Dopo lo sciopero è ancora muro contro muro tra Agesp e i Cobas

Nella giornata di lunedì servizio di raccolta rifiuti limitato per l'astensione dei lavoratori aderenti al sindacato di base. La protesta non si ferma: "Andremo avanti con le iniziative"

Busto generiche

Lo sciopero dei Cobas limita il servizio di raccolta rifiuti Agesp a Busto Arsizio (e costringe anche a rinvii, prendete nota). Ma la protesta per le rappresentanze sindacali non si ferma: «Non ci sono spazi di mediazione con l’azienda, quindi ci riserviamo nuove iniziative».

Sciopero dell’igiene ambientale di Agesp, i recuperi della raccolta

Una dozzina gli aderenti al presidio davanti a Palazzo Gilardoni, sede del Comune di Busto, nella mattina di lunedì 9 luglio. Le ragioni dello sciopero sono legate alle rappresentanze sindacali, che – qui come in altri contesti – vedono le sigle del sindacalismo di base penalizzate. Il Cobas ne fa una questione di democrazia e di effettiva rappresentanza: “Nonostante i lavoratori Agesp–settore igiene ambientale, da anni hanno mantenuto la loro fiducia in questa organizzazione sindacale, aderendo in misura maggioritaria e organizzandosi per il miglioramento delle condizioni di lavoro, ora Agesp ha deciso che intende trattare unicamente con le sole Organizzazioni Sindacali firmatarie del Contratto Nazionale escludendo la presenza di una importante rappresentanza ai tavoli”.

Dopo la prova di forza del sindacato di base e la mattinata di ritiri “saltati”, c’è stato un primo abboccamento tra lavoratori e azienda. Per il tramite del sindaco di Busto, che rappresenta il socio di Agesp, il Comune appunto. «Nel pomeriggio il sindaco ci ha ricontattato, dopo aver parlato con la dirigenza di Agesp, e ci ha confermato che di fatto rimangono fermi sulle loro posizioni» spiega Eugenio Busellato, dei Cobas. «Non ci sono spazi di mediazione, quindi ci riserviamo nuove iniziative. Anche sul piano legale: in vari luoghi d’Italia i giudici hanno riconosciuto che se le organizzazioni partecipano alle trattative hanno diritto a rappresentanza, anche se non sottoscrivono contratti nazionali».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 10 Luglio 2018
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