Un sogno chiamato calcio: dalla Seconda Categoria alla serie C in Portogallo

Edoardo Neuroni ha spiccato il volo per provare a realizzare il suo sogno ed è approdato al Lusitano FC di Vila Real de Santo António, squadra che milita nel Campeonato de Portugal, la serie C lusitana

Edoardo Neuroni

Da Morosolo al Portogallo, dalla Seconda Categoria al calcio professionistico. Edoardo Neuroni ha spiccato il volo per provare a realizzare il suo sogno ed è approdato al Lusitano FC di Vila Real de Santo António, squadra che milita nel Campeonato de Portugal, la serie C lusitana.

Classe 1998, diploma di maturità al liceo sportivo Pantani di Busto Arsizio appena conseguito, fisico imponente (è alto 1 metro e 94 centimetri per un peso forma di circa 85 chili), Edoardo è cresciuto nella Casmo, la squadra di Casciago: partito attaccante, si è subito spostato in porta, passando dalle giovanili di Varese, Bosto, Insubria e Raggruppamento Chiasso fino alla prima esperienza coi “grandi” ad Albizzate, dove ha giocato un’ottima stagione in Seconda Categoria difendendo i pali della Polisportiva San Luigi: «Sarei rimasto volentieri con loro, mi sono trovato benissimo, ma questa è un’opportunità troppo grossa per me», spiega.

Quest’estate per lui è passato il treno da prendere al volo, ed eccolo a Vila Real de Santo António, cittadina di 20 mila abitanti in Algarve, vicino a Faro, sud del Portogallo, terra amata dai turisti per la bellezza unica della costa e del mare. Edoardo però non è partito per fare il turista, ma per giocare a pallone.

«Tutto è nato grazie alla mia scuola – racconta -. Mi hanno proposto un provino in un’accademia per portieri a Milano: lì mi ha notato un dirigente della squadra portoghese, che ha avviato i primi contatti. Ho fatto un primo provino dopo la maturità e la società ha deciso di tesserarmi, dandomi l’occasione di misurarmi con un calcio nuovo, diverso e ricco di potenzialità. Sono qui da 4 giorni, mi alleno duramente e so che dovrò conquistarmi col lavoro il sogno di diventare calciatore, ma sono pronto e motivato».

Dopo la maturità si è iscritto all’Università dell’Insubria, facoltà di Scienze della Comunicazione: «Mi piacerebbe fare il giornalista sportivo un domani, o comunque rimanere in ambito sportivo – dice il giovane portiere -. La società mi ha dato la possibilità di fare gli esami che riuscirò a preparare, sono stati molto disponibili da questo punto di vista».

L’ambizione di certo non manca a questo ragazzone di 20 anni, bravo tra i pali e con i piedi, specializzato nel parare i rigori. In Portogallo lo ha portato Giancluca Pavanello, preparatore dei portieri giramondo che in lui ha visto potenzialità e margini di miglioramento: «Devo ringraziare mamma e papà (Roberta e Alberto, ndr) perchè mi hanno appoggiato in questa scelta: ho pensato a lungo su cosa fare, loro mi sono stati sempre vicini e hanno fatto grandi sacrifici per me. Ne ho parlato anche con i miei nonni, con gli amici e con la mia ragazza, Marta. L’impatto è molto positivo, c’è una struttura di livello con campi di allenamento, piscina, palestra e stadio a due passi dal mare. Anche coi miei nuovi compagni va tutto bene: ci sono ragazzi da ogni parte del mondo, italiani, sudamericani, europei. Anche questa è una bella novità per me, un misto di culture stimolante. Voglio provarci, voglio fare una bella stagione e crescere ancora – racconta -. Non so ancora se sarò aggregato da subito alla prima squadra oppure all’Under 23, ma darò il meglio di me stesso: non ho lasciato tutto per fare un anno da turista, se voglio fare il calciatore questa è l’occasione per dimostrare che posso riuscirci».

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Pubblicato il 02 Agosto 2018
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