Le guerra commerciale tra Usa e Cina non riguarda le nostre imprese
Tutti gli indicatori del sistema manifatturiero lombardo confermano la crescita. Pio De Gregorio (Ubi Banca): «Le nostre imprese non devono temere nulla a meno di un'escalation che io credo non ci sarà»
«La guerra commerciale in atto tra Usa e Cina non deve preoccupare le nostre aziende, ma deve preoccupare molto le multinazionali». L’affermazione di Pio De Gregorio, responsabile industry & benchmarking analysis di Ubi Banca, è suffragata da un’analisi sulla ripresa economica dell’industria manifatturiera Lombarda presentata all’università Liuc di Castellanza.
Il primo indicatore è l’export extra Ue che dal 2015 ha ripreso a crescere. Entrando nelle classi di dimensioni, sono state le medie aziende, quelle con almeno 200 addetti, a far registrare quote del fatturato estero sul totale (+56,2%) molto vicine ai livelli pre crisi. Il secondo indicatore è rappresentato dagli investimenti che sono tornati a crescere nel 2016 con un’accelerazione nel 2017 (+ 4,8%). «Gli investimenti scattano – spiega De Gregorio – quando il tasso di utilizzo degli impianti si avvicina all’80%». Osservando i dati dell’analisi, condotta su un campione di 5.600 aziende, si nota che il 2017 è stato un anno straordinario perché il tasso di utilizzo medio è stato del 76,4%.
Una parte del merito va sicuramente ascritta ai provvedimenti degli ultimi due governi che, con una serie di incentivi – dall’iper ammortamento al super ammortamento, dal credito d’imposta alla nuova Sabatini, per citare i più utilizzati- hanno stimolato le imprese a investire. «Se fossi nel premier Conte – continua il manager di Ubi Banca -andrei verso una proroga di quei provvedimenti».
In questa fase di crescita del mercato alcuni settori, come la chimica farmaceutica, la gomma plastica e i macchinari, fanno segnare andamenti molto positivi. La variazione del fatturato totale dell’industria manifatturiera lombarda, che nel primo trimestre del 2018 è cresciuta del 4,9%, contro la media del 5,6% di tutto il 2017, e l’aumento degli ordini (+6,3%), confermano la tenuta della crescita in atto. Tra le aree più dinamiche spiccano le province di Brescia, Bergamo e il nord della Lombardia.
«In questo contesto a temere i dazi – conclude De Gregorio – sono le multinazionali perché hanno interessi diffusi e trasversali. Le nostre imprese per il momento non hanno niente da temere, solo un’escalation di quella guerra potrebbe darci problemi. Ma credo che non ci sarà».
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