Varese Under 18, inizia l’avventura alle Finali Nazionali

Il gruppo 2000-2001 ha in organico tre ragazzi che hanno lavorato per tutto l'anno con la Openjobmetis di Caja. Lunedì 11 l'esordio a Montecatini

basket pallacanestro varese under 18 2018

Una bella esperienza, o magari qualcosa di più sulla strada del basket dei grandi? La under 18 della Pallacanestro Varese sta per intraprendere l’avventura alle finali nazionali del campionato di categoria, il più importante del percorso giovanile dei canestri.

Lunedì 11 giugno, a Montecatini Terme, la squadra condotta da Dodo Rusconi e guidata dalla panchina da Alessandro Grati affronterà la Oxygen Bassano nel primo turno del girone di qualificazione. La formula prevede di suddividere le 16 formazioni in quattro raggruppamenti con girone all’italiana: chi vince passa subito ai quarti, seconda e terza spareggiano, la quarta viene eliminata.

Varese torna dopo una vita a gareggiare a questo livello, con un gruppo che però in parte (i ragazzi del 2001) ha già fatto esperienza alle finali nazionali. Dopo il match con Bassano, i biancorossi – sponsorizzati dall’azienda termoidraulica ITB – affronteranno la Mens Sana Siena e la Bluorobica Bergamo in un calendario che sarà definito dopo la prima partita. Il girone, sulla carta, appare piuttosto equilibrato e Varese ha buone velleità di superare almeno il primo sbarramento. Con quale posizione, lo si vedrà.

Ma che squadra è questa PallVa under 18? Come spesso capita a livello giovanile, molte delle fortune del team biancorosso passano dal quintetto base, che nel nostro caso mette in vetrina – sulla carta – tre prospetti più noti degli altri. Si tratta del tris che si è allenato per tutto l’anno agli ordini di Attilio Caja con la prima squadra della Openjobmetis, e quindi ha acquisito ulteriore esperienza lavorando con i professionisti.

Andando in ordine di ruolo, Matteo Parravicini giostra in guardia accanto da Paolo Bellotti che è il play titolare: se quest’ultimo è il creatore del gioco, Parravicini è più finalizzatore. Il classe 2001 preferisce avere la palla in mano, ha buon tiro (comunque non è timido: se sbaglia qualche conclusione non si fa intimorire), e sa sfruttare le situazioni di pick’n’roll. Alle spalle ha anche qualche esperienza con la maglia azzurra. L’altro realizzatore a disposizione di Rusconi e Grati è Nikola Ivanaj, ala (che nel basket “superiore” potrebbe tramutarsi in guardia) che nell’ultimo anno è molto cresciuta dal punto di vista fisico. Ivanaj, 1,96, classe 2000, ha buon talento offensivo, sa costruirsi i tiri vincenti e deve migliorare – dice chi lo conosce bene – la selezione delle conclusioni.
Nel mezzo tra i due c’è l’altro “asso” del gruppo 2001, Omar Seck, da sempre accanto a Parravicini nella squadra e nella considerazione degli addetti ai lavori. Seck è il classico “collante” in grado di aumentare i giri in difesa, di lavorare bene a rimbalzo, di offrire giocate a protezione del canestro. E in attacco, pur non essendo un bomber, può offrire un contributo anche perché ha saputo costruire un tiro dalla media non bellissimo da vedere ma piuttosto efficiente.
Detto di Bellotti playmaker, il quintetto base biancorosso è completato da Jarol Montano, lungo più per necessità che per altezza, in grado comunque di aggiungere “fame”, atletismo e lavoro nei pressi del canestro.

Se lo starting five rappresenta la parte più “polposa” della squadra, è però giusto sottolineare che anche la panchina ha dato una bella mano al gruppo biancorosso nel bel cammino che ha portato Varese alle finali nazionali. I 2002 Librizzi e Naldini, il lungo Buzzi Reschini, il figlio d’arte Van Velsen e altri ancora completano una “seconda linea” che ha saputo di volta in volta offrire un protagonista diverso alle partite dei biancorossi. Se ciò accadrà anche a Montecatini Terme, allora la Pallacanestro Varese potrà davvero fare strada.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Giugno 2018
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