Speleologi in fondo all’abisso dei Tigli

In futuro speleologi e Protezione Civile torneranno nuovamente fianco a fianco per collaborare, come spesso accade soprattutto in palestra di roccia

Avarie

Interessante iniziativa quella organizzata dal Gruppo Speleologico Prealpino e dalla Protezione Civile di Fagnano Olona, una spedizione di due giorni sul monte Rho d’Arcisate per effettuare la discesa sino al fondo dell’Abisso dei Tigli, la cavità naturale che con i suoi 163 metri di
dislivello risulta essere la grotta più profonda della Valceresio. Lo scopo dell’impresa è stato quello di migliorare l’addestramento tecnico dei partecipanti, per accrescere e affinare le capacità individuali di progressione verticale in ambienti ostili come le grotte.

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Da anni in effetti il G.S. Prealpino si dedica anche alla formazione tecnica per la progressione su corda delle squadre di Protezione Civile di molti Comuni del varesotto, organizzando corsi di speleologia grazie ai quali gli operatori acquisiscono capacità e conoscenze che spesso si rivelano determinanti, soprattutto quando sono chiamati a collaborare in particolari emergenze, quali ad esempio ricerche di persone scomparse in aree montane impervie, oppure ispezionare pozzi, scarpate ed altri ambienti verticali e pericolosi, dove è possibile procedere in sicurezza solo con la padronanza delle tecniche speleo-alpinistiche, e quindi l’uso di corde e attrezzature annesse.

I due giorni sul monte Rho d’Arcisate, che si sono svolti sabato 14 e domenica 15 luglio scorsi, hanno visto una dozzina di partecipanti, tra speleologi e volontari della Protezione Civile, i quali hanno dovuto trasportare nell’area di vetta una gran quantità di materiali, indispensabili per alelstire il campo base esterno e per procedere nella discesa dell’abisso.

La scelta di questa località non è stata casuale, poiché si è voluto pianificare una spedizione difficoltosa da ogni punto di vista; tanto per cominciare la salita alla vetta del monte Rho richiede quasi un’ora di
duro cammino, fase più sofferta con il caldo di luglio, confortati solo dal fatto che tutte le pesanti attrezzature sono state trasportate sino a poca distanza dall’obbiettivo, a bordo di un veicolo fuoristrada fornito dalla Protezione Civile. Giunti sul posto è stato poi necessario ricavare degli
spazi adeguati al montaggio delle tende, rimuovendo rovi e arbusti che crescono abbondanti in quella zona.

La grotta per essere affrontata richiede altissima concentrazione e capacità, essendo caratterizzata, sin dall’ingresso, da pericolosi pozzi verticali, il più profondo dei quali sprofonda per 40 metri. Già nella tarda mattinata di sabato 14 una prima squadra di volontari, sotto la supervisione dagli speleologi, hanno sceso l’abisso, posizionando corde e materiali tecnici per il raggiungimento del fondo, potendo tornare in superficie solo in serata. La seconda squadra ha intanto proceduto ad allestire il campo base montando, a poca distanza dal “monumento alla pace” in vetta al Rho, quattro tende da bivacco e preparando la “zona cucina”, garantendo così vitto e alloggio adeguato a tutti i componenti. Una serata in compagnia, con carni grigliate, ottimo vino e prelibatezze varie portate da casa, poi tutti a nanna, per affrontare al meglio il secondo giorno della spedizione. Una notte tuttavia trascorsa non esattamente all’insegna del riposo assoluto e rigenerante, soprattutto a causa di “inquietanti presenze” giunte nel cuore della notte a disturbare il sonno; per fortuna stiamo parlando solo di “innocui” cinghiali, notoriamente presenti in gran quantità sui nostri monti e che, forse attratti dagli odori del cibo, non si son fatti molti problemi a razzolare attorno alle tende in cerca di qualcosa da mangiare.
Sveglia di buon mattino, colazione davanti al meraviglioso panorama a perdita d’occhio della Valceresio e del basso varesotto, quindi i preparativi per la seconda discesa sul fondo, condotta da una nuova squadra che ha poi proceduto al recupero delle corde e di tutti i materiali utilizzati il giorno prima. La loro uscita, avvenuta poco dopo mezzogiorno, ha quindi consentito ai partecipanti di smantellare definitivamente il campo base, raccogliere tutte le attrezzature e scendere verso valle rispettando i tempi previsti. Grande la soddisfazione per aver trascorso due giorni davvero intensi, se pur faticosi, e aver saputo affrontare, tutti insieme, un’impresa assai impegnativa, che ha richiesto notevole preparazione e capacità. In futuro speleologi e Protezione Civile torneranno nuovamente fianco a fianco per collaborare, come spesso accade soprattutto in palestra di roccia, dove vengono svolte le prime fasi dei corsi di speleologia, a cui fanno seguito le discese in grotte impegnative come l’Abisso dei Tigli.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Luglio 2018
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