Maria Antonietta: “Lady Gaga, i poeti del ‘500 e il coraggio di deludere”

La cantautrice live sabato 14 luglio sul palco del "Owl Night Festival" con i brani dell'ultimo album "Deluderti"

Musica Generica

Ascolta Lady Gaga e ama i poeti del cinquecento. Vive in campagna, circondata dalla natura, ma quando sale sul palcoscenico sembra non avere altra dimensione ideale.

Maria Antonietta (pseudonimo di Letizia Cesarini) viene definita la cantautrice del rock gentile ma dall’attitudine punk, caratteristiche ben racchiuse nel suo ultimo album dove si sentono tutti i suoi contrasti e le sue consapevolezze.

Uscito lo scorso marzo, “Deluderti”, è il suo terzo lavoro discografico; un concentrato di nove tracce che ha come filo rosso il tema delle aspettative che lei  canta ribaltandone la visione. “Permettersi di deludere è un atto di coraggio”, scrive. Maria Antonietta e band farà tappa ad Albizzate sabato sera (14 luglio) per il Owl Night Festival (in programma dal 13 al 15 al Campo sportivo) .

L’ultimo disco ruota attorno al tema della delusione. Ci sono state esperienze particolari che ti hanno portato a riflettere su questo?
«Si tratta tendenzialmente di un percorso interiore e il fatto di fare un’attività che ha una dimensione pubblica, forse lo amplifica ancora più. Talvolta pensi al fatto di poter deludere qualcuno, sembra che tutti abbiamo un’idea precisa di cosa sei e di cosa sarai. Credo invece che ribaltare la prospettiva e permettersi di deludere sia fondamenta e vitale per rendere giustizia a quello che si è veramente. Compiacere un’idea non porta da nessuna parte, è solo un meccanismo di autocompiacimento».

Se io definissi il tuo ultimo disco un manifesto del femminismo contemporaneo cosa ne penseresti? 
«Ti direi che forse è vero che quando scrivi qualcosa che non vuole essere programmatico e ideologico può accadere che qualcuno lo percepisca così. Non mi dispiace affatto, mi lusinga. Credo che le donne, in genere, soffrano moltissimo di questo meccanismo; spesso si censurano quando in realtà ci sono mille pensieri che attraversano la loro mente. Si preferisce rendere giustizia agli altri piuttosto che a te stessa per paura di perdere l’amore o la stima»

Ascoltandoti si percepisce una profonda esigenza di scrivere, forse più che di cantare. E’ così? Hai mai pensato di scrivere un libro?
«Sì, ho sempre amato scrivere. Non credo di avere la capacità di scrivere un romanzo e non è una mia velleità. Per quanto riguarda la poesia invece, è un’altro discorso: l’ho frequentata molto e devo confessare che da due o tre anni scrivo poesie. Sarebbe un sogno molto bello poter pubblicare una mia raccolta, chissà se accadrà»

Sempre a proposito di libri, parli di Cristina Campo, Fernanda Romagnoli, Emily Dickinson, Sylvia Plath. Perchè tanta ammirazione per queste figure femminili?
«Ho sempre avuto delle eroine, delle sorelle maggiore e credo che se sto riuscendo a costruire una mia identità è anche grazie a queste donne che hanno fatto cose così ispiranti. Penso che ognuno di noi abbia i suoi maestri, nessuno riesce a fare qualcosa solo grazie alle sue risorse e, quando posso, mi sembra doveroso omaggiare i miei maestri, sdebitarmi».

Qual è la tua dimensione ideale?
«E’ quella del posto in cui abito, a Senigallia, un luogo immerso nella natura, tra le piante e gli animali, è un luogo contemplativo. Mi piacciono molte cose diverse, non sento la dimensione sacra dell’artista e faccio tante cose che mi fanno stare bene con me stessa. Tendenzialmente sono quelle dove c’è una componente creatrice molto forte ma il luogo in cui vivi è fondamentale»

Passiamo ad un’altra dimensione, quella del live. Come la vivi? 
«Molto bene. Ho sempre scelto di avere intorno a me persone a cui voglio molto bene, amici e persone che frequento anche nella vita di tutti i giorni, questo per me è fondamentale. Non aver nessun tipo di pudore o distanza quando suoni è importante, deve esserci tanta vicinanza umana; tutto diventa più leggero, praticabile e divertente. Quello che stiamo vivendo è un tour molto bello, divertente e sono contenta di quello che stiamo facendo. E’ uno spettacolo variegato e fatto di contrasti, come sono io e le mie canzoni: c’è la dimensione pop, rock, acustica con inserti di flauto e violoncello. Ci sono tanti registri, così com’è il disco».

Quali sono i libri che leggerai questa estate?
«Ho letto di recente “I pidocchi e il granduca” di Carlo M. Cipolla, è un saggio storico sull’epidemia del 1621 a Firenze e l’ho trovo curiosissimo. Un altro libro è “Rimbaud e la vedova” di Edgardo Franzosini, è anche questo un saggio; racconta il passaggio di Rimbaud a Milano ma tutto parte da un bigliettino, l’ho trovato interessante, curioso ed evocativo. Invece, ora sto leggendo il volume di poesie di John Donne che mi è stato regalato da una fan alla fine del concerto del Miami. Era un libro che desideravo moltissimo»

Per quanto riguarda i dischi invece ?
«Sto ascoltando l’ultimo di Lady Gaga. Non sono mai stata attratta dal suo personaggio ma, tolto quell’aspetto, resta un disco vero e sincero. Adoro da fortemente Lana Del Rey, una cantante che trovo abbia brani molto belli. In questo periodo sto ascoltando le Lennon Sisters, una raccolta perfetta con quella sua stratificazione di cori incredibile».

Tutto il programma dell’ Owl Night Festival

Adelia Brigo
adelia.brigo@varesenews.it

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Pubblicato il 11 Luglio 2018
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