Bar e ristoranti: “Il centro di Varese si è svuotato”

Protesta e attacco al sindaco Galimberti: caffè, aperitivi, cene rendono meno, perché, secondo loro, la città sta diventando scomoda

commercianti varese protesta cosap

Bar e ristoranti dicono che da quando è scattato il piano della sosta, i clienti sono spariti. Ma c’è di più: il dialogo tra sindaco e commercianti dei pubblici esercizi, sulla Cosap e sul miglioramento di Varese, sembra essersi interrotto. Nonostante Palazzo Estense abbia ritirato gli aumenti previsti. Lo denuncia Antonella Zambelli, presidente di Fipe (l’associazione dei pubblici esercizi), che già due mesi fa aveva guidato una manifestazione in consiglio comunale. Da allora era nata la proposta del sindaco di aprire un tavolo, un dialogo costante in cui gli esercizi si assumevano alcuni oneri, in cambio di partecipazione e miglioramento del centro storico.

(foto, un recente incontro tra il sindaco e gli esercenti con Antonella Zambelli)

Ma qualcosa sembra essersi rotto. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, in queste ore, è stata lo Street Food Festival, in cui sono rappresentati quasi solo esercenti esterni alla città: “Solo uno è di Varese – osserva la Zambelli – ma in sostanza il problema è che non ci ha invitato nessuno. Ci sentiamo un po’ presi in giro. Noi paghiamo le tasse, noi lavoriamo a Varese, ma il comune organizza manifestazioni con altri commercianti, mentre non organizza eventi che ci facciano lavorare”.

Potrebbe sembrare un bisticcio tra commercianti di Varese e quelli di fuori città, ma il problema è in realtà profondo e riguarda un calo generalizzato di vita sociale a Varese. Zambelli ha raccolto le lamentele di bar e ristoranti, e la situazione è tesa: “Nelle ultime due settimane c’è stata una diminuzione di lavoro come mai era accaduto in passato – osserva – il centro della città si è letteralmente svuotato, persino il venerdì sera non si lavora più come prima e il sabato non basta per recuperare il fatturato. I negozi sono tutti in franchising e se non creiamo qualcosa di nuovo per attirare la gente saranno guai. Il tavolo di concertazione promesso dal sindaco si è riunito una volta sola. C’è un problema serio di rilancio della città e ora diciamo basta. Basta vendere fumo, sindaco Galimberti. Ho chiesto un nuovo incontro da due settimane – continua Zambelli – e non mi hanno dato una risposta, perché il sindaco era impegnato dai problemi di maggioranza. E i problemi dei commercianti?. Se moriamo noi e i negozi dei varesini, che ne sarà di Varese?”.

La situazione è aggravata dalla nascita del centro commerciale di Arese che ha tolto lavoro anche ai negozi varesini. Ma i bar e ristoranti lamentano, più che altro, una mancanza di strategie. Gli eventi dell’estate, ad esempio, non sarebbero ancora stati programmati.

Va però detto che tra i commercianti c’è molta fibrillazione ed esistono anche varie scuole di pensiero: dal canto suo Fipe annuncia che si recherà ogni sera in consiglio comunale per protestare, ma esiste anche un nuovo comitato “Varese diamoci la mano” più positivo con la giunta e che sta lavorando per una proposta di offerte sul parcheggio a Varese. Così come Ascom e Confesercenti e Aime hanno posizioni diversificate sugli atti della nuova giunta. E il piano della sosta è uno dei nervi scoperti.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 19 Maggio 2017
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Commenti

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    Scritto da mtn

    Vuoi vedere che lo sceriffo di Nottingham si è trasferito a Varese? Speriamo arrivi presto Robin Hood

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    Scritto da giorgio_martiniossola

    questa settimana sono stato una sera in centro,ho sentito il gestore di un locale lamentarsi perché aspetta l’autorizzazione da 6 mesi per poter mettere all’esterno sulla via i tavolini,con il tempo quasi estivo di questa primavera ha già perso molti soldi di incasso e anche molti clienti,nonostante proteste e solleciti sembra che l’autorizzazione non arrivi….evidentemente hanno gli uffici saturi di lavoro e gli impiegati oberati,forse occorrerebbe iniziare a rispettare chi lavora….o no?

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    Scritto da Felice

    Uhm….leggendo l’articolo mi sembra di capire che la maggior causa di lamento dei commercianti sia:
    – apertura di negozi tutti uguali in franchising….Varese ha perso la sua tipicità nei piccoli esercizi, questo anche grazie ad un decennale aumento dei canoni di locazione e della specifica volontà di vendere il centro ai grandi marchi, gli unici che si possono permettere certi affitti da Milano centro. Di questo non si può incolpare mica la giunta attuale, in carica da pochissimo tempo. Questa distruzione la si pianifica in anni.

    – I centri commerciali. Su questa tematica il lombardo soffre di bipolarismo in fase acuta. Quando sono da aprirsi chi protesta viene etichettato come di sinistra e pure rompicoglioni.
    Dopo si dice che effettivamente abbiamo esagerato con questa bulimia di centri commerciali spazzatura e che letteralmente abbiamo firmato la condanna a morte dei piccoli rivenditori e soprattutto abbiamo svuotato le città. La domenica c’è chi preferisce passare 4 ora al centro di Arese. Ditemi se questa non è follia.

    Ma si sa, Galimberti è il nuovo cattivo di Varese e provincia a cui addossare una mancata pianificazione e gestione leghista che si protrae da decenni.

    Galimberti! Cattivone!

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    Scritto da mtn

    Il problema più grande è che manca il dialogo, manca la condivisione, manca il confronto e tutto arriva come un fulmine a ciel sereno senza più possibilità di trattare bisogna sempre solo subire il solito metodo Poco Democratico

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