Ecco perché la Digital Transformation soffre in Italia

Un’interessante indagine condotta da Dell EMC su scala globale, sugli scenari futuri dell’integrazione uomo-macchina, pone l’Italia tra i più ottimisti sulle prospettive, nonostante le mille difficoltà

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La Digital Transformation in Italia è ancora troppo lenta: a rivelarlo sono diverse ricerche condotte nel settore. Un’interessante indagine condotta da Dell EMC su scala globale, sugli scenari futuri dell’integrazione uomo-macchina, pone l’Italia tra i più ottimisti sulle prospettive, nonostante le mille difficoltà.

Non è una novità che latrasformazione digitaleè una condizione irrinunciabile per lo sviluppo delle imprese, a prescindere dalla dimensione e dal settore in cui si trovano ad operare.

Controllo della qualità, marketing, logistica, controllo di gestione, vendite ed ogni fase del processo produttivo svolto all’interno di ogni azienda italiana può beneficiare degli innumerevoli vantaggi derivanti dall’implementazione di un processo di trasformazione digitale.

Velocità nel rispondere ai bisogni attuali e potenziali della clientela, maggiore flessibilità nell’adeguarsi ai cambiamenti contestuali, maggiore produttività aziendale, netta riduzione degli sprechi e delle inefficienze: ecco i potenziali punti di forza di cui le imprese italiane potrebbero beneficiare. Scopriamo in questo articolo qual è lo stato della Digital Trasformation in Italia, quali sono le cause e le possibili soluzioni per migliorare e risolvere il gap digitale.

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Digital Transformation in Italia: a che punto siamo?

Gli investimenti digitali negli ultimi dieci anni hanno avuto un incremento di 4 punti percentuali: fare affidamento sull’implementazione deglistrumenti digitali, in grado di far crescere il proprio business e di renderlo più competitivo sul mercato, è una necessità sempre più impellenteper il futuro sviluppo del tessuto imprenditoriale nazionale.

Le imprese che non riusciranno a cogliere la sfida posta dalla Digital Transformation saranno destinate ad essere “estromesse” dal mercato.

In buona sostanza, se le imprese italiane non accelereranno il loro processo di adeguamento alla trasformazione digitale rimarranno “tagliate fuori” dal contesto produttivo internazionale. Si tratta di uno scenario piuttosto negativo per la nostra economia e per la crescita del Sistema-Paese che appare ancora in una posizione di “fanalino di coda”, rispetto agli altri membri dell’Unione Europea.

La Digital Transformation delle PMI italiane procede troppo a rilento”: si tratta di una situazione allarmante che comporta una perdita enorme per il PIL tricolore, soprattutto se consideriamo che il comparto manifatturiero italiano è uno dei più apprezzati a livello mondiale.

Come superare il gap digitale in Italia?

Lo scenario delineato pone in evidenza un marcato scetticismo circa lo status attuale del processo di Digital Transformation. In Italia “solo il 38% della business community vede il digitale già integrato in tutto ciò che facciamo”. Si tratta di un dato emerso dallo studio “Realizing 2030: The Next Era of Human-Machine Partnerships”, condotto su un campione di 3.800 business leader globali da Dell Technologies.

Tra gli “ostacoli” principali che causano questa lentezza nel percorso di trasformazione digitale in Italia vengono citati: il ritardo nella formazione della forza-lavoro in relazione al nuovo scenariocontestuale (57%), oltre alla mancanza di una visione strategica di medio-lungo periodo, una sorta di “miopia imprenditoriale” (56%). Quali soluzioni dovrebbero essere implementate per far fronte alla modificazione sostanziale, irreversibile e indispensabile del nostro sistema produttivo? Non si tratta solo di “robotizzare i mezzi di produzione”, ma la maggior parte delle imprese del Bel Paese ritiene che siano necessari importanti investimenti in competenze digitali.

Si tratta di assumere nuove figure professionali (da formare), ma anche di saper investire nella formazione continua degli addetti. Fino ad un recente passato le rivoluzioni industriali hanno valorizzato le economie di scala, oggi le imprese italiane e comunitarie stanno vivendo in una fase in cui diventa cruciale la c.d. Knowledge Economy. Per recuperare la competitività, il tessuto imprenditoriale italiano deve fare leva sulla conoscenza umana, sulla capacità di sfruttare a proprio vantaggio le nuove tecnologie ed implementarle il più intelligentemente possibile. In linea con gli obiettivi contenuti nel Piano 4.0, investire costantemente in high-skills ein formazione delle competenze ICTpuò apportare grande valore aggiunto ai processi svolti all’interno delle piccole e medie imprese e dei centri produttivi artigianali che costellano lo Stivale italiano. Non c’è più tempo da perdere!

Un approccio moderno alle tecnologie di automazione dei processie di software engineering è fondamentale per consentire alle aziende italiane di sfruttare il digitale con l’obiettivo di ottenere risultati redditizi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 16 Luglio 2018
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