Educatori professionali: il PD chiede l’intervento della Regione

Il partito Democratico presenta una mozione con cui impegna la giunta a risolvere il problema burocratico che rende non qualificati 2500 operatori

Vedano - Casa di riposo Poretti Magnani

Il Partito Democratico scende in campo per il riconoscimento del titolo di educatore professionale di 2500 lavoratori con titolo regionale.

La questione è relativa a un periodo di vuoto normativo a cavallo tra il 1998 e il 2004 quando Regione Lombardia continuò a svolgere attività di formazione professionale in un campo in cui il Ministero aveva dichiarato la necessità di un percorso accademico. Le lungaggini burocratiche per l’avvio del corso universitario, che sarebbe stato istituito solo nel 2004, indusse la Regione a colmare quel vuoto proseguendo con la sua attività. 

In questi anni, i lavoratori diplomati nel frattempo con titolo regionale hanno iniziato a lavorare, si sono inseriti nel tessuto sociale e hanno sempre praticato la professione.

«La Giunta intervenga sui Ministeri per far riconoscere quanto prima l’equipollenza del titolo di educatore professionale rilasciato da corsi regionali. Il profilo dell’educatore professionale è stato riconosciuto dal Ministero della Sanità nel 1998, in attuazione di un decreto del 1992 che, rispondendo a una richiesta dell’Europa, parlava di operatori sociali e sanitari in possesso di diploma universitario abilitante – spiega Samuele Astuti, consigliere regionale del Pd e primo firmatario della mozione –. La legge riconosceva, tuttavia, come equivalenti ai diplomi  universitari ulteriori titoli, tra i quali i profili acquisiti al termine di corsi regionali, purché conseguiti anteriormente alla sua entrata in vigore, cioè il marzo del 1999».

Ma Regione Lombardia, nelle more della costituzione dei corsi di laurea, «ha continuato a erogare fino al 2003 propri corsi di formazione per educatori professionali, assicurandone la parificazione al titolo universitario, abilitando così alla professione circa 2500 figure – prosegue Astuti –. Nel gennaio 2018, però, un’altra legge ha disposto il riordino delle professioni sanitarie istituendo gli ordini e gli albi e stabilendo che per l’esercizio della professione è necessaria l’iscrizione a essi. Perciò, dopo vent’anni che questi lavoratori esercitano la loro professione, gli educatori professionali con qualifica acquisita al termine dei corsi regionali negli anni tra il 1999 e il 2003, non vedendo riconosciuta l’equipollenza, non possono iscriversi all’albo di competenza e, di conseguenza, all’abilitazione alla professione».

 Per Fabio Pizzul, capogruppo del Pd e componente della VII Commissione Istruzione e formazione, «Regione Lombardia deve prendersi la responsabilità di garantire quanto promesso a suo tempo a quelli che allora, giovani, hanno creduto in un futuro professionale, si sono formati prima in aula e poi sul campo e ora rischiano di perdere tutto. Perciò, nella mozione impegniamo la Giunta a farsi con urgenza portavoce presso i Ministeri di competenza affinché sia riconosciuta l’equipollenza del titolo di educatore professionale, conseguito al termine dei corsi regionali post 1999, alla laurea abilitante, legittimando all’iscrizione all’albo e all’esercizio della professione figure preparate con propria offerta formativa, sanando così un vuoto normativo e salvaguardando il patrimonio di professionalità maturato».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Luglio 2018
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