Danny “angelo custode” che in volo veglia sugli elefanti

Figlio di un bracconiere, rimasto orfano dei genitori, Daniel Zuma ha deciso di dedicarsi alla salvaguardia dell'ambiente: in Kenya vola ogni giorno sugli autogiro costruiti a Besnate dalla Magni Gyro

Daniel Zuma elefanti Kenya

È figlio di un bracconiere per necessità, ma il destino l’ha portato ad essere oggi l’angelo custode degli elefanti del parco nazionale dello Tsavo, in Keyna. È una storia affascinante, quella di Daniel Zuma, pilota keniano di ventisette anni, che da sette mesi si alza in volo ogni giorno a bordo di un autogiro (un particolare velivolo che può ricordare un elicottero ma è tutto diverso) prodotto a Besnate, dalla Magni Gyro.

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Daniel Zuma e gli autogiro Magni contro il bracconaggio 4 di 11

«Ho perso i miei genitori all’età di 13 anni, nel 2003, mio padre era bracconiere ed è stato ucciso da un bufalo nella boscaglia. Io avrei dovuto prendermi cura anche dei miei fratelli, allora facevo il secondo anno delle scuole medie.  Non avrei potuto continuare se non fosse stato per la borsa di studio della Wildlife Works». Zuma ha iniziato a lavorare con i turisti richiamati dall’affascinante ambiente del Kenya e qui ha incontrato Robert Dodson, un benestante signore inglese che si è rivelato quasi un padre putativo. Non solo accompagnandolo negli studi, ma introducendolo al tema della conservazione ambientale. 

Daniel Zuma elefanti Kenya

Dopo aver lavorato per tre anni come manutentore con Wildlife Works, mentre lavorava anche per portare nuova consapevolezza ambientale per la sua comunità, Danny Zuma ha studiato ingegneria aeronautica ed (anche dopo la scomparsa di Dodson) è arrivato a ottenere il brevetto lo scorso anno, presso la Gyrocopter Experience nel Regno Unito. Dallo scorso anno si è dunque unito al progetto di vigilanza aerea della riserva dello Tsavo:  «Negli ultimi sette mesi ho accumulato 300 ore di volo passate sopra il territorio della Riserva Tsavo» racconta.


Il raddoppio del numero dei piloti (prima il progetto era tutto sulle spalle di un solo un pilota canadese) ha reso più efficiente l’azione di contrasto al bracconaggio. «Prima si volava un’ora e mezzo al giorno, ora voliamo un’ora al mattino e un’ora al pomeriggio. Da quattro anni, da quando usiamo gli autogiro, il numero di elefanti uccisi si è ridotto: prima i bracconieri uccidevano anche  un massimo di 20 elefanti al mese, oggi siamo al punto che nessun elefante è stato ucciso in questo anno».

Daniel Zuma elefanti Kenya

Danny è il primo pilota africano di autogiro, un velivolo molto particolare: spinto dall’elica (come un aereo) è però sostenuto non dalle ali, ma da un rotore (come gli elicotteri) che però è “folle”, viene cioè fatto girare dal flusso dell’aria. Una macchina semplice ed economica nel costo d’avvio e in quelli di esercizio, quantificabili in Africa in circa 150 euro per ora di volo: «Grazie a Danny abbiamo l’onore di avere le nostre macchine impegnati in compiti istituzionali che si rivelano ben più importanti del semplice leisure» spiega Luca Magni, ad di Magny Gyro, la fabbrica di Besnate che ha fornito i mezzi del progetto e che è leader in tutta Europa nel settore degli autogiro, con una produzione di 80-90 esemplari l’anno.

Daniel Zuma elefanti Kenya
Daniel Zuma con i titolari di Magni Gyro e i rappresentanti di Aime

Armando De Falco, dell’Associazione Imprenditori Europei (Aime), sottolinea «le potenzialità per il controllo del territorio, a costo molto più contenuti rispetto ad altri veicoli». Aime ha sostenuto il progetto in Kenya e la visita di Daniel Zuma, che nell’ultima settimana è stato ospite della Magni Gyro per un corso di manutenzione delle macchine. Il progetto Elephant Protection Trust impiega oggi due Magni M24 e un M22, si può sostenere donando attraverso il sito.

 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 13 Luglio 2018
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