Cinque anni fa l’agguato al municipio di Cardano

L'ex vigile Giuseppe Pegoraro entrò nell'ufficio del sindaco e sparò a Laura Prati e al suo vice, poi fuggì creando il panico nella sede della Cgil e sparando ancora. Tre settimane dopo la sindaca morì per le complicazioni

Sparatoria di Cardano, i soccorsi (inserita in galleria)

Sono passati cinque anni dal 2 luglio del 2013, dall’agguato al municipio di Cardano al Campo: era la mattina in cui Giuseppe Pegoraro, dipendente comunale ed ex vigile, entrò nel palazzo comunale e fece fuoco contro il sindaco Laura Prati e il vicesindaco Costantino Iametti, ferendoli in modo grave.

Una mattina d’estate come tante altre, come si dice in questi casi. A Cardano e dintorni molti – a partire da chi era più vicino a Laura Prati e Costantino Iametti – ricordano cosa stavano facendo quella mattina, in cui faceva caldo, ma in cui già si sentiva il clima un po’ soporifero dell’estate. Fino alle 9.30, quando improvvisamente la rabbia di Giuseppe Pegoraro esplose contro le persone e le istituzioni che considerava colpevoli della sua vicenda personale. Indagato a margine della “truffa del cartellino” attuata da altri colleghi, era stato condannato per peculato (per aver usato un’auto non per ragioni di servizio, in alcuni episodi specifici), allontanato dal Comando vigili e poi sospeso dal servizio: l’aveva sempre considerata un’ingiustizia e decise di sanarla così.

Cardano, bossoli per terra dopo la sparatoria (inserita in galleria)

Dopo aver sparato a Laura Prati e Costantino Iametti, Pegoraro scese a piedi nella piazza e si diede alla fuga sparando un altro colpo di pistola (mentre era inseguito da un collega vigile, presente a Cardano solo per alcuni mesi), poi – armato di fucile – entrò nella vicina sede della Cgil e lanciò una sorta di fumogeno artigianale, fatto con una bottiglietta di plastica e una pila 9 volt, scambiato dai presenti per una bomba. Gli agenti di una Volante della Polizia di Stato lo incrociarono nella periferia residenziale di Gallarate, in modo un po’ fortuito perché l’allarme non aveva ancora raggiunto tutte le unità delle diverse forze dell’ordine: Pegoraro aprì il fuoco con il fucile, colpendo l’auto della Volante che fortunatamente era blindata. Il successivo intervento in forze chiuse la vicenda: Pegoraro fu atterrato e arrestato dall’allora commissario di Gallarate, il vicequestore Gianluca Dalfino.

Sparatoria di Cardano, le prime immagini (inserita in galleria)

Costantino Iametti, il vicesindaco, sembrava sul momento il ferito più grave, mentre le condizioni di Laura Prati – pur preoccupando – già nel giro di poche ore sembravano migliorare. Il decorso fu però drammatico: trasferita a Varese, Laura Prati morì il 22 luglio successivo, per un aneurisma cerebrale.

Sul nesso tra il ferimento in municipio, il successivo aneurisma e la morte si è combattuto nel processo a Giuseppe Pegoraro. La vicenda è proseguita fino allo scorso inverno, con un processo d’appello bis, disposto dalla Cassazione, che ha confermato la condanna all’ergastolo già emessa in primo grado.

A seconda dei momenti, nelle settimane successive all’agguato e poi negli anni, sono stati sottolineati diversi elementi della storia pubblica di Prati e delle ragioni dell’agguato. Pegoraro agì per “vendicare” una presunta ingiustizia, ma nel tempo sono stati sottolineati anche gli aspetti ideologici: dalla scelta di creare terrore nella sede della Cgil, agli attacchi ai giudici e ai sindacati, lo «Stato ladro» presenti dalla lettera con cui annunciava la sua azione e la sua intenzione di «sparare nel mucchio».

I funerali di Laura Prati furono un momento insieme intimo e solenne, connessi alla storia di militanza di Laura Prati: furono celebrati nella piazza del paese, con la partecipazione di alti esponenti dello Stato, a partire dall’allora ministro della giustizia Andrea Orlando, e di tanti sindaci della zona e non solo. C’era anche il primo cittadino di Villa Bartolomea, in Veneto, il cui sindaco Doriano Romano era stato ucciso quattro anni prima in municipio.

Il Comune di Cardano al Campo ricorderà Laura Prati anche nel quinto anniversario della morte, il 22 luglio, con un momento di raccoglimento alle 20.45, sulla scala del municipio

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 02 Luglio 2018
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.