Botte ai genitori, coppia di trentenni in manette
Risiedevano a casa dei genitori dell'uomo, ma le scaramucce erano continue: nella giornata di venerdì 21 luglio l'epilogo, con botte e pugni in faccia
Lui, 34 anni di Busto Garolfo (MI), con precedenti per violenza e droga; lei, 35 anni di Gallarate, incensurata. Coabitano con i genitori di lui, padre di 65 anni e madre di 58, in una stanza al piano terreno di un’abitazione su più livelli.
La giornata è cominciata male, sin dal mattino alcune scaramucce, prima segnalate poi smentite. Fino a quando in serata la richiesta di intervento per una lite furiosa in corso. All’arrivo dei carabinieri a casa una scena davvero complicata.
Un lago di sangue in terra, l’arrestato ancora con le mani sporche del sangue del padre, che lo perdeva copiosamente dal naso. “Mi sono difeso, mi sono difeso”, continuava a gridare, ma sulle mani, sul corpo, sul volto neanche un graffio, non un arrossamento. Padre e madre invece davvero malconci. Venivano soccorsi e trasportati all’ospedale di Magenta dove veniva accertata la rottura del setto nasale dell’uomo, oltre a varie contusioni multiple al volto ed al collo alla donna, guaribili in 10 giorni.
Nessuna remora, nessun rispetto. Il fatto che le lesioni fossero al volto dei due genitori è emblematico della volontà di far male, non uno spintone ma i pugni in faccia, se sono solo pugni.
Così i due arrestati sono stati portati al comando dei Carabinieri di via Guerciotti a Busto Garolfo dove, dopo il fotosegnalamento, l’ennesimo per l’uomo, sono stati rinchiusi nelle celle di sicurezza per il rito direttissimo.
La donna arrestata, in caserma, ha detto “dovevano aver pazienza fino a settembre, ce ne saremmo andati” tentando di additare i “suoceri” come responsabili delle questioni familiari. Se a settembre fossero andati via realmente non è dato saperlo, atteso che la stessa parlava di un progetto di prendere casa, neanche di averne visitate alcune per sceglierla. Di sicuro non sarebbe stata la pazienza per riuscire a mantenere la situazione in questo equilibrio esageratamente sbilanciato verso la loro parte: forse la sopportazione, forse la sottomissione, di sicuro il totale silenzio.
Lesioni gravissime il capo di imputazione, a margine di una storia di continui maltrattamenti, per cui, in passato erano state presentate alcune denunce e che la Procura di Busto Arsizio sicuramente approfondirà.
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Il solito esempio di come in Italia la giuatizia non funzioni. Questi avevano gia presentato denunce di botte e maltrattamenti e l’autorità giudiziaria cosa fa? Li lascia convivere nella stessa casa fino a che non ci scappa il ferito grave o peggio ancora il morto. Fate schifo. Altro che non farsi giustizia da soli…almeno funziona…