La repressione in Nicaragua: oltre 300 morti in tre mesi

Una crisi senza precedenti scuote il paese Centro Americano che urla contro Daniel Ortega e sua moglie Murillo . Gruppi paramilitari rapiscono, uccidono e attaccano in ogni zona.

Nicaragua

Gerald Vásquez aveva 20 anni e studiava tecnica di costruzione. Francisco José Flores, 22 anni, non era uno studente, ma si era unito alla lotta con i suoi amici della Universidad Nacional Autónoma de Nicaragua (UNAN-Managua).

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Sono stati uccisi con dei colpi alla testa dai paramilitari che avevano preso d’assalto la sede universitaria da cui oltre novanta giorni fa erano iniziate le proteste contro il governo di Ortega.

La situazione nel paese centroamericano è drammatica. La violenza della polizia e delle forze paramilitari si scatena contro la popolazione e non passa giorno che non si registrino episodi di terrore. Ormai i morti sono quasi quattrocento e migliaia i feriti in uno stato di poco più di cinque milioni di abitanti.

Sabato mattina una coppia di medici Blanca Cajina Urbina, 25 anni, e Irvin Escobar, 29 anni sono stati picchiati e arrestati per aver soccorso molti studenti feriti. Sono stati portati a El Chipote, il terribile carcere divenuto famoso al mondo durante la dittatura di Somoza negli anni Sessanta e Settanta.

Rappresentanti della Commissione  delle Nazioni Unite per i diritti umani  (OACNUDH) e della Commissione Interamericana per i diritti umani (CIDH) non sono stati fatti entrare nel carcere.

LA POSIZIONE DEL GOVERNO

Il Governo ha pubblicato alcuni comunicati in cui si parla di terrorismo e di tentativo di golpe. In un’intervista a Bruxelles anche il ministro Paul Oquist torna sul tema del colpo di stato e del fatto che gli organismi internazionali non sono neutrali.

LA SITUAZIONE IN TUTTO IL NICARAGUA

Tutto il paese sta vivendo giorni di terrore perché gli episodi di violenza si susseguono ovunque. Sembra di esser tornati nel periodo più buio della dittatura Somoza.

MASAYA

Il luogo simbolo, come fu per la rivoluzione sandinista nel 1979, è Masaya e in particolare il quartiere indigeno di Morimbò. La città, piena di colori e meta turistica per i tanti laboratori artigianali, è stata messa in stato d’assedio e le forze paramilitari in assetto da guerra e con armi pesanti hanno distrutto tutte le barricate dopo giorni di battaglie e decine di morti nelle strade.

GRANADA E ALTRI CENTRI

La città più turistica del Nicaragua non è stata risparmiata e anche qui erano state issate barricate. A Catarina è stato assaltato il parroco. El nuevo diario, vicino al Governo, fa un reportage su diversi centri soggetti alla violenza.

NUEVA SEGOVIA

Anche le zone più rurali al nord sono ormai sotto controllo delle forze paramilitari che arrestano chiunque abbia protestato.

Nicaragua

LA CHIESA CATTOLICA

Daniel Ortega e sua moglie Rosario Murillo non hanno risparmiato nemmeno la Chiesa cattolica che progressivamente sta scendendo a fianco della popolazione.

Il 9 luglio la Conferenza episcopale ha reso nota un’aggressione con un tweet dall’account ufficiale.


Domenica, l’auto di Monsignor Abelardo Mata, 72 anni, vescovi di Estelí, è stata presa d’assalto e il prelato è riuscito a salvarsi. L’attacco arriva dopo la dura presa di posizione della Conferenza episcopale a seguito dell’attacco alla Unan e poi della cattedrale di Managua in cui hanno perso la vita due ragazzi.

intervista al ministro Paul Oquist

LE REAZIONI INTERNAZIONALI ALLA CRISI IN NICARAGUA

Sono sempre più gli stati che stanno prendendo posizione contro la repressione nel paese.

Il segretario generale dell’ONU, António Guterres, si è espresso contro la violenza.

Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Honduras, Messico, Panama, Paraguay, Perù e Uruguay sono i paesi che hanno espresso preoccupazione per la violazione dei diritti umani in Nicaragua.

L’ambasciata degli Stati Uniti ha preso una dura posizione diplomatica.

La terribile situazione sta spingendo il paese in un baratro anche dal punto di vista sociale ed economico. Sono in tanti a lasciare il Nicaragua o comunque a far uscire i propri familiari. Al tempo stesso si è completamente fermato il turismo e molte attività economiche sono in ginocchio.

LE REAZIONI DI PERSONALITA’ NICARAGUENSI

In questi mesi si sono susseguite tante prese di posizioni di importanti personaggi pubblici in Nicaragua.

SERGIO RAMIREZ

Sergio Ramirez, uno dei più noti e autorevoli intellettuali, è stato vicepresidente del Governo rivoluzionario sandinista guidato da Daniel Ortega. Scrive per El Pais e negli ultimi due articoli si legge tutta la sofferenza per quanto sta accadendo nel paese. Il 27 giugno scriveva come non si possa immaginare che si torni al passato. Quindici giorni dopo ha raccontato la sua esperienza diretta dell’avvio della battaglia contro la dittatura Somoza. Ricorda l’eccidio di quattro giovani a Leon che lui aveva vissuto in prima persona.

GIOCONDA BELLI

Lei è la scrittrice più nota in Italia. I suoi libri sono stati tradotti nella nostra lingua e alcuni sono divenuti veri bestseller. È stata una militante durante la rivoluzione sandinista. Da mesi ha preso una dura posizione contro Ortega e sua moglie Murillo.

Carlos Mejia Godoy

Il cantautore è tra i personaggi più popolari in Nicaragua ed è stato un po’ la voce di tante battaglie. Ha scritto una ferma lettera aperta a Daniel Ortega e ha recitato la stessa in una trasmissione televisiva.

LE FEMMINISTE

Un gruppo di femministe hanno preso posizione con un post.

IL RUOLO DEI SOCIAL

Ogni giorno i giornali realizzano un articolo in cui dare consigli su come muoversi.  Guillermo Rothschuh, giornalista ed ex rettore della Uca, una delle università più importanti del Centro America, racconta i media nicaraguensi.

Il sistema più potente di informazione e comunicazione sono i social. Twitter e Whatsapp hanno un ruolo fondamentale nella situazione attuale. #sosnicaragua è diventato uno spazio virtuale dove partecipano migliaia di persone aggiornando la situazione.

 

 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Luglio 2018
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