Ofo: “Le bici gialle stanno funzionando”

Come scommettere su una città con tante salite e vivere felici (per ora). 5 utilizzi al giorno per ogni bici

Arriva il bike sharing Ofo a Varese

Varese è una scommessa per la Ofo, azienda cinese fondata a Pechino da Dai Wei, piccolo genio che già da studente ha avuto l’intuizione delle bici in condivisione da gestire attraverso una app del cellulare. Nel linguaggio dei manager il City managar Marco Menichetti spiega che “Varese è un modello nuovo per Ofo e ha dei punti interrogativi ma i risultati dei primi giorni sono incoraggianti”.

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Arriva il bike sharing di OFO a Varese 4 di 17

Già, perché l’azienda guadagna se l’uso è frequente e una città con tante salite come Varese non invoglia. Inoltre vanno sostenuti i costi di recupero delle biciclette, che in maniera naturale (l’uomo cerca soluzioni contro la fatica) tendono ad andare dalla pianura verso la discesa e lì si fermano.

Tuttavia la novità sta suscitando un interesse enorme. E anche curiosità. Le bicicletta, ad esempio, chi le recupera?

“Abbiamo avviato una collaborazione con una cooperativa sociale del territorio, la Naturcoop, che cura anche la manutenzione”.

Ma il manager non vuol essere più preciso. C’è molta concorrenza oggi tra Ofo e Mobike, e nessuno vuole spiegare al competitor come lavora.

Una notizia è che Ofo porterà altre 50 bici a Varese nelle prossime settimane.

Mobike non sappiamo quando sbarcherà.

Sappiamo inoltre che un camion con due o più ragazzi pattuglia la città, da giorni,  e carica a una certa frequenza le bici. L’obiettivo è riportarle nei luoghi dove la gente sarà più portata a utilizzarle.

Arriva il bike sharing Ofo a Varese

Il servizio si ripaga con l’utilizzo – spiega Menichetti – dunque il recupero bici è importante ma va creato un sistema virtuoso per cui le bici stiamo il più possibile dove l’utilizzo si possa rigenerare da solo. L’obiettivo è che le bici siano usate molto e usate bene. Devo dire che Varese sta dimostrando finora un uso corretto”.

Sull’utilizzo dei dati, la domanda è diretta: che cosa ne faranno?
“Li usiamo correttamente per valutare come si muove la città. Per questo li metteremo anche a disposizione dell’amministrazione”.

Arriva il bike sharing Ofo a Varese

(Le bici in tribunale, foto Paolo Valenzano)

Però, ragioniamo noi,  la app ha il mio telefono, la mia carta di credito e vede come mi sposto. Se passo tutti i giorni davanti a un negozio di fiori, mi arriverà la pubblicità dei fiori?
“No” afferma Menichetti.

Beh, d’altronde facebook questo fa. Ti spia con il tuo consenso, ti profila, indirizza le proposte e le persone con cui chattare.

Ofo ha i nostri dati, certo, ma in cambio ci fornisce il servizio e possiamo lasciare la bici dove vogliamo. E’ il principio della condivisione. Io ho un profilo, e lo uso su qualunque bici.

Domande tecniche: come mai molte bici sono senza pedale?

“Sono vandalismi – dice Menichetti – alcune vengono anche trovate senza altri componenti”. Come mai a volte non si sbloccano? “Spesso può accadere che un utente ci abbia segnalato un uso scorretto della bici che dunque rimane bloccata. L’obiettivo è però ritirarla entro la giornata”.

I dati forniti dall’assessore Andrea Civati indicano che su 300 bici, a Varese, nei primi giorni vi sono stati 1500 utilizzi giornalieri.

Diciamo che la statistica suggerisce questo: 5 al giorno per ogni bici.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 22 Novembre 2017
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Commenti

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  1. apetraccone
    Scritto da apetraccone

    Certamente è una bella iniziativa e sta funzionando, piano piano le bici gialle si diffondono in tutta l’area urbana rendendosi disponibili per tutti. Molto interessante la ricerca della bici più vicina mediante là geo- localizzazione attraverso l’app. Peccato però che come sempre in Italia ci sono i furbetti, ovvero gente che nasconde le bici per tenersela per dopo pura avendola lucchettata e quindi fermato il timer: ad es. nei piani interrati dei parcheggi multipiano, nelle stradine laterali dietro le scuole o all’interno dei cortili privati ecc. ecc. Altra cosa invece che poco funziona è la raccolta delle bici abbandonate come è successo quando qualcuno le ha utilizzate per andare in periferia all’IPER e sono rimaste lì. Perché non tutti sono interessari o allenati per prendere le bici dall’IPER per ritornare in salita verso il centro di Varese.

    1. Roberto Rotondo
      Scritto da Roberto Rotondo

      Esiste un pulsante per segnalare chi compie questi abusi.

      1. apetraccone
        Scritto da apetraccone

        Lasciare le bici all’IPER o alla Schiranna che rischiano di rimanere lì per molto tempo si risolve segnalandolo come abuso?

        1. Roberto Rotondo
          Scritto da Roberto Rotondo

          Buongiorno, non è un abuso. Lasciare la bici in qualunque punto del territorio comunale è consentito.

          1. Avatar
            Scritto da Tino Buozzi

            buongiorno,
            consentito da CHI (precisamente) ? E in riferimento a quale regolamentazione precisa (al di la degli “accordi contrattuali” presi con l’utilizzatore, ovviamente… ) ? Non mi risulta che un cittadino qualsiasi possa lasciare una propria bicicletta in qualsiasi punto del “territorio comunale”, come mai, e mi scuso se ripeto… in riferimento a quale norma, il “signor Ofo” puo’ di fatto autorizzare chiunque a farlo?
            Grazie per l’attenzione.

          2. apetraccone
            Scritto da apetraccone

            Chiaro. Allora man mano che aumenterà il numero di bici lasciate in periferia senza che nessuno le riporti in centro, si evidenzierà come punto debole del progetto. Basta guardare sull’app quante c’è ne sono ora a Bobbiate (ne ho contate una ventina) sono una ventina in meno disponibili in centro a Varese, magari vicino alle stazioni dove servono sempre.

  2. Avatar
    Scritto da Tino Buozzi

    Salve,
    si ma… a parte che senza stranamente girarci troppo intorno basterebbe applicare un minimo di stile rete…. e mettere in evidenza il sito ufficiale ofo
    http://ita.ofo.com/ (un vero gioiello di “trasparenza”)…. cosi…. giusto per chi ritiene di potercela fare anche da solo nel farsi almeno un’idea… senza troppe “interpretazioni” (per altro sempre gradite, ma a patto che… ) , ma… ste bici ESATTAMENTE:
    a chi (nome della societa’, indirizzo, riferimenti) fanno capo a livello di responsabilita’ “civile” (per esempio nel caso a qualcuno venga in mente di “lasciarne” un paio di traverso in mezzo alla strada dopo una curva. cosi.. giusto per vedere l’effetto che fa e malauguratamente fa un gran brutto effetto)…. , sperando che qualcuno (ben al di la di quella implicita durante l’uso) ce l’abbia e magari chiaramente .
    A chi vanno ESATTAMENTE i dati inseriti nell’app, compreso a chi vanno esattamente i soldi (mi sembra normale farsi almeno un’idea, di solito e’ cosi… )…..
    In che misura (ammesso che) partecipa il Comune (tornaconto economico, responsabilita’), cosi.. giusto per capire chi ringraziare con precisione… .
    Ne da sito, tanomeno dall’app (e anche “analizzando” a fondo ogni dettaglio), ovviamente nemmeno tutte ste “interpretazioni” da parte di Varesenews danno un risposta chiara, precisa, come si conviene quando a parte l’aspetto “innovativo” “di condivisione” ect.ect. c’e’ di mezzo un
    piu’ che chiaro affare commerciale, si riesce a rimediare?
    Grazie per l’attenzione.

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