“Stanno per dimettere mia madre colpita da ictus. E ora?”

La malattia, le cure in ospedale poi la riabilitazione. Qui si ferma l'assistenza. La ricerca di un posto in una casa di riposo è senza risposte. Lo sfogo del figlio

fine vita cure palliative

Volevo segnalare una problematica di cui si parla poco ma che a mio avviso dovrebbe trovare più spazio.

Quello che può sembrare un mio problema, parlando con molte persone, mi accorgo che è molto più diffuso e sentito di quanto si pensi.

Dopo un ictus che ha colpito la mamma, il ricovero in ospedale a Busto e una degenza che inizialmente doveva essere di due mesi ma poi si è ridotta non si sa perchè a un mese e mezzo, l’ospedale mi informa del trasferimento in una struttura di riabilitazione. «Non si preoccupi per un mese circa sarà in riabilitazione». Bene! penso tra me e me, cosi intanto cercherò una prossima destinazione.

Le tempistiche nella struttura riabilitativa si rivelano ridotte e mi viene comunicato, solo pochi giorni fa, che la paziente sarà dimessa da qui a una settimana.

A questo punto non resta che cercare in pochissimo tempo una struttura adeguata per le sue esigenze, una casa di riposo. Decine e decine di email (non solo per la nostra provincia ) vengono spedite, ma il risultato è univoco.

Risposte abbastanza standarizzate del tipo “purtroppo la struttura è al completo vi è una lunga lista d’attesa.Oppure diamo la precedenza ai locali! Oppure….. guardi c’e’ disponibilità per camere che vanno dai 90 ai 120 euro al giorno. A questi ultimi rispondo – e credetemi, faccio molta fatica a contenermi- che la mamma prende una sola pensione non tre!!!!!!

Bene a oggi nessuna risposta positiva e giovedì verrà dimessa. E’ un pacco postale?

Non me la prendo con le case di cura che comunque seguono un iter e non ti offrono nessun aiuto concreto. Me la prendo con il sistema che è sbagliato e che pone la persona o meglio i familiari della stessa a impazzire per trovare soluzioni urgenti difficili se non impossibili da realizzare in poco tempo. Se per le prenotazioni di esami esiste un call center che ti indirizza alla struttura disponibile all’ora e nel giorno che vuoi, perchè ciò non deve avvenire anche per queste problematiche ben più importanti? Perchè la regione non predispone -almeno sulle strutture più grosse – dei posti per le emergenze?

E chi invece ha solo una pensione o magari ha il figlio disoccupato come fa?

A queste domande a oggi non c’e’ risposta!

Giorgio Tosi

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Luglio 2018
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