Il Verbano in secca e le “dune” alla foce del Tresa
Dopo la richiesta di interventi di Luino e Germignaga, la Regione risponde: “Ci sono 20 mila euro da Enel per la pulizia, ma prima i rilievi”
Un cane che corre al Boschetto, dove la Tresa si getta nel Lago Maggiore. Il padrone lo segue lentamente, si ferma, e guarda a lungo il fiume sparito a pochi metri dal parapetto, al suo posto l’acqua non c’è più, solo una distesa di sabbia.
O meglio, il fiume Tresa esiste, ma solo dalla riva “luinese” perché il greto verso Germignaga è allo scoperto e il letto del fiume che segna per chilometri il confine con la Svizzera qui è ai minimi. E adesso a venire allo scoperto è un altro confine, quello tra fiume e lago, di solito sommerso e oggi ben visibile, e per centinaia di metri.
Ai minimi è anche il lago che in una cornice quasi felliniana è là, lontano, e persino la colonia elioterapica che in paese chiamano “la Bislunga” pare una nave in secco.
Alla foce del fiume c’è sabbia, ghiaia, tronchi d’albero e ancora tanta sabbia. Lì c’è sempre stata e, anzi, è un bene che ci sia dal momento che l’isolotto è un’area protetta, zona di nidificazione degli uccelli migratori. Ma ora l’isola non si vede perché tutt’uno con la terraferma.
«Quello che preoccupa alcuni cittadini non è certamente l’isolotto, bensì la grande quantità di sabbia che s’è accumulata», spiega il sindaco di Germignaga Marco Fazio. Il timore è che quel materiale possa ostacolare un inaspettato deflusso delle acque a lago, così da creare problemi a monte.
«Per questo teniamo la situazione monitorata», spiega, facendo intendere che pericoli veri e propri, nell’immediato, non se ne corrono. Ma che qualcosa, però, si deve fare.
A questo proposito le amministrazioni comunali di Germignaga e Luino scrissero alle autorità competenti (ufficio territoriale regionale – lo “Ster” – e AIPO, l’Agenzia interregionale del fiume Po) ai primi di questo mese per esprimere preoccupazione per i depositi limosi e sabbiosi alla foce del corso d’acqua, richiedendo una convocazione urgente di un tavolo tecnico “per disporre le più utili e immediate misure precauzionali verso possibili fenomeni esondativi”.
La risposta della Regione non è tardata ad arrivare. Lo scorso 16 novembre infatti l’ufficio territoriale di Varese ha fatto sapere per lettera che sì, il tavolo tecnico ci sarà, ma non prima di “rilievi e verifiche” da attuare prima dell’erogazione di un fondo di 20 mila euro messo a disposizione da Enel di cui si parlò durante le riunioni tecniche precedenti all’ultimo svaso della diga di Creva (diga Enel che serve alla produzione di energia elettrica a monte dell’abitato di Luino) risalente a oltre due anni fa, nel febbraio 2015.
In quell’occasione – cita testualmente la risposta della Regione – “Enel produzione aveva manifestato la disponibilità a stanziare la somma di 20.000 euro per l’esecuzione di un rilievo di dettaglio ed alla successiva asportazione di sedimenti in questione”.
La situazione è ferma perché di fatto non sono ancora stati effettuati i rilievi da parte degli enti interessati prima che il soggetto resosi disponibile all’esecuzione dei lavori – Comunità Montana – potesse darne esecuzione.
Il presidente Giorgio Piccolo fa sapere sul punto che il suo ente è pronto, e di aver già eseguito l’anno scorso lavori “di alleggerimento” sul Margorabbia (a sua volta affluente del Tresa nel tratto a monte) per 150 mila euro. «Siamo disponibili ad eseguire queste opere. Bisogna tuttavia valutare con precisione le competenze, anche alla luce delle caratteristiche dell’area in cui si andrà ad intervenire: siamo di fronte ad una zona protetta e di grande importanza ambientale. Per muoverci dobbiamo avere autorizzazioni e incarichi precisi».
Le dune di Germignaga sono ancora lì e potranno rimanere così ancora per diverso tempo, a meno che la pioggia non torni a scendere copiosa, innalzando il livello del lago e creando di nuovo quell’isola tanto amata dagli uccelli che vengono da lontano.
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se piove troppo, non va bene per un verso; se piove poco, non va bene per un altro verso.
l’uomo non è più capace di gestire i fenomeni metereologici, nonostante siano aumentati gli studiosi dei fenomeni metereologici.
@Colombo
Studiosi dei fenomeni metereologici?
A mio avviso sembrano più urlatori pressapochisti di nomignoli fantasiosi al fine di generare sui siti meteo più click possibili e quindi più introiti pubblicitari. Che poi parlino anche di meteorologia è solo un qualcosa di più, assolutamente non richiesto.
Fa spavento e tristezza vedere i nostri fiumi e laghi ridotti così, soprattuto in questo periodo quando eravamo abituati a vederli quasi esondare.
I cambiamenti climatici si sono svelati improvvisamente in tutta la loro drammatica realtà.
Purtroppo vedo come l’umanità se ne freghi altamente, troppo occupata a fare soldi in fretta e quanti più possibile e a vivere egoisticamente come se non ci fosse un domani per le future generazioni.
A mio avviso i danni più gravi li riscontreremo nei prossimi anni. Siccità costante e drammatica.
Concordo in toto con @Felice. Da sempre non ricordo una “secca” tanto impressionante! E fa’ davvero male vedere agonizzare il Maggiore ed i relativi affluenti in questo modo! L’umanità è arrivata ad un punto di non ritorno, da sempre (ed oggi più che mai) proiettata a fare soldi scriteriatamente! Ora ne stiamo raccogliendo i frutti (amarissimi) ma state certi che ce ne fregheremo altamente e continueremo nella folle corsa di distruzione del nostro meraviglioso pianeta fino a quando ci accorgeremo che i soldi…non si possono mangiare!