Merci e Alptransit, qualche considerazione targata Cinquestelle

L'attivista Giorgio Bosoni promette: "Dal prossimo autunno riavvieremo incontri con le popolazioni dei comuni interessati"

I giorno di AlpTransit

Gentile direttore,

Prendo spunto dalle osservazioni del Signor Buonfino, per fare il punto sullo stato attuale dello sviluppo del “progetto AlpTransit”. Da tre anni, noi attivisti del Movimento 5 Stelle, ci siamo impegnati innanzitutto a capire cosa fosse “AlpTransit”, le motivazioni per cui la Confederazione Elvetica impegnava 26 mld. di Franchi per realizzare un’infrastruttura unica al mondo nel suo genere e nei suoi intenti.

L’accoglienza ricevuta dall’ambiente istituzionale e dalle forze politiche di
rappresentanza locale fu scontata: le nostre istanze furono recepite e relegate tra le “chiacchiere da bar”, di perdigiorno, guastafeste e “caciaroni”. In sordina, esternamente agli spazi istituzionali e con qualche inaspettato sabotaggio, ma in sincronia con i nostri rappresentanti regionali, iniziammo ad organizzare eventi informativi per la cittadinanza, prendere contatti coi Comitati Civici che spontaneamente nascevano, in seguito alle reticenze di chi pretendeva di saperne. Inutile dire che i “cittadini” non mostrarono il benché minimo interesse.

Comprensibile dal momento che l’informazione nel nostro Paese, aveva accuratamente taciuto le reali implicazioni sulla Lombardia di 400 treni al giorno che sarebbero arrivati dal Nord Europa. Duemila tonnellate a treno, 6-8 milioni di tonnellate/anno di sostanze pericolose che avrebbero attraversato la regione, di cui circa 100 di questi treni avrebbero attraversato Luino e tutti i paesi lacustri fino a Laveno e di seguito fino a Gallarate/Novara.

Raccogliemmo e analizzammo dati e studi universitari, leggi nazionali ed europee, visualizzammo centinaia di documenti e filmati, partecipammo a convegni sul tema ferrovie e trasporti ma soprattutto: studiammo il piano di emergenza della Protezione Civile che il Ministero dell’Interno aveva predisposto per ogni singola realtà locale. Le preziose informazioni che ne ricavammo, servirono innanzitutto a farci un’idea di come si stesse evolvendo il concetto di “trasporti”, all’interno dell’UE.

Trasportare merci e persone su rotaia, è il più sicuro e sostenibile futuro per tutti. Vero e condivisibile, ma un’opera, in quanto tale, va progettata e realizzata. Questo hanno fatto gli elvetici: nuove esigenze di trasporto, nuove linee dedicate per l’alta capacità (enormi treni merci da duemila tonnellate) e all’alta velocità (treni passeggeri che attraversano il tunnel del Gottardo a 250 km-h).
Il corridoio 24 del sistema di linee ferroviarie accessorie, prevede che la esistente ferrovia litoranea, da Cadenazzo a Gallarate-Novara, passando per Luino e Laveno, sia collegata a Genova, e Malpensa, ma solo per le merci. Il famigerato corridoio Rotterdam-Genova per unire i due porti europei; il “Nuovo Piano di Trasporti Europeo” siglato dagli 8 Stati membri, a Lisbona nel ’94.

La Svizzera prevedendo un aumento delle spedizioni fino al milione e duecentomila unità annue (studio Del Prof. Lanfranco Senn, di Univ. Bocconi per Ufficio Federale Trasporti) che da qua al 2025, attraverseranno il territorio Federale, ha concepito già in fase progettuale, una rete intermodale di supporto, per trasporti locali su rotaia. Meno mezzi pesanti in strada, migliore accesso alla zona turistica del Canton Ticino e laghi, per i visitatori che arriveranno in metà tempo dal Nord Europa. Sarebbe davvero una grande opportunità per il nostro turismo se inserita in un
piano di trasporti più generale e connesso con le nuove incipienti realizzazioni del Ticino, che si fermerebbero altrimenti al confine, come già succede oggi con il trenino di Ponte Tresa.

Diminuiranno l’impatto dei mezzi a motore sulle comunità residenti, sulla viabilità secondaria cantonale e trasporteranno milioni di persone tra le regioni a cavallo del confine … se noi potessimo annetterci al progetto. A Luino non abbiamo una linea dedicata, ma solo una vecchia linea a singolo binario, costruita quando la merce più pericolosa trasportata era il carbone. Dal 2020, quando le opere di adeguamento avranno termine (non è garantito), dopo i collaudi di cui non si sa nulla, nonostante la riapertura della tratta ai treni dopo i sei mesi di chiusura dello scorso anno, saranno circa 5 milioni all’anno le tonnellate di merci pericolose, in 300 varianti che attraverseranno i nostri villaggi.

Quindi per noi dei comuni lacustri, potrebbe rivelarsi un vero disastro in termini di offerta turistica e per “l’economia dell’accoglienza”. Abbiamo soluzioni e proposte, che oltre a consentire di sviluppare e sfruttare al massimo il potenziale di AlpTransit, miglioreranno la qualità di vita anche dei cittadini italiani, oltre che gli affari degli spedizionieri europei.

Da operatori del settore ferrovie, anche se ufficiose, si stima che il volume economico delle merci trasportate annualmente sulla linea lacustre, sarà di 20 miliardi di euro (stima in difetto secondo fonti accademiche), mentre per le opere compensative si sono stanziati tra Regione e Rete Ferroviaria 30 milioni “una tantum”.

Dal prossimo autunno riavvieremo incontri con le popolazioni dei comuni interessati, in collaborazione con Comitati Civici e la rete dei nostri attivisti. Invitiamo caldamente, tutti i cittadini, gli amministratori, i tecnici, soprattutto coloro che fino ad oggi hanno osservato superficialmente o non si sono minimamente interessati della cosa, a partecipare. Noi proposte e
idee, determinate da attenta e oggettiva analisi dei dati e delle prospettive, ne abbiamo da proporre.

La nuova comunità Montana che si spera risorgerà più coesa e libera da logiche politiche che in passato, dovrà diventare l’espressione di una visione della gestione dei nostri territori proiettata verso quello che ormai si delinea come l’ineluttabile futuro: “tutte le decisioni e i progetti di sviluppo, dovranno convergere e integrarsi su funzioni di base che dovranno inevitabilmente prevedere le assolute tutela e salvaguardia ambientale” e da questi paradigmi si dovranno creare i presupposti giuridici e legislativi che serviranno a sviluppare nuove forme di produttività ed economia; perché il prodotto che vendiamo ai turisti, è il nostro ambiente. Siamo ottimisti noi di Luino perché le idee non sono ideologie e i dogmi vengono costantemente superati dall’evoluzione del sapere.

Giorgio Bosoni. Luino 5 stelle.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Agosto 2018
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