Regione Lombardia pone un freno ai pendolari della sanità

In tre anni verranno stanziati 30 milioni di euro in meno per coprire i coti di cura di persone provenienti da fuori regione. La manovra riguarda soprattutto le cure a bassa intensità

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È considerato uno dei sistemi sanitari migliori di Italia. Tant’è che il pendolarismo nei suoi ospedali ha sempre rappresentato un’importante voce nei bilanci delle aziende ospedaliere. Ora Regione Lombardia ha deciso di abbassare il tetto di risorse a disposizione di questi pazienti che arrivano da fuori regione per farsi curare. Lo scorso 12 maggio, la giunta ha approvato una delibera che abbassa il tetto di spesa sostenibile.

Nei prossimi 3 anni, il budget sarà tagliato di 30 milioni di euro. Il meccanismo prevede che l’Asst si faccia pagare dalla propria Regione il conto del paziente non lombardo. Sarà poi l’ente locale a rivalersi sull’altro: non sempre, però, la compensazione va a buon fine, e la legge statale di stabilità del 2012 aveva stabilito il taglio alle cure extraregionali.

Il limite viene imposto per le cure a bassa intensità, quelle, per intenderci, che non hanno bisogno di alte specialità. In questa manovra ne escono penalizzate soprattutto le case di cura accreditate con il sistema regionale. Nel 2015 sono  stati circa 40.000 i pazienti non lombardi che si sono rivolti alle strutture pubbliche contro gli 85.000 che sono stati curati dal privato accreditato. A questi si aggiungo i circa 16.000 pazienti che si sono rivolti agli IRRCS e per i quali non cambierà nulla. Si è trattato soprattutto di piemontesi (23.377), emiliani ( 16.340), campani ( 10.687), pugliesi ( 10,443), siciliani ( 13.047).

Da questi vincoli sono escluse le cure altamente specialistiche come quelle del campo oncologico.

Nel 2017, Regione Lombardia stanzierà 129 milioni di euro contro i 142 dell’anno precedente. Nel 2018 il tetto sarà di 116 milioni che scenderà a 104 l’anno successivo.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Maggio 2017
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  1. Avatar
    Scritto da lenny54

    Su questa misura sono d’accordo con il pres. Maroni: Cure non essenziali (tipo vene varicose, ecc.) possono essere operate anche non in centri di eccellenza. Se poi, come e’ noto, al sud gli ospedali funzionano male per assenteismo, corruzione, clientelismo, ecc. e’ dovere di ogni cittadino del luogo operare affinche’ queste situazioni vengano sanate. Questo e’ alla base della societa’ civile e di un ordinamento democratico. Per rendere il ns paese migliore. Sia al Nord che al Sud.

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