Luino, la città che litiga sulla piazza

Nel mirino di un comitato la gestione degli spazio e la sostituzione dei alcune piante. Il sindaco: “La gente mi ferma a Milano per dirmi quanto la città sia bella”

Luino, la piazza discussa

«Luino è una città accomodante, ma quando si parla di paesaggio, allora non si scherza».

Patrizia Martino, storica preside in pensione conosciutissima in città e residente ai piani superiori della bella palazzina d’epoca che s’affaccia su piazza Libertà, quella per intenderci dell’imbarcadero, non ha dubbi: qualcosa va cambiato.

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Ci sono stati negli ultimi mesi lavori in corso, è stata disegnata e rifatta la pavimentazione, tolte le auto: tutto bene? «No, perché la piazza ad ora risulta poco vivibile. Poi quella questione degli ippocastani, che vogliono tirar via per far posto alle palme».
Il rischio quindi è di replicare, sia pur in piccolo, le polemiche nate qualche tempo fa a Milano dove anche lì vennero messe delle palme: “Scelta estetica”, con polemica.

Qui a Luino il progetto prevede la risistemazione della piazza anche nella parte vicina allo storico bar Clerici, l’amato locale di Chiara dove sono presenti i tre ippocastani e sempre nelle carte è prevista la sostituzione con altre piante simili – e quindi non palme – con essenze che perdono le foglie d’inverno.

I tecnici hanno valutato questa ipotesi per via delle radici degli alberi che rischierebbero di rovinare le aiuole.

Luino, la piazza discussa

L’ipotesi delle palme però, è stata quella che ha mandato su tutte le furie Patrizia Martino e il seguito di commercianti e residenti che si affacciano sulla piazza: «Che c’entrano le palme con Luino?». Questa scelta è stata identificata da una commissione indipendente composta da agronomi, ingegneri e architetti e sentita dal Comune.

Il comitato non ne vuole sentire nemmeno parlare: «Le piante restano lì dove sono, siamo pronti ad incatenarci», dicono, e lunedì prossimo si terrà una riunione, la prima del nascente gruppo della piazza Libertà, per eleggere il portavoce: l’incontro si terrà chiaramente in un bar della piazza.

L’amministrazione a questo punto cosa farà? Il sindaco Andrea Pellicini getta acqua sul fuoco: «L’obiettivo era quello di togliere le auto dalla piazza e valorizzare il tratto di passeggiata che va da Palazzo Verbania fino all’imbarcadero – spiega . Ora abbiamo realizzato un’opera che lascia a bocca aperta tutti i turisti: abbiamo trasformato un parcheggio in uno dei posti più fotografati del Lago Maggiore. Pensi che mi è capitato di essere fermato a Milano da conoscenti che mi hanno fatto notare quanto sia diventata bella la città».

Pronto ad ascoltare le rimostranze del comitato? «Quando il comitato vorrà confrontarsi col sindaco, in Comune, io sono a disposizione. Conosco le persone che fanno parte del comitato, c’è rapporto di reciproca stima: chi amministra deve ascoltare tutti ma anche il dovere di decidere», ha concluso Pellicini.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 22 Marzo 2018
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Commenti

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  1. Sca
    Scritto da Sca

    Luino negli ultimi anni ha fatto un radicale cambiamento verso il bello, è evidente;
    accontentare tutti è impossibile, però meglio un’amministrazione che fa di una che non fa…
    l’esempio più vicino è Laveno Mombello, dove si assiste da anni (a cavallo di due amministrazioni opposte) ad un immobilismo quasi totale.
    Stimatissimo Sindaco, si candidi a Laveno alle prossime elezioni, ne saremmo tutti più che felici….
    un cittadino Lavenese…

    1. Avatar
      Scritto da Rolo

      Vero Sca,
      Luino è migliorata verso il bello e bisogna anche dare atto al Sig. Sindaco di sapere ascoltare, ma il problema non è questo ma è quello del mancato rispetto per il paesaggio rappresentato, in questo caso, dalle specie vegetali e quindi della propria storia che forse non volutamente si cerca di cancellare.
      Se rilegge l’articolo il terzo capoverso cita “I tecnici hanno valutato questa ipotesi per via delle radici degli alberi che rischierebbero di rovinare le aiuole”.
      Per via delle radici? Gli ippocastani sono centenari (e se fossero stati manutenuti avrebbero anche un bell’aspetto) e sono li da ben prima della progettazione, sono quindi i tecnici che devono trovare il modo per fare si che le radici non intacchino la pavimentazione, non il contrario!
      Se legge l’altro mio intervento “Perchè Luino non ama gli alberi?” alla fine potrà vedere come in Giappone hanno addirittura costruito una stazione attorno ad un albero secolare; questo si chiama rispetto per la tradizione, il paesaggio e la cultura di chi non vuole solo distruggere.
      Gli alberi sono vita

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    Scritto da Felice

    Un ristretto manipolo di persone decide di far rimanere nell’immobilismo una cittadina che semplicemente e senza giri di parole negli ultimi anni è risorta.
    Poi ovviamente a qualcosa ci si deve attaccare….come per Milano le specie botaniche sono i veicoli privilegiati dei malumori e delle proprie idiosincrasie.
    Che poi le palme non c’entrino nulla con il lago mi sembra una constatazione che non corrisponde al vero visto la varietà di specie botaniche esotiche e non che riempiono i numerosi giardini delle ville.

    1. Avatar
      Scritto da Rolo

      Per Felice.
      Benritrovato Sig. Felice, pur non facendo parte (almeno per il momento) del Comitato di Piazza Libertà, anche io faccio parte del manipolo, come lo chiama lei, che contesta la decisione di abbattere gli ippocastani e questo non rappresenta immobilismo che è il non fare nulla ed accettare passivamente, ma più concretamente un invito a migliorare, proporre e fare, senza dimenticare il proprio passato (legga la risposta a Sca); i tecnici se vogliono possono sicuramente fare in modo che la nuova pavimentazione non sia toccata dalle radici secolari, altrimenti che tecnici sarebbero?
      In quanto alle palme, venga a Luino, conti le ville e le palme poi mi dica in che rapporto sono tra di loro. Inoltre storicamente, dalle immagini che ho, non mi risulta che sul lungo lago ci siano mai stati esemplari di tale specie invasiva.
      Relativamente alle idiosincrasie, guardi la prima e la terza foto di quest’articolo e risponda sinceramente: le sembra di più un campo da tennis, un campo di bocce o…. (forse) una piazza?
      Cordialità.

      Rolando Saccucci

      1. Avatar
        Scritto da Dony Chef

        Rolando saccucci, basta fare mente locale per capire che è impossibile fermare le radici di quegli alberi.

        Ma soprattutto le bellissime palme si trovano a migliaia su tutte le sponde del lago e da prima del 1900 sono un vanto per tutto il lago maggiore.
        Purtroppo l’ignoranza è paurosa, mi raccomando quando in inverno qualcuno si rompe una gamba o scivola sulle foglie, pavimentazione smossa o i rami cascano addosso a qualcuno scrivete indiggnatti al sindaco che non ha fatto nulla per prevenire.

        Provi ad aprire un libro di botanica e vedere quali sono le piante che circondano il lago maggiore, prima di scrivere inesattezze e fare inutili polemiche.

  3. Avatar
    Scritto da Rolo

    Caro/a Dony chef,
    non ho mai detto o pensato che le radici di un albero debbano essere fermate, anzi sostengo proprio il contrario perché gli alberi sono li da ben prima che qualcuno decidesse di eradicarli ed hanno tutto il diritto di continuare a restarci.
    Risolvere il problema delle radici da lei menzionato e fare in modo che non rechino danno (ma mi pare che qui siano altri che recano danno alle radici) sta ai tecnici remunerati per questo; le radici sono li da almeno un secolo e non rompono le scatole a nessuno.

    Le palme a migliaia e vanto per il Lago Maggiore? Forse i testi (quali?) da lei visionati parlano della sponda piemontese dove in effetti in alcuni Comuni annoverano discrete quantità di queste piante tropicali e mi chiedo se lei è mai stato a Luino o ha mai frequentato la sponda lombarda del Lago Maggiore. Da Angera e fino Zenna nessun lungo lago dei Comuni rivieraschi presenta una quantità di palme degna di segnalazione e se la “piantagione” mi è sfuggita me la segnali.

    Scivolare sulle foglie in inverno? Basta fare attenzione, oppure si dovrebbero tagliare tutte le piante a foglia in tutto il mondo, così risolveremo il problema a livello globale.
    Per la pavimentazione smossa basa molto semplicemente guardare dove si mettono i piedi e per i rami è sufficiente fare la manutenzione e loro difficilmente cadono, così nessuno scrive indignato al Sindaco per protestare.

    La mia non è una polemica, ma è semplicemente dare voce a quella natura che non parla ma che quotidianamente ci difende con la sua biodiversità.

    Infine le faccio io una domanda Dony Chef: perché non si firma con nome e cognome? Sarebbe più civile per una discussione pubblica, non crede?

    Cordiali saluti.-

    Rolando Saccucci

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