Leonardo Cazzaniga condannato all’ergastolo

L'ex-medico del Pronto Soccorso è stato condannato dalla giuria del tribunale di Busto Arsizio per la morte di 12 pazienti da lui curati in struttura e di tre parenti dell'ex-compagna Laura Taroni

leonardo cazzaniga

L’ex-viceprimario del Pronto Soccorso dell’ospedale di Saronno, Leonardo Cazzaniga, è stato condannato all’ergastolo (con tre anni di isolamento) dalla Corte d’Assise del Tribunale di Busto Arsizio dopo 7 ore di camera di consiglio.

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Processo Cazzaniga, aula piena a Busto Arsizio 4 di 10

La sentenza è stata letta alle  17 in punto,  dopo un anno e mezzo di processo nel quale è stata approfondita tutta la vicenda che lo vede accusato di aver commesso 12 omicidi tra i pazienti del Pronto Soccorso di Saronno e tre tra i parenti dell’ex-compagna Laura Taroni (già condannata a 30 anni con sentenza confermata in appello). La lettura del dispositivo di sentenza ha impegnato il presidente della Sezione Penale del tribunale, Renata Peragallo, per quasi 20 minuti con un Cazzaniga impassibile e immobile.

La corte lo ha condannato per aver commesso gli omicidi volontari in Pronto Soccorso di Pietro Oliva, Federico Mascazzini, Mario Volontè, Virginia Moneta, Giacomo Borghi, Antonietta Balzarotti, Pier Francesco Ferrazzi,  Giuseppe Vergani, Luigia Lattuada, Angelo Lauria e dei parenti di Laura Taroni, Luciano Guerra e Massimo Guerra. I giudici lo hanno assolto dagli omicidi di Maria Rita Clerici, per non aver commesso il fatto, Antonio Isgrò e Domenico Brasca perchè il fatto non sussiste.

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Condannati a 2 anni e 6 mesi l’allora direttore dell’ospedale di Saronno Roberto Cosentina, la dottoressa Maria Luisa Pennuto, l’ex-primario del Pronto Soccorso Nicola Scoppetta e il direttore medico Paolo Valentini, per i reati di favoreggiamento e omessa denuncia componenti della commissione medica che aveva il compito di indagare su alcuni casi di morti sospette in Pronto Soccorso, segnalati dagli infermieri Clelia Leto e Iliescu Radu.  Assolto, infine, il medico Giuseppe Di Lucca.

Soddisfazione è stata espressa da Gabriella Guerra, soprattutto per la condanna dei membri della commissione medica: «Se queste persone avessero agito diversamente avrebbero potuto cambiare le cose. Potevano fermare questo delirio di onnipotenza». «Mio cugino sarebbe ancora qui e poteva essere qui anche Maria Rita Clerici» – ha detto il cugino Enzo Perazzolo, che ha affiancato Gabriella nella lettura della sentenza.

Se l’accusa non ha voluto commentare la sentenza, la difesa di Cazzaniga (rappresentata da Ennio Buffoli) ha espresso tutta la propria amarezza per questa sentenza: «Non mi capacito di come la corte abbia deciso di confermare la volontarietà di queste morti teorizzata dall’accusa. Il mio assistito è scosso e provato da questa sentenza. Attendiamo le motivazioni e poi ricorreremo in appello».

All’appello pensano anche le parti civili che non hanno ottenuto la condanna del responsabile civile Asst Valle Olona, l’unico soggetto in grado di poter dare ristoro economico ai parenti delle vittime (quantificato in 14 milioni di euro, ndr).

 

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Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Gennaio 2020
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