“Ermanno Montoli, un impegno da ricordare”

Il ricordo di Pierfausto Vedani per il dottore: nel pomeriggio di venerdì 30 settembre il Pronto Soccorso verrà intitolato ad Ermanno Montoli

ermanno montoli

Il Pronto Soccorso una volta era in alcuni locali a piano terra del padiglione centrale del vecchio ospedale, e quindi di particolare e rapida accessibilità.

Facilissimo anche il contatto con i medici: ma silenzio e molto rispetto erano una ferrea consuetudine, nemmeno richiamata da cartelli ammonitori, che tutti  rigidamente osservavano quando i sanitari e i loro collaboratori erano impegnati nell’assistenza a feriti o ammalati.

La possibilità per la gente di attendere a breve distanza da dove si era impegnati per la salute delle persone  ci sarebbe stata anche dopo l’inaugurazione del nuovo edificio, donato all’ospedale e quindi alla città dalla famiglia Bassani. Se però la situazione, come un eccessivo affollamento del Pronto Soccorso, richiedeva particolari  cautele, non c’erano problemi nell’essere più rigidi, la gente capiva e collaborava.

E’ molto bello che oggi si ricordi ufficialmente Ermanno Montoli: dedicargli il  moderno reparto significa sottolineare impegno e scienza del  medico e additare come esempio la sua carriera.

Avendo alle spalle precedenti esperienze di cronista in altre città, già al mio arrivo a Varese nel 1963 ebbi modo di rilevare elementi innovativi nella gestione del Pronto Soccorso in termini di accoglienza e assistenza, di concezione della sanità come  valore sociale.

Un rigidissimo senso del dovere, la necessità dell’aggiornamento scientifico, la cultura che viene dall’esperienza, la gerarchia come  espressione di competenza ma anche di umanità erano  patrimonio delle varie squadre che si alternavano nei turni di guardia. E in tutti gli operatori del Pronto Soccorso, nessuno escluso, erano preziose delicatezza e attenzione verso chi all’improvviso si era trovato nel dramma.

Sono passati anni da quando Ermanno Montoli ha lasciato l’incarico: il nuovo ospedale e la riforma sanitaria lombarda, con grandi assenti i politici varesini, hanno comportato problemi a non finire. Problemi che  – come è noto – hanno toccato anche il  Pronto Soccorso, messo in croce perché Milano per risparmiare voleva meno posti letto nei reparti e meno gente che si rivolgesse al Circolo, storico riferimento medico nobilitato poi anche dalla presenza dell’Università.

Sistemi nuovi e razzie di risorse hanno messo in croce più volte il Pronto Soccorso che però non è mai uscito sconfitto dalle battaglie: la città ha toccato con mano che nei momenti di bufera, del sacrificio, sempre sono venuti a galla la tradizione, il vecchio  spirito montoliano, l’orgoglio di una professione e di un servizio reso con  amore alla città.

Una eredità di valori accettata, rispettata  e coltivata in silenzio, più forte del tempo che passa. Da oggi va in pensione il successore di Ermanno Montoli, Francesco  Perlasca. Grazie per aver pilotato bene il PS in anni  veramente difficili. Ne riparleremo.

Buon lavoro a Saverio Chiaravalle, eccellente chirurgo al Circolo e già primario del Pronto Soccorso a Tradate. Lo ricordo con simpatia come uno dei “me baloss”: così  definiva i suoi giovani medici Ermanno Montoli quando aveva notizia di qualche loro scherzo, in genere micidiale, fatto a  colleghi dell’ospedale.

Piacerà infine, a tutti coloro che hanno lavorato con il dottor Ermanno, che citi la persona più schiva e silenziosa del reparto, la Teodorina: una anziana  microsuora, vera mamma per tutte le splendide caposala che ha avuto il PS e una amatissima nonnina per il primario.

La Teodorina, con la sua silenziosa dedizione, era l’opposto delle suore che in molti  ospedali sollevavano i primari dalla fatica di far marciare i reparti. Ma era in linea con lo stile di un gruppo di persone che hanno fatto la storia di un reparto e nelle quali hanno creduto anche i loro successori.

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Pubblicato il 30 Settembre 2016
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da attilio_licora

    Ermanno Montoli, un grande Medico, un ottimo organizzatore un grandissimo Maestro. Grazie

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