Fine mandato, Maroni: “Esperienza straordinaria, più impegnativa del ministero”

Il presidente uscente della Regione: “Pensare a questi cinque anni mi emoziona, ma non ho rimpianti". Mercoledì la firma del Patto per l'Autonomia

roberto maroni

Guardando il video che racconta e riassume gli eventi principali di questi cinque anni alla guida della Regione Lombardia “mi sono emozionato perche’, e non lo sapevo, hanno messo come base musicale un pezzo del mio gruppo, il Distretto 51, in cui c’ero anche io a suonare”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, questa mattina, conversando con i giornalisti a margine della presentazione del ‘Rapporto di fine mandato’.

NESSUN RIMPIANTO – “Sono certamente emozionato anche per questi cinque anni – ha assicurato il governatore -, ma non ho alcun ripianto, sono convinto di avere fatto bene in questi anni: guardo avanti, al futuro, con tanto ottimismo, ho tante cose da fare e un’agenda piena”.

RUOLO IMPEGNATIVO – “Ho scoperto la dimensione del governo della Regione, che non conoscevo – ha aggiunto -, che mi ha dato tante soddisfazioni, ma che ha richiesto anche tantissimo impegno: e’ piu’ impegnativo fare il governatore della Regione Lombardia che fare il ministro dell’Interno”.

ESPERIENZA STRAORDINARIA – “Questo sia dal punto di vista del tempo da dedicare, delle cose da fare, dei dossier e sotto molti altri aspetti – ha concluso il presidente -: certamente un’esperienza straordinaria, anche se molto faticosa, e piena di soddisfazioni”.

“Mercoledi’ mattina firmo il Patto per l’Autonomia a Palazzo Chigi, assieme ai colleghi presidenti del Veneto e dell’Emilia Romagna: e’ un passaggio storico, siamo riusciti a mettere nel Patto le cose che volevamo, in particolare i finanziamenti. Cambia il sistema: maggiori risorse per la Regione, maggiore responsabilita’ e vantaggi enormi per famiglie e imprese”. Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, questa mattina, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine della presentazione del ‘Rapporto di fine legislatura’.

GOVERNO CI HA CREDUTO – “Mercoledi’ comincia un percorso, si conclude la ‘fase 1′, quella post referendum – ha proseguito il presidente -: voglio ringraziare il Governo, e in particolare il sottosegretario agli Affari Regionali, perche’ ha avuto coraggio, ci ha creduto, ovviamente sotto la spinta forte delle Regioni, della Lombardia e del Veneto in particolare”.

COMPARTECIPAZIONE A GETTITO – “C’e’ qualche piccola modifica rispetto alla bozza iniziale – ha spiegato -, ma nulla di particolarmente significativo. La novita’ piu’ rilevante resta il sistema dei finanziamenti, cioe’ la compartecipazione al gettito di uno o piu’ tributi erariali, che vuol dire che ci sara’ piu’ interesse a fare investimenti, perche’ aumenta il Pil, aumenta il gettito e aumenta il bilancio della Regione”.

COSTI STANDARD, RICONOSCIMENTO A REGIONI VIRTUOSE – “Altro elemento rivoluzionario sono i costi standard – ha precisato – una nostra storica battaglia, che ora viene messa nero su bianco: significa rivoluzionare il sistema della spesa pubblica con il riconoscimento a chi spende bene, che viene avvantaggiato, rispetto a chi spende male. Si supera cosi’ il criterio della spesa storica, che consentiva alle Regioni spendaccione di continuare a spendere e penalizzava le Regioni virtuose, come la Lombardia, alle quali viene ora quindi riconosciuta la virtuosita’ con tante risorse pubbliche in piu'”.

“Sono molto soddisfatto e posso dire che finisco in bellezza il mandato di cinque anni da governatore” ha concluso Maroni.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Febbraio 2018
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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Dopo il fallimento di TreNord, il fallimento di Pedemontana ed i numerosi altri fallimenti di questa giunta regionale a guida ciellina-leghista forse è il caso dopo decenni mono-partito di cambiare bandiera.
    Gori peggio non potrà fare. Ben vengano nuove teste.

    Ringrazio Maroni per le azioni positive che è riuscito a fare. L’ho sempre considerato un leghista anomalo e tale si è dimostrato non ricandidandosi più.

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