Catturati raggi cosmici nella stratosfera
Straordinario esperimento di un giovane studioso che stravede per le misteriose particelle che colpiscono di continuo la Terra dallo spazio
Lo scorso 3 luglio 2018 nel deserto del Nevada in USA è stato lanciato un pallone stratosferico promosso da “Astroparticelle.it” per un esperimento sui raggi cosmici, a supporto della rete di rivelatori del progetto ADA (Astroparticle Detector Array), gestito da Marco Arcani (nella foto qui sotto), tecnico elettronico ed informatico, che divenne socio del GAT di Tradate fin dalla prima infanzia.
I rivelatori di ADA , frutto di una geniale idea di Marco Arcani che ne è anche il costruttore, vengono impiegati per studiare a livello educativo e divulgativo le particelle subatomiche che
provengono dal cosmo chiamate appunto raggi cosmici o astroparticelle.
Il progetto ADA nato tra Venegono Inferiore, Tradate e Cariati , oggi coinvolge molti istituti scolastici e gruppi astronomici tra Italia, Svizzera e Lussemburgo.
Il pallone è stato lanciato da un team di studenti denominato “Earth to Sky Calculus” che dal 2015 monitora la radiazione ionizzante in atmosfera. Il team è diretto dal Dr. Tony Phillips della NASA che gestisce il frequentatissimo portale astronomico Spaceweather.com.
Oltre agli strumenti di routine, il pallone ha trasportato alcuni “dosimetri in PADC” (Poli-Allil-Di-Carbonato) forniti da Marco Arcani. Il PADC è un materiale ideale per imprimere – come su una pellicola fotografica – tracce di particelle pesanti come neutroni, protoni, particelle alfa, e nuclei con alto numero atomico “Z”. Nella fisica dei raggi cosmici i PADC ( o loro derivati) sono spesso utilizzati in esperimenti ad alta quota per ricavare informazioni sul tipo di interazione primaria dovuta appunto a ioni pesanti come il ferro.
Più specificatamente, Marco Arcani, per i dosimetri ha ottenuto la sponsorizzazione della ditta Sordelli di Venegono Inferiore (produttrice del noto marchio di occhiali da vista e da Sole Touch™), che ha fornito degli occhiali con lenti Zeiss in PADC, materiale solitamente impiegato anche in ottica con la denominazione di CR-39 (vedi bene figura allegata).
Il pallone ha raggiunto una quota tra i 30.000 e i 40.000 metri, dove la radiazione ultravioletta è estrema, la temperatura è inferiore a – 60 °C e il flusso dei raggi cosmici è molto alto. A queste altitudini la radiazione ionizzante è un miscuglio di particelle ad alta energia (quelle primarie provenienti direttamente dallo spazio profondo) e di particelle a bassa energia (quelle che si producono quando i raggi cosmici primari colpiscono le molecole dell’atmosfera terrestre).
Marco sta ora aspettando con comprensibile impazienza di ricevere i dati raccolti dal team americano che, dopo elaborazione, verranno inizialmente pubblicati sul sito www.astroparticelle.it e poi anche presentati nei prossimi mesi in una importante conferenza pubblica del GAT di Tradate.
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