Omicidio di via Ravasi, a settembre uno spiraglio per Cobertera

Se venisse provata la calunnia del complice Calcano nell’assassinio di Saad Heddine potrebbe riaprirsi il processo

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Potrebbe nascondersi dietro la discussione del reato di calunnia, la chiave di volta per riaprire il caso di Roberto Cobertera, accusato assieme e a Daniel Calcano dell’omicidio avvenuto il 7 novembre del 2008 in città, in via Ravasi, a due passi dall’Università dove trovò la morte un piccolo spacciatore tunisino, Terek Saad Heddine.

Perché Daniel Calcano venne condannato in appello a 30 anni di carcere per l’omicidio del tunisino: si dichiarò reo confesso, ma contestualmente accusò anche Cobertera di aver partecipato all’assassinio, con un coltello.

Roberto Cobertera, in carcere a Padova, si dichiarò invece da sempre innocente e fece diversi scioperi della fame a sostegno della bontà delle sue affermazioni, provocando anche l’interessamento dell’associazione Ristretti Orizzonti e della figlia di Aldo Moro, Agnese che nel 2015 scrisse un articolo pubblicato da La Stampa per chiedere l’esame della richiesta di revisione del processo.

Calcano poi in una lettera affermò che il complice era innocente, e nel frattempo gli avvocati varesini Bossi e Lacchin portavano avanti le istanze per la riapertura del caso, presentando una memoria alla procura della Repubblica di Varese, che chiese però l’archiviazione del procedimento.

Ora il colpo di scena sta nel fatto che il Gip varesino ha respinto l’archiviazione rimandando la trattazione del caso – per l’ipotesi calunnia nei confronti di Daniel Calcano – all’udienza del prossimo 21 settembre.

Cosa succederà?

Potrebbe avvenire l’imputazione coatta di fronte al Giudice dell’udienza preliminare, e attivarsi un processo per calunnia, vale a dire il reato commesso da chi incolpa qualcuno di aver commesso un reato, essendo a conoscenza della sua innocenza.

La calunnia, in questo caso, se provata, potrebbe far riaprire il processo e potenzialmente arrivare a poter scagionare clamorosamente Cobertera dall’accusa di essere uno dei due killer materiali di via Ravasi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 04 Luglio 2018
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