Il sindaco Galimberti contro i dipendenti “pigri”

Non si parla del Molina in consiglio, ma dei dipendenti comunali che starebbero facendo barriera alla riorganizzazione dell'amministrazione

La proclamazione di Davide Galiberti, nuovo sindaco di Varese

Il sindaco di Varese Davide Galimberti denuncia i “pigri” a Palazzo Estense: «Ho incontrato in questi primi 100 giorni alcuni funzionari che non vogliono contribuire alla crescita dell’ente – ha affermato in consiglio comunale -, ma dovranno adeguarsi. Non vogliamo i pigri, è vero, e abbiamo bisogno di personale qualificato e motivato. Spero di non vedere ulteriori episodi come quelli capitati in questi primi 100 giorni perché sarebbe spiacevole. I cittadini vogliono una macchina efficiente e noi dobbiamo dare risposte a questi cittadini».

Con queste parole Galimberti ha parlato della riorganizzazione dell’ente, il primo grande provvedimento affrontato dal sindaco e l’unico finora portato compiutamente a termine. Galimberti ha affermato che ha trovato molti dipendenti bravi e motivati, ma anche sacche di pigrizia. La sua riorganizzazione ha ottenuto tuttavia un giudizio politico favorevole dal consiglio comunale che, mercoledì sera, con 21 voti favorevoli e 10 astensioni dalle opposizioni, lo ha approvato senza problemi.

Il miglior viatico gli è giunto dalla lista Orrigoni: «C’è un po’ di scaricabarile ancora sul passato – ha osservato Paolo Orrigoni – ma presto finirà e se la strada intrapresa è buona si potranno avere risultati: mi fa piacere che gli obiettivi della riorganizzazione siano stati chiariti. Da uomo di impresa la comprendo. Noi ci asterremo».

Il sindaco Galimberti a inizio seduta ha annunciato di aver chiesto una riunione dell’accordo di programma su piazza Repubblica. Un passaggio abbastanza di routine, che tuttavia ha presentato con grande enfasi. «Abbiamo chiesto al comitato dell’accordo di programma la convocazione entro il 10 ottobre della segreteria tecnica dell’accordo di programma. La città chiede che ci sia una accelerazione».

Il consiglio ha votato alcuni passaggi sul bilancio, e nel question time ha rivolto apprezzamenti e applausi all’agente Milana investito durante la Tre Valli Varesine, chiesto da Carlo Piatti della Lega Nord. Luisa Oprandi del Pd ha presentato un documento sulla vivibilità di Valle Olona.

Polemiche verbose, poi, sul fatto che Marco Pinti della Lega ha chiesto un consiglio comunale sul referendum: gli hanno detto no Conte del Pd, Crugnola della lista Varese 2.0 e Bortoluzzi della Lista Galimberti, ma si farà lo stesso come da statuto.

Marco Pinti ha sollevato un problema anche sulle case popolari di Bosto, in vicolo Mera: mancano termosifoni e riscaldamento, ma l’assessore Civati ha risposto che se ne sta occupando.

Infortuna del Pd ha presentato una mozione sulla sicurezza e pulizia in piazza Repubblica, mentre altri inteventi spot hanno compeltato la serata.

Dopo le polemiche dei gironi scorsi, ci si aspettava che nel question time qualcuno sollevasse il problema del rifiuto di Christian Campiotti, presidente della Fondazione Molina, di venire in consiglio comunale per riferire la situazione. Nessuno ne ha parlato. L’opposizione extraconsiliare di Sel, con Rocco Cordì,  ha commentato così: «Dopo settimane di polemiche, attacchi e contro attacchi, di rivelazioni e avvertimenti in perfetto stile mafioso, di umiliazione dei consiglieri e della Conferenza dei capigruppo (che si sono visti negare l’audizione chiesta al Presidente della “Fondazione Molina”) il minimo che ci si potesse aspettare stasera in Consiglio Comunale era un dibattito o almeno qualche intervento indignato. E invece no! I consiglieri di maggioranza e quelli di opposizione, Sindaco e assessori, tutti insieme spassionatamente, hanno scelto il silenzio. Ordini superiori? Eppure nei corridoi erano in tanti a vociferare che il peggio deve ancora venire. Nei corridoi però!».

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 29 Settembre 2016
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Commenti

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  1. Roberto Colombo
    Scritto da Roberto Colombo

    quando un politico si insedia in un incarico amministrativo e vuole fare cambiamenti scomodi, la prima cosa che si sente dire dal funzionario riottoso è che “io sarò qui anche quando Lei non ci sarà più” ed è vero. il vero potere in Italia ce l’hanno i dipendenti pubblici che, a onor del vero, il Pd ha sempre coccolato e difeso garantendone i privilegi.

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