero.
Ma avete mai provato a fare un lavoro che non vi piace? Io si e mi pesava molto di più.
Sono ancora all’inizio ma sono sicura che questo sia la vita che ho sempre desiderato. 

La cucina, soprattutto quella ad alti livelli, è soprattutto maschile. Come si sente una donna a vivere in questo ambiente?
Quando ho iniziato il mio stage al Ristorante Guido da Costigliole a Santo Stefano Belbo mi sono  trovata in un ambiente totalmente maschile.
Tanti uomini insieme non sono mai facilmente gestibili ma devo dire che in cucina ho riscontrato le stesse difficoltà di un ufficio.
E’ difficile introdursi in un nuovo ambiente di lavoro, qualunque esso sia. E’ necessario entrare senza fare troppo rumore, ascoltare, guardare e captare tutto e con il tempo farsi dare fiducia. In cucina ci vuole un po’ più di fatica ma, uomo o donna che sia, con tanto forza di volontà e un po’ di pazienza non è impossibile.
E’ vero la cucina a certi livelli oggi sembra essere dominata dagli uomini ma solo per una questione pratica. Una donna se vuole essere una chef ha pochissimo tempo da dedicare alla famiglia, è una questione di scelte. E’ l’unica differenza che trovo. In cucina siamo e dobbiamo essere sullo stesso piano e dobbiamo essere noi donne a non crearle queste differenze (quando ci fa comodo).
E come mi disse il mio chef (Luca Zecchin) un giorno, le donne in cucina sono molto più precise e come puliscono loro gli uomini non ce la faranno mai.
Sono sicuramente meno le donne che scelgono la strada della cucina ma sono sicura che, quelle poche, sapranno sicuramente farsi valere perché è senza dubbio una scelta consapevole e fatta con il cuore.

E nel futuro cosa vedi?
Nel mio futuro prossimo mi auguro di girare il più possibile.
Mi piacerebbe capire e conoscere meglio la cucina del Nord Europa, di cui mi affascinano la “pulizia” e l’essenzialità del gusto.
Ovviamente mi affascina anche la cucina del Sud, molto più passionale e legata al mare che sento molto distante dalle mie origini.
Amo molto questa volontà di tornare all’origine del gusto, pochi elementi in un piatto cucinati con rispetto.
Una volta ero affascinata dai piatti ricchi di ingredienti e caotici. Oggi penso non ci sia niente di più buono di una fetta di pane tostata con olio e pomodoro.
E’ questa la strada che voglio seguire.
L’obiettivo finale è sicuramente quello di riuscire un giorno a proporre la mia cucina essenziale ma sempre e comunque emotiva.
Se posso vorrei ringraziare i miei genitori che, con mio grande stupore, ho visto più emozionati al mio diploma di ALMA rispetto che alla cerimonia di laurea».

Una grande forza interiore e una volontà di ferro: Valentina è ripartita dalle proprie emozioni per cercare la strada del suo successo.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.

Pubblicato il 27 Giugno 2018
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