Blocco del progetto stazioni, le reazioni varesine

Lo stop dal senato al decreto periferie, che a Varese significa lo stop del progetto Stazioni in fase già molto avanzata, ha creato molte reazioni in città

stazioni varese

Lo stop dal Senato al decreto periferie, che a Varese significa lo stop del progetto Stazioni a progetto già molto avanzato, ha creato molte reazioni.

Primo di tutti, ovviamente, il sindaco Davide Galimberti, che aveva proprio il giorno prima inviato a Roma il progetto Esecutivo, come da termini prescritti dal Governo. «Sono abituato a lavorare sulle certezze: ad oggi i soldi, la convenzioni ed i progetti sono l’unica certezza e quindi si va avanti con il Progetto Stazioni perché è un intervento per la sicurezza e il decoro dell’area che la città aspetta da troppo tempo. Un emendamento che deve essere ancora approvato dal Parlamento la considero una provocazione ed un attacco all’autonomia degli enti locali e all’economia. Purtroppo prevale la linea dei no alle grandi opere e allo sviluppo economico. Se dovesse essere approvato un simile emendamento avremmo la conferma che siamo un paese delle “banane” dove le convenzioni non valgono nulla. Sarebbe un pessimo messaggio per gli investitori che vogliono venire in Italia. Abbiamo bisogno di certezze».

PRIME REAZIONI DAI VERTICI VARESINI DEL PD

A reagire poi, sono stati diversi esponenti del PD varesino: come  il capogruppo in consiglio comunale Luca Conte, che ha dichiarato: «La Lega si piega ai 5 Stelle e sacrifica la nostra città dimostrando di non amare Varese. Si vogliono bloccare 18 milioni di euro a noi già destinati dal Pianoperiferie con il Milleproroghe, rendendo carta staccia convenzioni firmate nell’interesse dei cittadini che aspettano la riqualificazione dell’area stazioni da tantissimi anni. Per 25 anni non hanno saputo fare uno straccio di piano per rendere sicura e decorosa la zona. La Giunta Galimberti è in procinto di aprire i cantieri e la Lega non trova di meglio che rubare ai varesini i soldi che si sono conquistati non per una parte politica, ma per la sicurezza e la vivibilità della città. Dove sono i leghisti varesini? Cosa pensano del furto che a Roma stanno consumando nei confronti della città?».

Anche Luca Paris, segretario del PD di Varese ha commentato: «Ci auguriamo che l’emendamento del governo, che  “sospende” i 18 milioni di euro già stanziati alla città di Varese per riqualificare l’area degradata delle stazioni, venga ritirato. Sarebbe uno schiaffo ai varesini e a tutta la nostra provincia, un insulto a chi in città vive o porta avanti un’azienda, l’ennesima dimostrazione di come chi lavora sui territori sia considerato poco o nulla da un governo centralista ed assistenzialista che in pochi mesi sta già causando danni pesanti per l’economia del Paese e per le tasche degli italiani».

REAZIONI ANCHE DAI RAPPRESENTANTI CIVICI

Più inaspettato è il sostegno di Rivoluzione Cristiana, di solito non tenera con l’amministrazione, che un giorno dopo l’annuncio ha commentato: «Esprimiamo disappunto per la decisione del Governo di posticipare l’erogazione dei fondi necessari a riqualificare l’area stazioni della nostra città”.  “Non ignoriamo che la Giunta, a lungo, ha sbandierato questo progetto come un successo nonostante non rientrasse nei primi 24 della graduatoria. Al Sindaco consigliamo maggiore prudenza e più cautela per il futuro, pur rinnovando perplessità sulla scelta del Governo. Chi oggi gioisce per questo stop non gioca a favore della città. Dovremmo unirci con una sola maglietta: Forza Varese. Si spinga affinché il Governo riveda questa scelta il prima possibile, perché i cittadini aspettano da tanto, troppo tempo il realizzarsi di questa promessa. Allo stato dei fatti, attendendo sviluppi in merito, proponiamo interventi necessari dai costi non eccessivi: Mantenere puliti e decorosi i sottopassaggi per garantire una viabilità in superficie sicura ed ordinata, rivedere i tempi dei semafori nello snodo centrale tra mercato e stazione, aumentare la sorveglianza ed i controlli perché l’emergenza sicurezza non può aspettare e, con attenzione alle istanze dei commercianti del mercato di piazzale Kennedy, prendere posizione rispetto al loro futuro. Le bancarelle verranno mantenute? Verranno dimezzate tra la collocazione attuale e piazza Repubblica? Queste risposte sono dovute perché i commercianti meritano rispetto. Ribadiamo però che vedere Governi stanziare e togliere fondi a seconda della convenienza partitica non è mai una pagina di buona politica».

Alcune delle richiesta avanzate da Rivoluzione cristiana erano state avanzate anche dall’ex Consigliere comunale Mauro Gregori, ora “libero pensatore” della città di Varese: «Si attendevano i denari e l’inizio dei lavori per il 2019… invece con tutta probabilita’ il mandato di Galimberti terminera’ senza che i lavori siano effettivamente partiti.
A questo punto, dato che Varese non puo’ attendere. Cìhe si intervenga comunque:
1) riqualificando immediatamente i sottopassaggi anche quelli chiusi da anni ripristinando pulizia, decoro, sorveglianza.   2) mettendo in sicurezza ed abbellendo l’ intera zona anche tramite sinergie con Trenord e la proprieta’ del centro commerciale sede di Upim e Carrefour. 3) trasferendo al piu’ presto il mercato ambulante in piazza Repubblica nell’ ambito del progetto di riqualificazione della caserma Garibaldi 4) rendendo piazzale Kennedy un vero e proprio parcheggio da 600 posti al servizio della citta’ 5) riqualificando le fermate autobus in piazzale Kennedy con allargamento delle stesse e la contemporanea creazione di pensiline dedicate (la collaborazione di Autolineee Varesine, gestore del servizio,  sarebbe fondamentale)».

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Pubblicato il 08 Agosto 2018
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