Vuoi smettere di fumare? In Valceresio c’è chi ti aiuta

Il Centro Anti Tabacco di Arcisate, servizio dell'Asst Sette Laghi, da anni è un efficace aiuto per chi ha deciso di dire addio al tabacco

Avarie

In Valceresio c’è un servizio che potrebbe fare la differenza nelle vite di molte persone.

Si tratta del Caf, il Centro Anti Fumo di Arcisate che da diversi anni aiuta e accompagna con competenza ed alte percentuali di successo chi ha deciso di liberarsi dalla dipendenza dal tabacco.

«Il Centro di Arcisate opera da 16 anni – spiega Claudio Tosetto, responsabile del Servizio prevenzione e cura delle dipendenze dell’Asst Sette Laghi – e ora fa parte dell’Asst Sette Laghi. L’èquipe del CAF di Arcisate à composta da due medici Vincenzo Stefano e Roberto Gaggini, dallo psicologo Antonello Faeti, dall’infermiera Maura Caleffi e un’assistente sanitaria, Antonella Mastandrea».

Uno staff di professionisti che in questi anni ha ottenuto ottimi risultati: «Nel corso degli anni  il C.A.F. di Arcisate ha affinato le metodiche di trattamento di disassuefazione – spiega Antonello Faeti, psicologo del Centro – ottenendo risultati molto soddisfacenti per tutti coloro che hanno manifestato la volontà di smettere di fumare e che hanno dichiarato di non riuscirci da soli».

«Negli ultimi otto anni – dice Roberto Gaggini, medico del Caf – è stata portata a termine la disassuefazione tabagica nell’80.69% delle persone che hanno partecipato e completato il trattamento proposto dal Centro Antifumo di Arcisate. Al follow up la percentuale degli astinenti dal tabacco ad un anno si è mantenuta sul 65,06%, percentuale presente fra le fasce alte delle statistiche nazionali».

Quella della dipendenza dal tabacco è una vera emergenza a livello internazionale, come spiega Isidoro Cioffi, direttore del Dipartimento di sdalute mentale e dipendenze dell’ASST Sette Laghi: «Il fumo di tabacco è uno dei più gravi problemi di salute pubblica al mondo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ogni anno sono 6 milioni le persone che muoiono per malattie correlate al fumo. Per il 2030 si parla di oltre 8 milioni di morti, di cui l’80% nei Paesi economicamente avanzati. Per i fumatori si stima infatti una riduzione dell’aspettativa di vita di circa 10 anni e un aumento del rischio di malattie pneumologiche, cardiovascolari e oncologiche tanto maggiore quanto più è anticipata l’età di inizio dell’abitudine».

Una vera e propria dipendenza, da cui è estremamente difficile liberarsi da soli. L’aiuto degli esperti, in questo caso, può davvero fare la differenza: «La maggior parte dei tentativi per smettere di fumare viene realizzata autonomamente -spiega l’infermiera del Centro, Maura Caleffi – Al Centro Antifumo si rivolgono coloro che, pur manifestando motivazioni a smettere di fumare, non hanno ancora raggiunto risultati soddisfacenti e ritengono di necessitare di un aiuto esterno».

«Il Caf è un centro accreditato dalla Regione Lombardia – spiega il medico del CAF Vincenzo Stefano – Ed è censito dall’Osservatorio Fumo Alcol e Droga (OssFAD) dell’Istituto Superiore di Sanità e collabora con la raccolta epidemiologica dell’Osservatorio stesso».

Il centro si trova ad Arcisate, in via Matteotti 20. Per informazioni e appuntamenti rivolgersi al numero telefonico 0332 476339 o scrivere all’indirizzo mail: sert.arcisate@asst-settelaghi. it.

QUI la scheda con orari e indicazioni per arrivare al Centro 

I numeri (e i rischi) del fumo

Alcuni dati sono significativi per dare una motivazione a smettere di fumare.

Il fumo è implicato in uno ogni dieci decessi in età adulta e, data la latenza tra l’inizio dell’abitudine e l’insorgenza della malattia, manifesta i suoi danni nel lungo periodo.

Nelle statistiche dei decessi e delle patologie fumo-correlati, oltre ai fumatori bisogna considerare anche le 600 mila persone che muoiono ogni anno a causa del fumo passivo.

Secondo i dati riferiti dal Ministero della Salute si stima che in Italia siano attribuibili al fumo di tabacco dalle 70 mila alle 83 mila morti l’anno. Oltre il 25% di questi decessi è compreso tra i 35 e i 65 anni di età e circa un milione sono gli anni persi di vita in buona salute. Questi dati fanno del fumo di tabacco la principale causa prevenibile di mortalità anche nel nostro Paese, come nel resto del mondo occidentale.

Nel 2018 sono 12,2 milioni (dati ISS-Doxa) il numero di fumatori adulti, il 23% della popolazione, in leggero aumento rispetto al 2017 (11,7 milioni). La situazione generale sulla prevalenza dei fumatori si è cristallizzata e in confronto al 2017 si registra un lieve incremento nella popolazione maschile: 27,7% (rispetto al 23,9%), mentre diminuiscono le donne tabagiste: il 19,2% (rispetto al 20,8%).

Dai dati della Sorveglianza PASSI, nel 2017 i tentativi di smettere di fumare falliscono nella stragrande maggioranza dei casi (oltre l’80%): solo una bassa quota (meno del 10%) raggiunge l’obiettivo e riferisce di aver smesso di fumare da più di 6 mesi. Chi riesce in questo tentativo dichiara di averlo fatto perlopiù senza alcun ausilio (83,1%); scarso invece l’utilizzo di farmaci o cerotti ed è rarissimo il ricorso ai Servizi o ai Corsi di disassuefazione tabagica offerti dalle strutture sanitarie.

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Pubblicato il 06 Giugno 2018
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