Educatori professionali da vent’anni, ma il loro titolo non vale più
Dopo le "maestre senza laurea", una legge del 1999 rende nulle le certificazioni ottenute da 2500 ex studenti che avevano seguito il corso regionale
Sono 2500 nella sola Lombardia. Sono educatori professionali impegnati nei servizi scolastici, nei centri psichiatrici o nelle case di riposo per anziani. Svolgono un’attività di assistenza sociale accanto a bambini, persone fragili o anziani. Lavorano in questo campo da circa 18 anni. E ora devono smettere.
Sono le “vittime” di un vuoto normativo che oggi si vuol far scontare proprio a loro.
LA STORIA
I 2500 educatori professionali, una volta ottenuto il diploma, decisero di iscriversi al corso regionale di educatore. Tre anni con 30 esami al fine di ottenere la qualifica.
Sennonché, alle soglie del nuovo millennio, nel 1999, i due Ministeri Salute e Istruzione decisero che i corsi organizzati dalle Regioni non dovessero più esistere per lasciare l’esclusiva al percorso universitario. Il sistema, nelle more dei decreti attuativi e delle misure concrete, continuò comunque tranquillamente con regione Lombardia che proseguì nell’offerta di percorsi formativi triennali senza modificare di una virgola il suo titolo. Solo nel 2003, il sistema accademico avvia i primi corsi specifici riservati agli educatori.
LA SVOLTA
Tra il 1999 e il 2003, dunque, molti giovani avevano imboccato una via che sembrava certa e legale. Nel marzo di quest’anno, però, il loro titolo ha perso valore all’improvviso. Il loro posto di lavoro si è rivelato poggiare su un documento nullo.
A marzo, infatti, è stato attivato, su precisa disposizione normativa, l’albo professionale che accetta titoli regionali sino al 1998 e poi solo lauree. Così, i 2500 lombardi con il titolo regionale si sono visti negare l’iscrizione perché la loro certificazione non ha valore. Senza iscrizione, non hanno più diritto a esercitare la professione.
PROFESSIONISTI “ILLEGALI”
Sono professionisti “illegali” dimenticati dai legislatori che non li hanno collocati in nessuna categoria: chi ha ottenuto il titolo nel 1999, dopo aver iniziato regolarmente in assenza di normativa nazionale, e chi ha avviato la carriera tra il 1999 e il 2003, seguendo l’offerta di Regione Lombardia che non specificò l’equivoca situazione.
LA RICHIESTA
«Crediamo ci sia un dovere morale per cui agli ex ragazzi in questa situazione, che non hanno fatto nulla più che stare alle Leggi e riporre fiducia nelle Istituzioni e nella Regione, si debba un atto che sani una palese ingiustizia che riporti serenità ma che soprattutto non disperda il patrimonio di professionalità che hanno messo in campo in tutti questi anni di lavoro» commenta amareggiato Marco, educatore da 18 anni. È in corso una mobilitazione: in Lombardia sono 2500 ma ogni regione ha il suo carico di “fuorilegge”.
Dopo le maestre senza laurea, sul tavolo del Ministro Bussetti arriva anche la questione degli educatori senza titolo.
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