Una nuova rete ospedaliera per salvare la sanità pubblica

L'ex direttore amministrativo dell'azienda ospedaliera di Varese commenta la posizione dei medici che chiedono interventi urgenti

commissione sanità audizione 73 medici

Ripensare la rete ospedaliera lombarda in termini di qualità per salvare la sanità pubblica.

Durante l’audizione concessa dalla Commissione Sanità del Consiglio Regionale, i Primari dell’ASST dei Sette Laghi e dell’ASST Valle Olona, cioè di tutta la Provincia di Varese, hanno posto con forza, e per la seconda volta, la necessità di superare la logica penalizzante dei tagli indiscriminati a tutta la rete ospedaliera per concentrare le risorse economiche e il personale su una rete ridimensionata, ma in grado di offrire prestazioni di eccellenza in un più corretto e sostenibile
rapporto costi/benefici per l’intero sistema sanitario regionale.

Monti, il Presidente della Commissione, non ha preso impegni, ma si limitato a chiedere la formalizzazione delle proposte in un documento scritto.

Quella dei Primari della Provincia di Varese è la prima ed unica proposta concreta sul tappeto per superare l’attuale profonda crisi di sistema e, in ogni caso, è un’utile base di lavoro nell’attuale vuoto pneumatico regionale.

Certo, è un discorso che comporta il superamento dei campanilismi e dei localismi con il sacrificio anche di “ospedali sotto casa”, ma, d’altro canto, non è più possibile eludere il nodo rappresentato da un contesto caratterizzato da
risorse limitate, che non consente più di tenere in piedi strutture e servizi sempre più carenti e divenuti pericolosi per i cittadini e a rischio per gli operatori, e tali indipendentemente dal valore e dalla dedizione degli operatori stessi, ma per la crescente inadeguatezza delle risorse da impegnare per mantenere le dotazioni di tutti gli ospedali del territorio allineati all’evolversi della medicina.

E’ una proposta secca e motivata quella dei Primari, ma ostica a molti esponenti della maggioranza politica regionale, che si troverebbero a dover contraddire le promesse elettorali che hanno contribuito non poco alle loro fortune. D’altro canto è una questione che una politica responsabile, e non solo clientelare che ha fin qui bloccato anche interventi gestibili nell’ambito dei “Piani strategici aziendali”, non può più eludere e che deve saper motivare ai cittadini.

E’ anche un duro colpo all’Assessorato regionale al Welfare, prodigo, a partire dalla Riforma Maroni del 2015, di grandi progetti, ma fin qui “non pervenuto” sul piano della pianificazione strategica e operativa. Anche il tanto sbandierato “Piano dei punti nascita” non è un progetto originale, ma la semplice applicazione, con poche innovazioni peraltro proposte dai cittadini, dell’accordo siglato dalla Conferenza Stato Regioni del 24 gennaio 2018 e condiviso dalle maggiori Società Scientifiche.

Bisogna poi fare i conti con i problemi strutturali non risolti. Ne è un esempio l’0spedale di Varese che è certamente titolato per l’inserimento in una rete di qualità, ma che soffre di una cronica carenza di posti letto che ne limita l’operatività. Quella di una nuova rete ospedaliera non è stata la sola richiesta dei dei Primari della Provincia di Varese. Altre riguardano le modalità per affrontare la carenza di medici specializzati in coincidenza con la gobba pensionistica. In questo
senso vanno le sollecitazioni per l’impiego di medici non specialisti nei Servizi di Pronto Soccorso, che ha un senso in un contesto dove è comunque possibile, all’occorrenza, richiedere consulti specialistici, e per normare una maggiore autonomia degli specializzandi, dove però la competenza potrebbe esse nazionale e non regionale. Staremo a vedere se, quando e come ci saranno risposte
dalla Giunta e dal Consiglio regionale.

Carlo Ballerio

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